Aleramo, Sibilla

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pseudonimo della scrittrice e poetessa italiana Rina Faccio (Alessandria 1876-Roma 1960). Si affermò con un coraggioso romanzo femminista, Una donna (1906), presto tradotto nelle principali lingue europee, che risentiva del clima naturalistico e dell'ibsenismo del tempo. Dopo il suo primo romanzo, l'Aleramo si occupò per diversi anni dei problemi delle popolazioni laziali e, con G. Cena, fondò nell'agro romano un'ottantina di asili e di scuole, svolgendo una vera opera di apostolato in cui si concretò il forte impegno sociale dichiarato in molte sue pagine. Nel 1916 conobbe il poeta Dino Campana, sulla cui vita esercitò una forte influenza. Interessante testimonianza di questa amicizia è il carteggio d'amore (S. Aleramo-D. Campana, Lettere) pubblicato nel 1958. Più che in alcune esperienze dannunziane (Amo, dunque sono, 1927; Il frustino, 1932), la sua fondamentale vocazione autobiografica si espresse in poesie (Selva d'amore, 1947) e in prose poetiche (Andando e stando, 1921; Orsa minore, 1938; ecc.) che confermano un temperamento lirico di notevole respiro. L'ultima produzione (Dal mio diario, 1945; Aiutatemi a dire, 1951; Luci della mia sera, 1956) appare invece ispirata a un profondo impegno morale e sociale di ispirazione marxista.

Bibliografia

E. Montale, La forza e il segreto di Sibilla Aleramo, in “Corriere della Sera”, Milano, 14 gennaio 1960; A. Mazzotti, Sibilla Aleramo, in I Contemporanei, I, Milano, 1963; B. Conti, A. Morino (a cura di), Sibilla Aleramo e il suo tempo, Milano, 1981; Autori Vari, Sibilla Aleramo. Coscienza e Scrittura, Atti del Convegno - Alessandria 1984, Milano, 1986; M. Angelone, Apprendistato letterario di Sibilla Aleramo, Napoli, 1987.

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