Rameau, Jean-Philippe

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compositore e teorico musicale francese (Digione 1683-Parigi 1764). Figlio di un organista, ebbe i primi insegnamenti musicali dal padre, mentre compiva gli studi classici presso i gesuiti. Nel 1701, dopo un soggiorno a Milano, ricoprì la carica di maestro di musica supplente in Notre-Dame-des-Doms ad Avignone e dal 1702 al 1706 fu organista nella cattedrale di Clermont-Ferrand. Trasferitosi nello stesso anno a Parigi, fu organista dei gesuiti e dei Pères de la Merci e vi pubblicò la sua prima importante opera, il primo libro delle Pièces de clavecin (che avrebbe avuto un seguito con le tre successive raccolte del 1723, 1728 e 1731). Dopo un breve soggiorno nella città natale (1708) per sostituire il padre all'organo di Notre-Dame, svolse la stessa attività a Lione (1713), quindi ancora a Clermont-Ferrand, dove rimase fino al 1722. Riuscì a trovare un'occupazione stabile a Parigi soltanto nel 1723, un anno dopo aver pubblicato la sua prima opera teorica importante, il Traité de l'harmonie réduite à ses principes naturels, che gli diede larga fama di teorico. L'incontro con La Pouplinière (1727) fu determinante per l'affermazione di Rameau come operista. La Pouplinière, che gli fu amico e protettore, lo mise in contatto anche con Voltaire, il quale gli fornì il libretto per l'opera Samson, la cui musica è andata perduta. Nel 1733 poté far rappresentare la sua prima opera, Hyppolite et Aricie, su libretto dell'abate Pellegrin, che suscitò le vivaci reazioni dei “lullisti”, in polemica con le sue concezioni teatrali, segnando comunque l'inizio della sua carriera. Il suo successo si concretò con altri lavori: nel 1735 fu eseguita l'opera-balletto Les Indes galantes, nel 1737 l'opera Castor et Pollux. Nello stesso anno Rameau pubblicò La génération harmonique ou Traité de musique théorique et pratique. Nel 1739 il grande successo della sua nuova opera, Dardanus, lo pose ancora al centro di aspre polemiche con i sostenitori di Lulli e Rameau divenne il simbolo di un nuovo corso melodrammatico che proponeva più attenti rapporti tra testo e musica, voce, gesto, orchestra ed elementi scenici, ma, soprattutto, conferiva un inedito peso all'aspetto propriamente musicale dell'opera. Platée (1745), che suscitò lo scandalo del pubblico e degli ambienti letterari per il suo anticonformismo, e Zoroastre (1749) confermarono la supremazia di Rameau in campo teatrale. In questo periodo, pur non trascurando la composizione, egli si rivolse intensamente alla ricerca teorica, urtandosi con gli enciclopedisti, con i quali fu in acceso contrasto nel 1752 quando si acutizzò la famosa Querelle des bouffons tra sostenitori dell'opera tradizionale francese e innovatori, aperti alle forme italiane. Stremato da queste dispute, Rameau non produsse più opere veramente valide, se si eccettua la comédie-ballet intitolata Les paladins (1760, da La Fontaine), accolta peraltro con freddezza. Intanto il genere italiano si diffondeva con fortuna in Francia, indebolendo la posizione dei conservatori, dei quali Rameau era divenuto, forse suo malgrado, il principale rappresentante. Negli ultimi anni perfezionò i suoi studi teorici, apportando un contributo fondamentale alla fondazione della moderna teoria dell'armonia. La sua produzione strumentale (4 raccolte di pezzi per clavicembalo) e vocale-strumentale (4 mottetti e 8 cantate) costituisce, con le 33 opere teatrali, una delle più alte espressioni della civiltà musicale francese.

Bibliografia

J. Tiénot, Rameau, Parigi-Bruxelles, 1954; C. Girdlestone, Rameau, Londra, 1957; J. Malignon, Rameau, Parigi, 1960; C. Girdlestone, Rameau, Parigi-Bruges, 1962.

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