sm. (pl. aerosol o aerosoli) [aero-+sol]. Sospensione colloidale in cui il mezzo disperdente è un aeriforme e la fase dispersa è costituita da particelle solide (fumi) o liquide (nebbie). La destabilizzazione dell'aerosol e la sua conseguente coagulazione può essere favorita dall'agitazione o dalla sonicazione. L'agitazione aumenta il numero di collisioni tra le particelle disperse, che tendono quindi ad aggregarsi (coagulazione per agitazione); nella sonicazione, invece, le collisioni tra le particelle sono favorite dalle vibrazioni provocate da onde soniche (coagulazione per sonicazione). Per estensione, vengono detti aerosol anche le bombolette spruzzatrici (spray) mediante le quali si producono gli aerosol usati sia in cosmetica sia per la diffusione di insetticidi, di deodoranti eccetera.

Aerosol atmosferici

Pur trovandosi nell'atmosfera in concentrazioni molto basse, gli aerosol sono responsabili di importanti fenomeni, tra i quali la conducibilità dell'aria, la diffusione delle radiazioni solari, la condensazione dell'acqua e conseguente formazione delle nubi. Gli aerosol atmosferici possono formarsi in vari modi: dalla condensazione o sublimazione di sostanze a bassa tensione di vapore provenienti dalle eruzioni vulcaniche e dalle combustioni prodotte dall'attività umana; dalle reazioni tra gas presenti in tracce nell'atmosfera, quali per esempio la formazione di NH4Cl da NH3 e HCl o l'ossidazione di SO2 a SO3 e conseguente idratazione a H2SO4; dalla diffusione di materiale proveniente dagli spruzzi di acqua marina degli oceani o polvere di minerali dalla superficie terrestre.

Aerosol per uso medico

Si tratta di una soluzione di uno o più farmaci che possono essere nebulizzati finemente per la terapia inalatoria. In questo campo si distinguono: l'aerosol polidisperso, composto da particelle di dimensioni superiori al micron, che si ottiene con un vaporizzatore o con uno spruzzatore; l'aerosol monodisperso, le cui particelle (micelle) hanno dimensioni che vanno da 0,1 fino a 0,02 μ (1 mm3 ne contiene più di 20 milioni) e che si ottiene mediante appositi apparecchi detti aerosolizzatori o nebulizzatori o atomizzatori. La prima forma viene usata per le alte vie respiratorie e possiede un certo grado di umidità; la seconda forma, molto più secca, raggiunge, per semplice diffusione, anche le cavità profonde e pertanto è utilizzata nella terapia delle malattie broncopolmonari.

Aerosol spray

Gli aerosolspray, detti anche bombole ad aerosol o semplicemente spray, sono costituiti da un contenitore in metallo, in vetro o in plastica resistente nel quale viene posto il prodotto da utilizzare insieme con un propellente liquido o gassoso sotto pressione non superiore a 7 bar. Una parte del propellente rimane liquida, un'altra si trasforma in gas che esercita una pressione compresa fra 2,5 e 5 bar. Quando si aziona la valvola di deflusso, dall'ugello esce il prodotto mescolato al propellente che, trasformandosi in gas sotto forma di particelle finissime (aerosol in senso stretto), lo disperde. Il propellente non deve essere tossico né infiammabile o esplosivo o dannoso per l'ambiente e deve essere chimicamente inerte; fra i più usati vi sono l'argon, l'ossido di azoto, il biossido di carbonio (gassosi) e gli idrocarburi clorofluoroclorurati tipo freon (liquidi).Dopo la scoperta dell'azione di danneggiamento della fascia di ozono stratosferico da parte di questi ultimi prodotti e la stipula di accordi internazionali (Protocollo di Montréal, 1987) per la limitazione della produzione e della dispersione in atmosfera degli idrocarburi clorofluoroclorurati, questi prodotti vengono sostituiti con altri idrocarburi o con nuovi composti di sintesi.

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