Pollino, Parco Nazionale del-

Indice

superficie 1925,65 km², altitudine 200-2267 m s.m. (Serra Dolcedorme), province: Cosenza, Matera, Potenza. Sede a Rotonda (PZ). Istituzione: 1993.

Territorio

Esteso lungo l'Appennino Meridionale Calabro-Lucano, dal mar Tirreno allo Ionio, il parco, che è uno tra i più vasti d'Italia, include tre massicci montuosi: quello del Pollino, il più famoso e alpino dei tre, solcato da canyon calcarei, con le vette più elevate dell'intera area (oltre alla Serra Dolcedorme, il monte Pollino e la Serra delle Ciavole), ricoperte di neve per lunghi periodi dell'anno; i monti dell'Orsomarso, a SW, con fitti boschi, pascoli verdeggianti e forre in cui scorrono i fiumi Lao e Argentino; e, a N, il monte Alpi, che sovrasta Latronico e la valle del fiume Sinni. Abitata dall'uomo fin da tempi antichissimi (come testimonia la grotta del Romito, che custodisce un enorme masso con incise due figure di Bos primigenius, un bovide ormai estinto, riferibili all'Epigravettiano), l'area protetta racchiude centri storici di origine medievale, eremi e santuari, tra cui quello della Madonna del Pollino e alcuni comuni, come San Paolo Albanese e Civita, dove vive una minoranza di etnia albanese, che ha preservato nel tempo (dal sec. XV-XVI) tradizioni, lingua e cerimonie religiose di rito greco-ortodosso.

Flora e fauna

Ai diversi ambienti naturali e alle variazioni climatiche corrisponde una grande varietà di specie botaniche. Nelle zone più aride la formazione vegetale più diffusa è la gariga; fino ai 700-800 m prevale la macchia mediterranea, con la presenza di lentisco, ginepro, mirto, corbezzolo e ginestra. Oltre gli 800 m crescono l'ontano napoletano, la roverella, il cerro, il castagno, varie specie di acero e il pino nero, quest'ultimo, in particolare, sul versante meridionale del massiccio. Il simbolo del parco è il pino loricato, una pianta endemica grande e contorta, residuo delle glaciazioni del Quaternario: nell'area se ne contano alcuni esemplari millenari. Vivono nel parco il lupo, il gatto selvatico, il capriolo (presente soprattutto sui monti dell'Orsomarso come specie autoctona), il cinghiale, la martora, il driomio (piccolo roditore che vive anche sull'Aspromonte e nelle Alpi Orientali) e, presso i torrenti, la lontra. L'aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, il capovaccaio e il nibbio reale sono i rapaci più rappresentativi. Tra gli anfibi, infine, si ricordano il tritone crestato, l'ululone dal ventre giallo e la salamandrina dagli occhiali.

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