Šengelaja

famiglia di registi cinematografici georgiano-sovietici. Nikolaj Michajlovič (Tbilisi 1903-? 1943), influenzato da Ejzenštejn, fu il giovane padre del cinema georgiano muto. Dopo l'ottimo Elisò (1928; opera prima), in cui evocò il dramma di un villaggio caucasico sotto lo zarismo, accordando il montaggio delle sequenze di massa al ritmo dell'impetuosa danza nazionale, si superò nel film azerbaigiano I ventisei commissari, ancora muto (1933), dove la lotta sostenuta dai bolscevichi nel 1918 per la difesa dei pozzi petroliferi di Baku contro menscevichi ed eserciti stranieri era rappresentata con fantasia plastica e con una ricchezza di linguaggio perduta nei successivi film sonori (tra cui La valle dorata, 1937). Morì durante le riprese in montagna di un film sulla guerra patriottica. I figli Eldar Nikolaevič (n. 1933) e Georgij Nikolaevič (n. 1937) hanno seguito le orme paterne. Il primo, educato da S. Jutkevič, esordì con film folcloristici (La leggenda del cuore di ghiaccio, 1958; Il racconto delle nevi, 1960), toccando poi successive tappe di maturità con La carovana bianca (1964), Un'esposizione straordinaria (1968, presentato poi al Festival di Cannes nel 1985), Tipi strambi (1974), La matrigna di Samanišvili (1978). Il secondo (anche attore) ha dato opere di grande bellezza formale come il mediometraggio Alaverdoba (1962), sua tesi di laurea, e Pirosmani (1969), biografia anticonformista, nota anche all'estero, di un geniale pittore autodidatta. Del 1974 è la commedia musicale Melodie del quartiere di Veri, ambientata, al pari di Tipi strambi, nella Georgia di inizio secolo e nutrita di trascinante spirito popolare, e del 1977 Vieni nella valle dell'uva (anche interpretazione).

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