Descrizione generale

sm. [dal greco ásphaltos, bitume della Giudea, tramite il francese asphalte]. Sostanza semisolida di colore da bruno scuro a nero, costituita prevalentemente da idrocarburi poco o nulla ossidati che si trovano allo stato solido o semisolido per il loro alto peso molecolare; da ossibitumi, dispersioni colloidali di ossipolimeri e solfopolimeri di idrocarburi (asfalteni); da pirobitumi, sostanze suscettibili di produrre idrocarburi per riscaldamento. L'asfalto viene anche detto bitume di affioramento. Nella terminologia corrente i termini asfalto e bitume sono spesso usati come sinonimi, anche se vi è la tendenza a riservare il termine bitume alla parte organica e quello di asfalto alle miscele naturali nelle quali il bitume è associato a materiale inerte (roccia asfaltica o asfalto della terminologia geologica).

Asfalto naturale

In natura gli asfalti si rinvengono generalmente sotto forma di impregnazioni viscose entro rocce sedimentarie (arenarie, calcari, calcari dolomitici); più raramente formano veri e propri depositi superficiali di bitumi relativamente puri, i cosiddetti laghi di asfalto. Per quanto riguarda la genesi dei bitumi contenuti, i giacimenti di rocce asfaltiche si possono così classificare: A) Giacimenti di rocce clastiche o molto porose impregnate di bitumi migrati da sottostanti accumuli di petrolio (a questo tipo sembrano appartenere i depositi di asfalto dell'Appennino Laziale-Abruzzese e quello siciliano di Ragusa); B) giacimenti costituiti da accumuli di petrolio superficiali, parzialmente ossidati e impoveriti delle frazioni più volatili; C) giacimenti formatisi per contemporanea deposizione in bacini chiusi di materiale inorganico e di idrocarburi densi e ossidati (gli esempi più noti di questo tipo di giacimenti sono quello delle sabbie di Athabasca nel Canada e quello di Anacacho nel Texas). I laghi di asfalto costituiscono una categoria particolare: sono interpretati come accumuli entro depressioni della superficie topografica di emanazioni di idrocarburi, dei quali si è conservata solo la parte più densa, sgorgate attraverso fratture della crosta terrestre. I laghi più noti sono quello dell'isola di Trinidad, presso il capo La Brea, che ha una superficie di 0,46 km² e una profondità massima di oltre 40 m; e quello venezolano di Bermudez, con una superficie di 4 km² e una profondità massima di 1,5 m. Entrambi sono sfruttati industrialmente.

Asfalto artificiale

L'asfalto artificiale è un prodotto di caratteristiche analoghe all'asfalto naturale, che si ottiene come residuo della distillazione frazionata sotto vuoto del petrolio grezzo, preventivamente privato delle frazioni più leggere. Gli asfalti artificiali vengono generalmente sottoposti a ulteriori trattamenti allo scopo di modificarne le caratteristiche tecniche o mediante riscaldamento e insufflamento d'aria tra 200 e 320 ºC (asfalto soffiato od ossidato), o mediante cracking tra 430 e 550 ºC.

Tecnica

Le principali caratteristiche tecniche degli asfalti naturali e artificiali – impermeabilità all'acqua, elasticità a freddo e fluidità a temperature non elevate – permettono un largo impiego di tali sostanze. L'asfalto soffiato viene utilizzato per pitture impermeabili; l'asfalto di cracking per cartoni isolanti. Gli asfalti naturali e artificiali sono largamente impiegati in edilizia e lavori pubblici; l'asfalto naturale si trova, in commercio, in polvere, sotto il nome di farina d'asfalto, e in pani cilindrici o prismatici sotto il nome di mastice d'asfalto, ottenuto per fusione della farina d'asfalto mescolata con bitume; se il tenore di bitume è compreso tra il 18 e il 25%, si ha la cosiddetta malta d'asfalto. La farina d'asfalto è usata soprattutto per applicazioni superficiali, per rinnovo di pavimentazioni esistenti (asfaltature) o per la formazione di nuove pavimentazioni. Per pavimentazioni è usato anche l'asfalto artificiale miscelato con pietrisco, bitume o emulsioni bituminose o catrame. La farina di asfalto, come pure il mastice e la malta d'asfalto, si adopera inoltre per impermeabilizzazioni di coperture, per rivestimenti antiacidi di serbatoi, torri e simili. § All'inizio del sec. XXI, in alcune zone d'Italia si è cominciato a sperimentare l'utilizzo di un particolare asfalto in grado di abbattere parte del particolato atmosferico. L'ingrediente essenziale è il biossido di titanio, TiO2, che è un semiconduttore in grado di catalizzare la reazione di ossidazione di molecole inquinanti. Per poter effettuare la catalisi, il TiO2 necessita della presenza di radiazione solare. I primi risultati mostrano come una buona percentuale delle sostanze inquinanti, tra cui monossido di carbonio, biossido di azoto e polveri sottili, risulti degradata a sali minerali.

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