La situazione mondiale tra le due Guerre

USA: da Harding al New Deal di Roosevelt

Negli Stati Uniti, il 1921 segnò l'elezione alla presidenza del repubblicano Warren Gamaliel Harding (1921-23). Egli, contrario al wilsonismo, inaugurò il periodo di isolazionismo del paese sia politico (già in precedenza era stata abbandonata la Società delle Nazioni) che economico (furono alzate le tariffe doganali, limitato al minimo l'intervento statale favorendo così le strategie dei grandi trust e posti severi limiti all'immigrazione). Il suo successore il repubblicano Calvin Coolidge (1923-28) mantenne la stessa linea politica mentre nel paese l'economia era in espansione. Gli Stati Uniti erano in una posizione di forza verso l'Europa: creditori per 10 miliardi di dollari, pretesero (ottenendola parzialmente) la restituzione dei prestiti. La crescente fiducia nel sistema generò nel paese un'ondata di nazionalismo. Fu bloccata l'immigrazione. Il proibizionismo (1920-1933) vietò la produzione e diffusione di alcoolici per contrastare la degradazione fisica e morale di immigrati e neri che abusavano di queste bevande. Intanto i trust assorbirono migliaia di piccole aziende che non potevano resistere alla concorrenza. La prosperità fece diminuire il numero degli iscritti all'I.W.W. (Partito Socialista) da 5 a 3 milioni. Nel '29, durante la presidenza del repubblicano Herbert Hoover (1928-32), vi fu la crisi. Fu il democratico Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), presidente dal '33 fino alla morte, a risollevare il paese. Egli avviò con il National Recovery Act (16 giu.) un nuovo corso: il New Deal. Furono potenziati i lavori pubblici, sostenuti i prezzi agricoli, sviluppata l'assistenza sociale, sottoposti a controlli gli istituti finanziari e regolamentati i rapporti padronato/manodopera. La sua politica ebbe successo. Una seconda fase fu avviata nel '35 con il Social Security Act, che istituiva il sussidio di disoccupazione e la pensione di vecchiaia per i lavoratori. Critiche si levarono invece dagli ambienti liberali, per l'eccessivo interventismo statale.