leucite

sf. [sec. XIX; da leuco-+-ite]. Minerale appartenente al gruppo dei feldspatoidi, silicato di potassio e di alluminio di formula K[AlSi₂O6]. Se ne distinguono due tipi: la leucite alta o β-leucite cristallizzata nella classe esacisottaedrica del sistema monometrico e la leucite bassa o α-leucite tetragonale, che è la forma stabile al di sotto di 605 ºC e quindi a temperatura ambiente. La α-leucite si presenta in natura solitamente con abito icositetraedrico e solo osservata al microscopio appare costituita da un aggregato di lamelle tetragonali incrociate a geminazione polisintetica, debolmente birifrangenti: costituisce quindi un esempio di paramorfosi; i cristalli sono di colore bianco-grigio, opachi o traslucidi e presentano frattura concoide. La leucite si rinviene in cristalli isolati nei tufi del Lazio e nelle bombe vulcaniche del Vesuvio; è inoltre componente caratteristica di alcune rocce effusive di età recente povere di silice (leucititi e tefriti leucitiche del Lazio). In agricoltura viene usata, previa frantumazione, come fertilizzante potassico a lento assorbimento; quanto alla sua utilizzazione per l'estrazione dell'alluminio i vari metodi proposti si sono rivelati finora più costosi di quelli che sfruttano la bauxite.

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