clown

s. ingl. [dall'islandese clunni, zotico, rustico, che è il latino colōnus, contadino]. Artista comico e acrobata che si esibisce nel circo o, più raramente, in spettacoli di varietà e music-hall. Si sono volute trovare affinità tra il clown e varie figure comiche popolari (il gracioso spagnolo, l'Hanswurst tedesco, il Fool del teatro elisabettiano e lo Zanni della Commedia dell'Arte), ma in verità il tipo ha origine moderna e proprie caratteristiche. Esso fu delineato da Giuseppe Grimaldi, un Arlecchino genovese giunto a Londra verso il 1760 e divenuto dominatore delle scene inglesi, e completato e perfezionato dal figlio Joe, che divenne clown parlatore. Molti sono i tipi di clown: il clown bianco o parlatore, che deve avere doti di attore comico e saper rendere brillante e paradossale la sua recitazione; l'augusto o tony, che fa da spalla al primo e deve essere mimo, musico, saltatore, parodista, acrobata, cascatore, cavallerizzo e attor comico (il ruolo fu introdotto da Tom Belling nel 1864); il clown muto, che si avvale esclusivamente di mezzi mimici; il clown musicale, virtuoso dei più svariati strumenti, e il clown di serata, che si esibisce con lazzi e capriole negli intervalli dello spettacolo. Tipo particolare di clown è il clown nano o bagonghi, così denominato dal nome del primo nano che eccelse nel genere.

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