Róma, Présa di-

conquista da parte delle truppe dello Stato italiano della città di Roma, allora sotto il dominio papale, avvenuta il 20 settembre 1870. Infatti, essendo scoppiata proprio in quell'anno la guerra franco-prussiana ed essendo quindi stata ritirata da Roma la guarnigione francese, il governo italiano denunciò la Convenzione di settembre (6 settembre 1870) e, dopo aver inutilmente cercato di usare le vie diplomatiche (missione di Ponza di San Martino, 8 settembre), decise, pur con qualche esitazione, a effettuare una spedizione militare per la conquista della città. Il 12 settembre il generale Cadorna entrò così nel territorio pontificio con 5 divisioni e avanzò senza trovare resistenza fino a Roma dove giunse il 17. Andato a vuoto un ultimo tentativo di soluzione diplomatica messo in atto dal ministro prussiano presso la Santa Sede, conte Arnim, il 20 settembre Cadorna investì la città da porta S. Pancrazio alla Flaminia portando l'attacco decisivo tra Porta Pia e Porta Salaria dove erano schierate l'XI e la XII divisione. Iniziato alle 5,15 il fuoco dell'artiglieria, comandata dal generale L. G. Pelloux, alle 10 fanti e bersaglieri entrarono dentro Roma senza molta difficoltà attraverso un'ampia breccia aperta presso Porta Pia e alle 14 il generale Cadorna e il generale Kanzler, comandante dei 15.000 soldati pontifici, firmarono la capitolazione. Lo scontro era costato complessivamente agli italiani 49 morti e 141 feriti, ai pontifici 19 morti e 68 feriti. Il giorno successivo, in seguito a uno scontro scoppiato nel rione di Borgo tra la popolazione e i gendarmi pontifici, Cadorna, su richiesta del cardinale Antonelli, fece occupare anche Castel Sant'Angelo e la Città Leonina, escluso il Vaticano.

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