Musorgskij, Modest Petrovič

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Biografia

Compositore russo (Karevo, Pskov, 1839-Pietroburgo 1881). Avviato dalla madre allo studio del pianoforte, fu costretto a trascurare la precoce inclinazione per la musica per assecondare il desiderio del padre che lo avviò alla carriera militare. Studiò quindi all'Istituto Komarov e poi alla Scuola dei cadetti di Pietroburgo, uscendone ufficiale nel 1855. Fu assegnato al reggimento Preobraženskij della Guardia Imperiale, ma nel 1860 si dimise. L'abolizione della servitù della gleba (1861) immiserì fortemente il patrimonio familiare e Musorgskij, nel 1863, dovette accettare un modesto impiego per vivere. Nel 1856 Musorgskij aveva fatto amicizia con Borodin e attraverso lui aveva conosciuto Dargomyžskij, Kjui e Balakirev (dal quale ebbe lezioni), aderendo alle premesse di affermazione di una scuola nazionale russa che intorno al 1860 dovevano portare alla formazione del Gruppo dei Cinque. Le scelte radicali in campo politico e musicale e il rifiuto degli atteggiamenti romantico-idealistici, condivisi da Balakirev e da altri, dovevano allontanarlo dal Gruppo: esso era del resto praticamente dissolto quando Musorgskij cominciò a scrivere le opere maggiori. Il Boris Godunov, intrapreso su suggerimento di Stasov (che gli era rimasto vicino) dopo l'incompiuto esperimento del Matrimonio, fu scritto nel 1868-69, respinto dalla censura, rifatto nel 1871-72 e infine rappresentato a Pietroburgo nel 1874. Le opere successive non poterono essere completate da Musorgskij: né La fiera di Soročinskij, rimasta incompiuta, né Kovancina (1872-80) alla cui orchestrazione mancante provvide, dopo la morte di Musorgskij, Rimskij-Korsakov. Soltanto all'inizio del 1880 Musorgskij poté lasciare l'impiego statale, ma era ormai minato dalla vita disagiata e dall'abitudine al bere, afflitto dalla perdita degli affetti più cari (la madre e la donna amata), logorato dalla larga parte di incomprensione toccata anche ai suoi lavori maggiori. Morì il 16 marzo 1881.

Lo stile

Il significato dell'opera di Musorgskij va molto al di là di quello di qualsiasi altro membro del Gruppo dei Cinque. Esso diede un primo indirizzo alla sua formazione, volta a ideali nazionali e antiaccademici, poi Musorgskij mirò a esiti ben altrimenti radicali e rivoluzionari, portando fino in fondo anche la lezione di Dargomyžskij con la sua ricerca di una nuova vocalità modellata sulle inflessioni del linguaggio parlato. Accanto a questo elemento innovatore, fondamentale nella formazione dell'originalissimo linguaggio di Musorgskij fu l'assimilazione del canto popolare contadino, al di fuori da ogni superficiale gusto del pittoresco o del bozzetto di genere: la scelta gli consentì di penetrare, stilizzare e far propri moduli del tutto estranei all'ufficialità accademica sia dal punto di vista melodico sia da quello armonico (della sua avanzatissima lezione timbrico-armonica seppe servirsi Debussy). È una scelta realistica, con un preciso carattere ideologico (legato alle tendenze politiche più radicali e avanzate della Russia del tempo), che porta con sé soluzioni formali e contenutistiche non meno coerentemente innovatrici: si pensi al rilievo che ha il popolo nel Boris, di cui è il reale protagonista, pur in costante rapporto di vittima e giudice dei potenti, a cominciare dallo zar. Né diverso significato ha l'oggettività con cui è dipinto il grande e complesso affresco della Kovancina, dove ciò che interessa Musorgskij è la sconfitta del popolo, al di là dei giochi di potere su cui si basa l'azione. Fuori del campo teatrale Musorgskij ha lasciato una serie di liriche: si ricordano la freschezza della Camera dei bambini (1868-72) e il cupo pessimismo dei Canti e danze della morte (1875-77) e di Senza sole (1874). Straordinariamente originale nella sua unicità è lo stile pianistico dei Quadri di un'esposizione (1874).

L. D'Amico, Musorgskij, Torino, 1942; G. Gavazzeni, Musorgskij e la musica russa dell'800, Firenze, 1943; M. D. Calvocoressi, Musorgskij, His Life and Works, Londra, 1956; L. Pestalozza, La scuola nazionale russa, Milano, 1958; M. Marnat, Musorgskij, Parigi, 1962; A. M. Morazzoni (a cura di), Musorgskij, Milano, 1985.

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