San Ginèsio

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comune in provincia di Macerata (29 km), 680 m s.m., 77,72 km², 3236 ab. (ginesini), patrono: san Ginesio (25 agosto).

Centro nell'alto bacino del torrente Fiastra; è compreso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Forse risalente al sec. VI, si eresse a comune nel Duecento, fortificandosi con castello e mura. Sostenne accanite lotte con Tolentino, Fermo, Ascoli, Belforte del Chienti e Matelica. Alla metà del sec. XIV si alleò con i Visconti; pochi anni dopo fu infeudato dal cardinale Albornoz ai Da Varano, da cui i ginesini tentarono più volte di affrancarsi. Sottomesso da Francesco Sforza nel 1434, passò pochi anni dopo alla Chiesa.§ L'abitato è cinto di mura turrite con porte (sec. XIV-XV) e conserva edifici medievali: le chiese di Sant'Agostino, di San Francesco, di San Sebastiano (sec. XIV), l'ospedale dei pellegrini (sec. XIII). La collegiata (sec. XI) con la facciata in gotico fiorito, unico esempio nella regione, ha nella cripta affreschi di Salimbeni. Il museo-pinacoteca conserva, oltre a reperti archeologici, molti dipinti dei sec. XV-XVII.§ Nell'economia prevale l'agricoltura (foraggi, cereali, uva, patate, barbabietole, ortaggi, frutta), integrata dall'allevamento (bovini, suini, ovini e polli). L'industria opera nei settori alimentare, tessile, edile, dell'arredamento e dei sanitari. È centro turistico estivo e invernale per la vicinanza con i monti Sibillini.

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