Le scoperte geografiche e l'espansione coloniale

Le civiltà precolombiane

Le scoperte geografiche in America Latina misero in contatto gli Spagnoli con popolazioni dall'antica e fiorente civiltà: gli Incas, gli Aztechi e i Maya. Le prime due popolazioni, di tradizione guerriera, abitavano rispettivamente il territorio messicano e la regione montuosa del Perù, i Maya erano presenti nella fascia oggi compresa fra il Guatemala e il Messico. Queste popolazioni organizzate con una struttura sociale rigidamente piramidale erano basate su un'economia quasi esclusivamente agricola. Le loro civiltà svilupparono molto le conoscenze astronomiche e scientifiche (calendario, eclissi) e le espressioni artistiche e religiose (templi a gradini, piramidi), mentre rimasero arretrate sul piano tecnologico: non conoscevano affatto l'uso della ruota e non sapevano lavorare il ferro. Questo tratto pose i presupposti per la disfatta cui andarono incontro una volta entrate in contatto con i conquistatori europei la cui superiorità militare era evidenziata dall'uso delle armi da fuoco e dal cavallo. Gli Spagnoli si dedicarono a una guerra di conquista, devastando e spogliando le città delle loro ingentissime ricchezze: gli uomini di Cortés ebbero ragione in tre anni (1519-22) dell'intero Regno azteco; con pochissimi uomini Pizarro e de Almagro si impadronirono tra il 1531 e il 1534 dell'Impero inca. Terminata la fase della razzia, lo sfruttamento delle colonie si resse sulla creazione di encomiendas, enormi porzioni di territorio concesse in usufrutto dalla corona ai conquistadores, col diritto di imporre agli indios tributi in natura o prestazioni lavorative e l'obbligo di commercio esclusivo con la madrepatria. La necessità di manodopera aggiuntiva a quella indigena, decimata dai massacri della conquista e dalle epidemie portate dagli Spagnoli, ingrossò il commercio di schiavi dall'Africa già avviato dai Portoghesi. Non mancarono azioni a difesa degli indios come l'esperimento gesuita delle reducciones, comunità autonome di indios dove vigeva la proprietà comune delle terre (1609-1767), e la coraggiosa denuncia delle atrocità commesse dai conquistadores a opera del domenicano Bartolomeo de Las Casas.