émpio¹

agg. [sec. XIII; dal latino impíus]. Sacrilego, che manca di rispetto verso ciò che è sacro: un uomo empio; anche di cose o azioni che rivestono carattere di empietà: pronunciare parole empie; crudele, malvagio: “L'aspra legge di Scozia, empia e severa” (Ariosto); per estensione, lett., infausto, funesto: empio destino, empia sorte. Anche sm., persona sacrilega, crudele. § È l'attributo dell'uomo areligioso e irreligioso, che non solo non tributa culto di adorazione alla divinità ma si vanta di questo suo atteggiamento e disprezza ogni forma di religione. Nei Salmi l'empio è colui che non tiene conto né di Dio né della sua legge, ma cerca una felicità immediata a spese del prossimo. Nel Nuovo Testamento la Lettera di Giuda descrive gli empi come nemici di ogni regola e dediti a una vita licenziosa. Nella teologia cattolica in generale si dice empio colui che è caduto nel peccato mortale ed è quindi privo della grazia santificante, ma che può tornare pio quando, pentito, riacquista la grazia.

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