Cèntro Cristiano Democràtico (CCD)

formazione politica nata per iniziativa di alcuni esponenti della Democrazia Cristiana contrari alla linea politica del partito e alla sua trasformazione in Partito Popolare Italiano (PPI). Nel gennaio 1994 alcuni dirigenti della Democrazia Cristiana, contrari alla linea politica espressa dal segretario M. Martinazzoli sulla volontà di mantenere il partito in una collocazione di centro recuperando i valori che erano stati alla base del popolarismo, decidevano di abbandonare lo scudo crociato e fondavano il CCD. La chiara caratterizzazione di centro-destra con la quale nasceva la nuova formazione, alla cui guida erano chiamati in qualità di coordinatori Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella, veniva confermata nelle prime elezioni politiche svoltesi con il sistema maggioritario nel 1994, quando il CCD entrava nell'alleanza elettorale Polo delle libertà e del buon governo, guidata da S. Berlusconi. Nell'occasione il CCD sceglieva di non presentare liste autonome per la parte proporzionale preferendo contrattare una sua presenza nella lista di Forza Italia. Conquistati 27 seggi alla Camera dei Deputati e 12 al Senato, il CCD partecipava con suoi esponenti alla compagine governativa di centro-destra varata da Berlusconi nel maggio 1994. All'opposizione del governo presieduto da L. Dini, il CCD confermava la sua collocazione di centro-destra in occasione delle elezioni regionali del 1995 e, soprattutto, nelle politiche del 1996. Queste erano però vinte dalla coalizione avversaria dell'Ulivo e il CCD guidato da Casini (mentre Mastella ne era divenuto presidente) si collocava all'opposizione. La comune origine e l'analogia della proposta politica di un rafforzamento del centro all'interno del Polo per le libertà favorivano un processo di avvicinamento tra il CCD e il CDU, che si sostanziava anche nella formazione di gruppi parlamentari unitari tra le due formazioni. Ma si trattava di un'intesa fragile, come dimostrava la rottura che si consumava nel febbraio 1997 per il dissidio sorto su quali rappresentanti nominare nella Commissione bicamerale per le riforme. Da quel momento, peraltro, si verificava anche un processo di sfaldamento all'interno dei rispettivi schieramenti con opinioni divergenti su quanto riguardava l'alleanza con il Polo. Il presidente del CCD, Mastella, nei primi mesi del 1998 lasciava il suo partito per costituire il CDR che, insieme alla frangia del CDU guidata da R. Buttiglione, aderiva alla proposta di F. Cossiga di costituire un nuovo movimento, l'UDR. Alle elezioni europee del 1999 il CCD subiva un netto calo, recuperato però alle consultazioni regionali del 2000 quando, insieme al CDU, superava i voti ottenuti nel 1996. Nel marzo 2001 le due formazioni siglavano un patto federativo (lista del Centro Cristiano Democratico) che le portava a correre insieme per il voto proporzionale alle elezioni politiche del maggio successivo e a formulare il progetto di dar vita, subito dopo il voto, ad un unico partito. Ma l'alleanza (cosiddetto “Biancofiore”), pur contribuendo alla vittoria elettorale della coalizione di centrodestra guidata da S. Berlusconi, registrava una pesante sconfitta, non riuscendo a raggiungere la soglia minima del 4% necessaria per assicurarsi i seggi della quota proporzionale. Il segretario nazionale Casini veniva comunque eletto Presidente della Camera dei Deputati e Marco Follini prendeva il suo posto alla guida del partito, che si dichiarava pronto alla fusione con il CDU. Questo atto veniva formalizzato nel dicembre 2002, quando CCD, CDU e Democrazia Europea confluivano in una nuova formazione politica, l'UDC.

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