Geografia

Settore (ca. 180.000 km²) del Mediterraneoorientale, compreso tra le coste orientali della Grecia (a W e a N), la Turchia (a E) e le isole di Cerigo, Creta, Scarpanto e Rodi (a S); comunica con il Mar Nero attraverso lo stretto dei Dardanelli, il Mar di Marmara e il Bosforo. Lungo ca. 640 km e largo in media 320, raggiunge a N dell'isola di Scarpanto la profondità massima di 2591 m; la salinità delle sue acque oscilla tra il 37 e il 39‰. Orlato da coste rocciose e frastagliate (tranne che in corrispondenza del golfo di Salonicco e della Tracia), è ricco di isole che costituiscono la parte emersa delle dorsali sottomarine che lo percorrono da NW a SE e dal Peloponnesomeridionale alla Turchia sudoccidentale. Poco pescoso, è importante via di comunicazione tra il Mediterraneo e il Mar Nero. Porti principali sono Smirne in Turchia, il Pireo, Salonicco e Candia in Grecia. In greco, Aigaíon Pélagos; in turco, Ege Denizi.

Diritto internazionale: la questione greco-turca

In seguito alla ratifica da parte greca (1° giugno 1995) della Convenzione internazionale sul diritto del mare (stipulata nel 1982 a Montego Bay, Giamaica), si acuiva nuovamente la tensione fra Grecia e Turchia per il controllo del Mare Egeo. La Convenzione, infatti, autorizzava gli Stati firmatari a estendere le proprie acque territoriali fino a 12 miglia marine dalla linea di base. Già la precedente regola delle 6 miglia riduceva grandemente, a vantaggio della Grecia, gli spazi internazionali nel Mare Egeo. L'eventuale estensione dei limiti territoriali a 12 miglia da parte greca avrebbe portato in pratica allo sbarramento dell'Egeo, creando una fascia continua di acque territoriali greche fra le isole di Eubea e Samo a N e fra l'estremità sudorientale del Peloponneso e Rodi a S. La prospettiva appariva intollerabile alla Turchia (ma in realtà anche a molti altri Paesi), giacché avrebbe potuto impedirle il libero accesso non solo ai suoi porti sull'Egeo, ma anche alla capitale Ïstanbul e al Mar Nero. Il problema si riproponeva negli stessi termini anche per la sovranità sugli spazi aerei, la cui gestione appariva più delicata avendo già dato luogo a diversi incidenti (compreso l'abbattimento di aerei militari turchi nel 1995-96). La tensione tra i due Paesi raggiungeva un momento critico nel gennaio 1996, quando la Turchia effettuava uno sbarco sull'isolotto disabitato di Imia, sotto sovranità greca, a NE dell'isola di Calimno (Kálymnos): una mediazione internazionale impediva che vi fossero conseguenze più serie, ma non si è trattato di un fatto isolato, dal momento che più volte in precedenza, la Turchia aveva sollevato il problema. Oltre agli aspetti strategico-militari e marittimi, nella controversia giocava un ruolo importante l'aspettativa che i fondali dell'Egeo presentassero idrocarburi in quantità economicamente rilevanti, anche se al riguardo, non essendo stati effettuati sondaggi, si avevano semplicemente delle stime. Soltanto un accordo sull'estensione delle acque territoriali e, soprattutto, su una divisione consensuale delle zone esclusive di sfruttamento tra Grecia e Turchia avrebbe consentito a entrambi i Paesi di procedere, nel caso, all'avvio di operazioni di ricerca. La diplomazia internazionale, anche sotto gli auspici dell'Unione Europea, ha tentato più volte di risolvere la questione dell'Egeo e sono stati firmati al proposito accordi bilaterali fra Grecia e Turchia (Dichiarazione di Madrid, firmata anche dagli Usa, nel 1997) nei quali le parti si impegnano al rispetto reciproco e rinunciano alla forza per la soluzione del problema. Con l'aprirsi del nuovo secolo, le relazioni bilaterali fra i due Paesi, pur permanendo tese in particolare per la questione di Cipro, attraversano una fase di distensione.

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