Feuerbach, Ludwig

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filosofo tedesco (Landshut 1804-Rechenberg 1872). Discepolo di Hegel a Berlino, nel 1828 ottenne il titolo di “libero docente” a Erlangen con la sua dissertazione De ratione una, universali, infinita, ma per le sue idee anticonformiste in materia religiosa fu allontanato dall'insegnamento ufficiale; si dedicò allora completamente agli studi filosofici. Da una posizione iniziale di entusiastica accettazione del pensiero hegeliano, passò a una sua critica (Zur Kritik der Hegelschen Philosophie, 1839; Per la critica della filosofiahegeliana), collocandosi tra i maggiori rappresentanti della sinistra hegeliana: a Hegel Feuerbach addebita l'incapacità di spiegare la natura; egli infatti ribalta la posizione hegeliana, sostenendo che la natura, e non lo Spirito, è la vera realtà (Vorläufige Thesen zur Reform der Philosophie, 1843; Tesi provvisorie per la riforma della filosofia). Ma essenza della natura è il caso concreto, il singolare, per cui sola realtà è l'individuo “naturale e sensibile”. Nel singolo uomo pertanto si realizza l'unità tra finito e infinito, per cui il centro della filosofia non è la teologia, ma l'antropologia (Grundsätze der Philosophie der Zukunft, 1843; Tesi preliminari alla filosofia dell'avvenire). Secondo questa concezione, la religione trova la sua origine nel fatto che l'uomo obiettivizza la propria essenza come qualcosa “altra da sé” e l'innalza a un valore infinito, venerandola come Dio. Si svolge cioè un processo di alienazione, nel quale l'uomo trasferisce in Dio quel massimo di perfezione che egli non possiede ma che pur vorrebbe avere: Dio è quindi un'idealizzazione dell'essenza dell'uomo proiettata fuori di sé, non creatore ma creatura dell'uomo. Ma l'uomo concreto, reale è quello sensibile, fornito di sentimenti e quindi d'amore (Das Wesen des Christentums, 1841; L'essenza del cristianesimo; Das Wesen der Religion, 1845; L'essenza della religione). Qui Feuerbach tocca il punto centrale della sua filosofia, che perciò si chiama “filosofia dell'amore” e vuol essere una guida all'“amore umanizzato”, cioè all'amore dell'uomo per l'uomo, alla dialettica dell'io e del tu, essenza della nuova “religione dell'antropologismo”, fase ultima del pensiero feuerbachiano. L'importanza storica di Feuerbach è legata all'influenza decisiva esercitata dalla sua opera sulla formazione del pensiero di Marx. Da Feuerbach infatti Marx ha tratto sia la tesi che la filosofia idealistica di Hegel è la teologia cristiana stessa, razionalizzata, sia la tesi che la critica della religione deve coinvolgere la critica delle condizioni di vita terrena da cui la religione stessa è sorta, trasformandosi così in critica della politica e dell'economia. Ma, oltre all'influenza esercitata sulla genesi del materialismo storico, il pensiero di Feuerbach è operante in vari altri orientamenti del pensiero contemporaneo per la sua analisi del processo dell'alienazione o estraneazione dell'uomo da sé.

F. Engels, Ludwig Feuerbach und der Ausgang der klassischen deutschen Philosophie, Lipsia, 1947; F. Grégoire, Aux sources de la pensée de Marx-Engels: Hegel-Feuerbach, Lovanio-Parigi, 1947; G. Aschieri, Feuerbach 1842: necessità di un cambiamento, Firenze, 1970; L. Casini, La riscoperta del corpo. Schopenhauer, Feuerbach, Nietzsche, Roma, 1990; A. Cardillo, Desiderio e destino. Uomini, dei ed eroi nella Teogonia di Ludwig Feuerbach, Napoli, 2010; F. Tomasoni, Ludwig Feuerbach. Biografia intellettuale, Brescia, 2011; G. Prejanò, Ludwig Feuerbach. Antropologia ed etica. Una ricostruzione, Roma, 2016; M. Farina, Feuerbach e l'antropologia della religione, Milano, 2016; G. Sgrò, Friedrich Engels e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca, Napoli-Salerno, 2017.


 

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