Polke, Sigmar

artista tedesco (Oels, Germania, oggi Olesnica, Polonia, 1941-Colonia 2010). Emigra nella Germania Federale nel 1953 e, tra il 1961 e il 1967, studia presso la Kunstakademie di Düsseldorf. Assieme a G. Richter e K. Lueg, si fa promotore di un nuovo stile, che i tre artisti battezzano “realismo capitalista”. Polke, che ha preso l'abitudine di documentare fotograficamente la sua vita di ogni giorno, nonché i suoi esperimenti artistici e quelli dei suoi amici e colleghi, è fin da allora attratto dalle possibili interazioni fra la fotografia e la pittura. È per questo che le sue prime tele sono spesso realizzate con una tecnica che cerca di imitare la qualità grafica delle riproduzioni fotografiche. Negli anni Ottanta, è tra gli artisti tedeschi che si muovono nel solco di J. Beuys e viene considerato come uno degli esponenti della cosiddetta “pittura selvaggia”, movimento che può in qualche modo essere ricondotto alla transavanguardia internazionale. Negli anni più recenti, la ricerca nel campo della fotografia ha assunto un ruolo di preminenza nella sua produzione e Polke ha operato in maniera sempre più decisa in direzione dell'astrattismo, sperimentando opere che si presentano come negazioni di immagini vere e proprie. L'artista ha infatti cominciato a fotografare schemi geometrici, dettagli della trama di tessuti e di carte, cristalli, riproduzioni di quadri; successivamente, ingrandisce a tal punto le fotografie ottenute da rendere di fatto impercettibile il soggetto di partenza e ricava immagini che hanno un significato visivo totalmente diverso. Tra il 1988 e il 1992 realizza il complesso Lanterna magica. Tra le mostre personali di Polke ricordiamo quelle allestite al Brooklyn Museum di New York (1992), al Museo d'Arte Contemporanea di Los Angeles (1995) e alla Corcoran Gallery of Art di Washington (1996).

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