La situazione europea tra le due Guerre

La situazione italiana fino al 1921

Dopo il conflitto mondiale, per le ridotte ricompense territoriali ottenute, si diffuse in Italia il mito della “vittoria mutilata” che portò Gabriele d'Annunzio a occupare Fiume con un'azione spettacolare (12 sett. '19). Intanto, la situazione interna si complicava anche per la pesante crisi economica. La piccola e media borghesia, a causa della forte inflazione, vedeva polverizzarsi anni e anni di risparmi. I contadini (piccoli proprietari e braccianti) erano costretti a lavorare duramente per magre ricompense. La grande borghesia capitalistica si era rafforzata sul piano finanziario. Il proletariato industriale, organizzato nei sindacati, riuscì a strappare miglioramenti salariali. In campo politico, di fronte alla continua ascesa socialista (nonostante le tensioni tra i riformisti [v. cap. 15], i massimalisti, che propendevano per il programma massimo della rivoluzione, e i comunisti, proclamatisi partito nel '21), la Chiesa permise la fondazione di un partito cattolico democratico, il Partito Popolare Italiano (PPI), diretto da Don Luigi Sturzo (1919). Ad esso aderirono i piccoli proprietari contadini che auspicavano la ridistribuzione delle terre a favore della piccola e media proprietà. Il 23 mar. 1919, con la fondazione dei Fasci di combattimento a opera di Benito Mussolini (direttore de “Il popolo d'Italia”, quotidiano fondato nel 1914 dopo la sua espulsione dal PSI e il suo allontanamento dalla direzione del quotidiano socialista “Avanti!”) che incarnavano il malcontento delle schiere piccolo-borghesi, compariva un movimento destinato a diventare protagonista. Entrava in crisi il liberalismo: al governo Orlando, caduto nel giu. '19 a causa della “vittoria mutilata”, fece seguito un gabinetto presieduto da Francesco Saverio Nitti (giu. '19-giu. '20) caratterizzato dalle elezioni del nov. '19 vinte da socialisti (31,6% dei voti) e popolari (20,35%). Nel '20, Giolitti (giu. '20-lug. '21) subentrò a Nitti. Toccò a lui superare la difficile fase del “biennio rosso ” e stipulare il Trattato di Rapallo (12 nov. '20) che pose fine alla vicenda fiumana. L'Italia si annetterà Fiume nel 1924.