Munk, Andrzej

regista cinematografico polacco (Cracovia 1921-1961). È stato con A. Wajda e J. Kawalerowicz tra i più importanti registi della generazione del disgelo. Dopo una serie di cortometraggi senza musica, commentati soltanto da suoni, esordì nel 1955 con un film semidocumentario sulla Resistenza sui monti Tatra, Gli uomini della Croce azzurra, e affermò nel problematico Un uomo sui binari (1956) il suo umano e aperto razionalismo antischematico. Nel dittico Eroica (1957) compose una ironica e amara sonata in due tempi (“Scherzo alla polacca” e “Ostinato lugubre”) sul tema dell'eroismo militare inutile. Tornò al cortometraggio in Passeggiata nella vecchia città (1959), vincendo il gran premio alla Mostra di Venezia, e alla satira in Fortuna da vendere (1960) contro l'opportunismo politico. Ma il suo capolavoro rimase incompiuto; La passeggera (1961-63), memoria tragica e stilizzata, decantata e profonda dei campi di sterminio, che gli allievi terminarono, dopo la morte del regista in un incidente d'auto, con fotografie statiche di lavorazione e l'aggiunta di un commento parlato esplicativo.

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