Renard, Jean-Claude

poeta francese (Tolone 1922-Parigi 2002). Figlio di un ufficiale di marina, cresciuto in una famiglia di stretta osservanza cattolica, riversò le sue esperienze familiari e religiose nella poesia, associandovi solitudine, senso dell'unicità degli esseri, fascino dell'esotismo e mistica personale: Juan (1945), Cantiques pour des pays perdus (1947; Cantico per dei paesi perduti), Haute-Mer (1950; Alto mare), Toutes les îles sont secrètes (1984; Tutte le isole sono segrete), fino all'inno all'amore universale di Sous de grands vents obscurs (1990; Sotto dei grandi venti oscuri). Poeta metafisico, ricorse alla prosodia tradizionale, rinnovata da un'espressione linguistica da lui giustificata in Notes sur la poésie (1970; Note sulla poesia), Notes sur la foi (1973; Note sulla fede) e Notes sur le mystère (1980; Nota sul mistero). Negli anni Novanta ha pubblicato le raccolte poetiche Métamorphose du monde (1991; Metamorfosi del mondo), Ce puit qui rien n’épuise (1993; Questo pozzo che non si esaurisce) e i saggi Une certaine nuit: trascendance et poésie (1992; Una certa notte: trascendenza e poesia) scritto con J. Mambrino e Y. A. Favre, opera di meditazione sulla poesia e sul mistero e Autres notes sur la poésie, la foi et la science (1993; Altre note sulla poesia, la fede e la scienza), una serie di riflessioni sul lavoro poetico dell'autore e sul suo interesse per la filosofia della scienza. Nel 1988 ha ricevuto il Gran Premio della Poesia.

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