organòide

Con il termine si indica una versione semplificata e miniaturizzata di un organo (non superiore in genere a pochi centimetri). L'organoide, prodotto in vitro e con caratteristiche microanatomiche realistiche, è realizzato a partire da poche cellule di tessuto, come cellule staminali embrionali o pluripotenti, che si possono auto-organizzare in una coltura tridimensionale. A partire dal 2010, la tecnica per la realizzazione degli organoidi si è evoluta: dal momento che nelle colture 2D il comportamento delle cellule non è paragonabile a quello in vivo, le colture 3D di organoidi sono emerse come sistemi modello promettenti per lo studio dello sviluppo dei tessuti e la generazione di nuove terapie. Con le recenti scoperte tecnologiche, i modelli di coltura 3D sono arrivati​ a rappresentare un’approssimazione molto più rilevante dell’ambiente in vivo. Oggi gli organoidi possono essere prodotti a partire da due tipi di cellule staminali: pluripotenti o adulte mesenchimali. Le prime sono cellule in grado di differenziarsi dando vita a cellule della gran parte dei tessuti; possono essere derivate da embrioni oppure essere cellule pluripotenti indotte (IPS), che derivano invece da cellule adulte già differenziate, ma forzate a ripercorrere all'indietro il processo di maturazione per tornare alla fase staminale. Nel secondo caso si tratta di cellule staminali adulte, ma immature e indifferenziate. Sul lungo periodo, gli organoidi potrebbero costituire l’alternativa alla sperimentazione animale poiché riproducono l’istologia degli organi, anche se non ancora completamente ed efficacemente la loro architettura (vasi sanguigni e nervi periferici). In futuro, gli organoidi potrebbero risultare determinanti per la realizzazione di cure personalizzate e per la generazione di organi destinati al trapianto.

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