fake news

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Locuzione inglese (in italiano "notizia falsa" o fasulla). È entrata nell’uso comune a partire dagli anni Dieci del XXI secolo per indicare una notizia, diffusa intenzionalmente o meno, in parte o del tutto non corrispondente al vero. La fake news circola su giornali cartacei, radio, TV, web e social network e si caratterizza per l’apparente plausibilità alimentata da un sistema distorto di aspettative dell’opinione pubblica e dall’amplificazione dei pregiudizi che ne sono alla base (questo aspetto ne agevola la diffusione e condivisione anche senza la verifica delle fonti). Il termine è più o meno corrispondente all’italiano gergale “bufala”, sebbene questa faccia riferimento solitamente a notizie prive di qualsiasi fondamento. Esistono almeno due importanti esempi storici di fake news: la falsa notizia della morte di Napoleone Bonaparte diffusa nel 1814 nel deliberato tentativo di frodare la Borsa di Londra; la trasmissione radiofonica di Orson Welles messa in onda nel 1938 dalla CBS nella quale si annunciava un’invasione aliena. In realtà in questo ultimo caso lo scopo non era diffondere una falsa notizia poiché prima e dopo la trasmissione si annunciava trattarsi di un adattamento radiofonico del romanzo La Guerra dei Mondi di Orwell. Il neologismo fake news ha avuto larga diffusione soprattutto a partire dal 2016, quando il neoeletto presidente USA Donald Trump ha iniziato a farne uso per giustificare i frequenti attacchi ai mezzi d’informazione più critici in merito alla sua elezione e alle sue scelte politiche. Il termine è piuttosto generico e può indicare: errori di stampa, bufale, teorie complottiste, satira usata impropriamente come fonte giornalistica, diffusione di notizie false (anche sul web, con lo scopo di trarne benefici economici tramite clickbaiting). Le fake news trovano largo spazio sui social network e in Internet dove gli utenti sono esposti a una vasta mole di informazioni di cui devono stabilire individualmente la veridicità; il compito di ogni destinatario dell'informazione dovrebbe, per questo, essere quello di migliorare la propria abilità critica per distinguere le fonti affidabili da quelle che possono diffondere false informazioni, effettuando controlli incrociati tra ciò che si legge e/o si sente e le fonti riconosciute come attendibili. A fronte del pericoloso circolare di notizie false circa la non esistenza dell’epidemia di Covid-19 o il rifiuto di adottare pratiche volte a tutelare la propria e altrui salute, in Italia nel 2020 è stata creata, ad opera del governo, l’"Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network".

Bibliografia

R. Stella, Sociologia delle comunicazioni di massa, Torino, 2012; C. Bianchini, Come imparare a riconoscere il falso in rete, Milano, 2017

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