Ārya

(sanscrito, nobile), nome indicante i popoli di origine indeuropea, stanziatisi in India nella seconda metà del II millennio a. C., dei quali non si conosce ancora con precisione la regione originaria, ma che con tutta probabilità giunsero in India attraverso i passi del nord-ovest. In un primo tempo si stabilirono nel Punjab e successivamente nella fascia dell'India settentrionale compresa fra la catena dell'Himalaya, a N, e i monti Vindhya, a S, chiamata con il nome di Āryāvarta (la terra degli Ārya). La civiltà e, in modo frammentario, la storia degli Ārya ci sono note soprattutto dai Veda, che li distinguono dalle popolazioni aborigene dell'India, rappresentate spesso in forma demoniaca, con il nome di Dasyu. Gli Ārya erano un popolo di pastori e di guerrieri per cui agricoltura e caccia rappresentavano attività secondarie. Vivevano in villaggi e avevano come principale mezzo di sussistenza le mandrie di bovini. La loro alimentazione era per lo più vegetariana, pur non essendovi ancora il divieto religioso di mangiar carne. L'unità politica più elevata era la tribù, governata dal re, che non aveva un potere assoluto, ma doveva sempre consultare le assemblee dei maggiorenti. La lingua era della famiglia indo-iranica, la religione politeista, arricchita da meditazioni filosofiche di origine più tarda. Lo stato di guerra fra le varie tribù di Ārya e fra queste e gli aborigeni era normale. I gruppi di Ārya che si misero maggiormente in luce, dando origine a vere e proprie dinastie, furono i Bhārata, i Puru, i Kuru, i Pañcāla, i Pārikśita.

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