Parisi, Giorgio

fisico e accademico italiano (Roma 1948). Dopo la laurea in Fisica all'Università La Sapienza di Roma con una tesi sul bosone di Higgs (1970), è ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Frascati fino al 1981. Durante questo periodo collabora attivamente anche con la Columbia University, l'Institut des Hautes Études Scientifiques e l'Ecole Normale Superieure de Paris. Nel 1981 consegue la cattedra di Fisica teorica all’Università di Tor Vergata (Roma), quindi passa con il medesimo incarico alla Sapienza nel 1992. Notevoli i suoi contributi riconosciuti a livello internazionale nel campo della fisica statistica dei sistemi complessi disordinati, della teoria dei campi, della fluidodinamica, della fisica matematica, della fisica delle alte energie e della fisica della materia condensata (con l’introduzione dei modelli di meccanica statistica noti come “vetro di spin”). Questi risultati sono alla base di numerose applicazioni, alcune sviluppate con il contributo dello stesso Parisi, nelle reti neurali e intelligenza artificiale, in computer science, in biofisica, in immunologia, in cromodinamica quantistica, in quantizzazione stocastica. I suoi studi hanno avuto importanti ricadute anche nei campi della biologia, delle scienze sociali e delle scienze cognitive. È stato presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021. Da tempo intrattiene collaborazioni con Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) all'Istituto di Nanotecnologia (CNR-Nanotec). Nel 2021 è stato inserito nella Clarivate Citation Laureates, la classifica che raccoglie i ricercatori con le pubblicazioni scientifiche più citate, considerata anticipatrice del premio Nobel: il suo nome è stato accolto per «le scoperte rivoluzionarie relative alla cromodinamica quantistica e lo studio dei sistemi disordinati complessi». Tra i numerosi premi ricevuti figurano il Premio Feltrinelli per la Fisica dall'Accademia dei Lincei (1986), la Medaglia Boltzmann (1992), il Premio Enrico Fermi (2003) e il Premio Wolf per la fisica (2021). Nell'ottobre del 2021, assieme a Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica “per il contributo fondamentale nel comprendere alcuni sistemi fisici complessi”.

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