atòllo

sm. [sec. XIX; da una voce maldiva, tramite l'inglese atoll]. Isola oceanica formata da scogliere coralline, a pianta irregolarmente anulare, interrotta da passaggi che mettono in comunicazione il mare aperto con uno specchio d'acqua interno, la laguna, profondo di norma qualche decina di metri. Il diametro degli atolli varia da ca. 2 km fino a 70 km, ma la larghezza della fascia di terra emersa è per lo più di poche centinaia di metri, con un'altezza media sul livello massimo del mare di pochi metri; altezze maggiori sono possibili per accumulo di depositi eolici. Attorno a questa fascia emersa, in genere ricoperta da rigogliosa vegetazione rappresentata soprattutto da palme da cocco, si sviluppa una piattaforma, larga anche alcune centinaia di metri, dall'andamento molto irregolare e in gran parte allo scoperto durante la bassa marea. Nell'ambito della piattaforma possono trovarsi delle isolette formatesi per accumulo e cementazione di sabbie coralline. Il margine esterno della piattaforma è caratterizzato dalla presenza di un rilievo costituito da alghe calcaree del genere Lithothamnion, in grado di ben sopportare la violenta azione del moto ondoso. I fianchi esterni dell'atollo presentano inclinazioni dapprima deboli e poi molto accentuate fino a oltrepassare i 50º, mentre verso la laguna la pendenza è più dolce. Dal fondo della laguna possono elevarsi strutture di corallo vivo dette pinnacoli. Gli atolli sono presenti solo in particolari zone dei mari tropicali, non interessate da correnti fredde, dato che gli organismi costruttori esigono acque a temperatura costante superiore ai 18 ºC, limpide, salate, ossigenate, ricche di materiali nutritivi e non eccessivamente agitate. Altro fattore essenziale è una buona luminosità in quanto la maggior parte delle specie coralline non si spinge sotto i 25 m di profondità; il limite superiore è rappresentato dal livello di bassa marea, non potendo questi organismi resistere a prolungati periodi di emersione. Gli edifici corallini degli atolli poggiano generalmente su sommità di coni vulcanici sommersi, con spessori notevolmente superiori rispetto al limite massimo di profondità compatibile con la vita delle colonie coralline: nell'atollo di Bikini sondaggi profondi hanno accertato una potenza massima della piattaforma calcarea di ben 3950 m. Tutte queste considerazioni hanno spinto gli studiosi a formulare diverse teorie sull'origine degli atolli sostanzialmente riducibili a due gruppi: quelle che giustificano l'imponente sviluppo in altezza degli edifici corallini mettendolo in relazione con variazioni del livello del mare intervenute nel corso di periodi glaciali e interglaciali (teoria glacio-eustatica di R. A. Daly) e quelle che postulano una progressiva subsidenza dei rilievi sui quali si sviluppavano le colonie coralline (teoria della subsidenza di C. Darwin) "Per la formazione di un atollo secondo la teoria di C. Darwin vedi disegni a pag. 93 del 3° volume." . "Per la formazione di un atollo secondo la teoria di C. Darwin vedi schemi al lemma del 3° volume." Nessuna delle ipotesi avanzate riesce però a soddisfare contemporaneamente tutte le condizioni richieste per lo sviluppo delle colonie coralline. La teoria di Darwin, tuttavia, merita ancora oggi la maggiore considerazione, tenendo però in debito conto l'influenza che i moti eustatici debbono aver avuto sullo sviluppo degli edifici corallini durante la fase di subsidenza del basamento.

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