cerimònia

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Lessico

(ant. ceremònia, cirimònia), sf. [sec. XIV; dal latino caerimonía, pratica religiosa, culto].

1) Funzione religiosa solenne; l'insieme degli atti rituali in cui si esplica il culto; festa solenne di carattere sacro: cerimonia di iniziazione, cerimonia funebre, nuziale. Per estensione, ogni manifestazione pubblica che celebri solennemente una ricorrenza o un evento: la cerimonia del giuramento, la cerimonia della premiazione; abito da cerimonia, quello indossato in particolari circostanze, come nozze, ricevimenti, balli, ecc.; aria da cerimonia, atteggiamento formale, poco spontaneo, condizionato dall'ufficialità dell'ambiente; maestro di cerimonia, cerimoniere; parole di cerimonia, prive di effettivo valore e sincerità, adeguate alle circostanze in cui vengono pronunciate; per cerimonia, solo per cortesia. § Propriamente la cerimonia è un'azione esteriore, stabilita dall'autorità competente, che accompagna l'esercizio pubblico del culto divino e i rapporti ufficiali nella gerarchia ecclesiastica. Nei primi secoli del cristianesimo la cerimonia veniva chiamata anche sacramentum. Di cerimonia si parla già nell'Antico TestamentoDeuteronomio, Levitico, Esodo sotto forma di prescrizioni rituali; sono menzionate poi nel Vangelo di Marco (7,4) come “cose che tramandarono di osservare”. La dottrina cattolica pone il fondamento delle cerimonie nell'esigenza di onorare Dio anche mediante l'atteggiamento del corpo in quanto parte essenziale dell'uomo. Le cerimonie di diritto ecclesiastico traggono significato e valore religioso dalle realtà di fede, che in qualche modo esprimono esteriormente. Nell'ambito della Chiesa cattolica le cerimonie hanno subito a opera del Concilio Vaticano II un processo di semplificazione: in particolare sono state soppresse alcune cerimonie nella celebrazione eucaristica (frequenti baci all'altare, segni di croce e genuflessioni, ecc.) e negli altri sacramenti (“schiaffo” al cresimando da parte del ministro, esorcismi vari sul battezzando, ecc.), mentre sono state rinnovate alcune cerimonie già in uso nella Chiesa primitiva, più consone alla natura comunitaria del culto pubblico e alla mentalità della nostra epoca (per esempio il “bacio di pace” prima della comunione eucaristica), la maggior partecipazione dei fedeli al canto liturgico, ecc. Nella Chiesa orientale, data l'importanza attribuita al simbolismo, le cerimonie sono fastose e solenni. Le Chiese protestanti, meno legate alla normatività esteriore, hanno ridotto al minimo le cerimonie, lasciando spazio anche all'improvvisazione. Nell'ambito di una o più funzioni liturgiche o di prassi gerarchica le cerimonie costituiscono il cerimoniale ecclesiastico, mentre nel loro universale complesso formano il rito liturgico. Fuori dell'ambito liturgico, si hanno cerimonie riguardanti i rapporti gerarchici e le visite canoniche, come gli atti da compiersi dal visitatore verso la comunità e viceversa. § A norma del Codice Penale italiano (art. 405) chiunque impedisce o turba l'esercizio di cerimonie del culto alle quali assista un ministro del culto medesimo è punito, se il fatto avviene in un luogo destinato al culto o pubblico o aperto al pubblico, con la reclusione fino a due anni. Colui che promuove cerimonie o pratiche religiose ovvero processioni fuori dei luoghi destinati al culto deve darne avviso tre giorni prima al questore competente per quel territorio. In tali casi la cerimonia può essere vietata per ragioni di ordine e di sanità pubbliche (Leggi complementari XXII, 25-26).

2) Pl., l'insieme delle forme di cortesia, di dichiarazioni, di complimenti o altre attestazioni reciproche di omaggio e di rispetto che vengono affettati in occasione di riunioni improntate a una certa ufficialità e mondanità: prima del rinfresco le autorità si attardarono in cerimonie e discorsi; senza cerimonie, con semplicità e spontaneità; senza tante cerimonie, in modo brusco, senza formalismi, anche in senso negativo: gli dissero della morte della figlia senza tante cerimonie.

Etologia

Il termine è usato talvolta per indicare quel complesso di comportamenti animali stereotipati e rituali legati allo svolgimento di determinate attività. Molto diffuse tra gli Uccelli, per esempio, sono: le cerimonie del cambio alla cova in cui il partner che si propone per il cambio porta con sé un dono simbolico, come un rametto o un ciuffo d'alghe, con la funzione di sviare l'aggressività del coniuge; le cerimonie di alimentazione o nutrizione, che consistono in offerte di cibo al partner e hanno anche funzione di corteggiamento, in questo caso sono anche dette cerimonie di corteggiamento; le cerimonie di trionfo sono tipiche di oche e anatre durante la formazione delle coppie: il maschio, dopo aver aggredito in presenza della femmina oggetti di per sé indifferenti, si rivolge alla femmina in un atteggiamento minaccioso che è stato definito “trionfale”. La femmina può unire le sue grida a quelle del maschio e manifestare così la sua accettazione di lui come partner. La cerimonia di trionfo verrà in seguito ripetuta come cerimonia di saluto fra coniugi.

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