flabèllo

sm. [sec. XVII; dal latino flabellum, dim. di flabrum, soffio]. Sorta di grande ventaglio o paramosche, costituito per lo più da foglie o piume disposte su una lunga asta, in uso fin dall'antichità soprattutto presso Assiri, Babilonesi ed Egizi per proteggere sovrani e alti dignitari.Con la funzione di tener lontani gli insetti dagli oggetti sacri e dal celebrante durante la messa, il flabello è presente nell'apparato liturgico cristiano già nel sec. IV. Poteva consistere in un disco di seta, lino o pergamena montato su un manico di avorio intagliato (flabello di Tournus, sec. IX; Firenze, Museo Nazionale) oppure essere di metallo (di solito argento o argento dorato) con il disco ornato di cherubini. Alla fine del sec. XIV l'uso del flabello liturgico fu limitato, con valore simbolico, alle cerimonie pontificali. I flabelli papali, dal sec. XVII grandi ventagli di piume su asta coperta di velluto rosso, furono aboliti da papa Paolo VI.

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