(Republiek Suriname). Stato dell'America Meridionale (163.820 km²). Capitale: Paramaribo. Divisione amministrativa: distretti (10). Popolazione: 563.402 ab. (stima 2017). Lingua: olandese (ufficiale), sranan tongo, sarnami. Religione: cristiani 48,83%, induisti 22,3%, musulmani 13,9%, atei 12,3%, altri 3,1%. Unità monetaria: dollaro di Suriname (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,72 (100° posto). Confini: oceano Atlantico (N), Guyana Francese (E), Brasile (S), Guyana (W). Membro di: OAS, OCI, ONU, UNASUR, WTO, CARICOM, associato MERCOSUR.

Generalità

Come creazione politica il Suriname trae la sua origine dalle lotte delle grandi potenze europee che nel sec. XVII cercavano di imporre la propria egemonia nel Mar dei Caraibi e sulla costa settentrionale del Sudamerica. Il Paese è stato creato artificialmente ed è stato mantenuto per oltre tre secoli dalla colonizzazione europea; scoperto dagli spagnoli nel 1499, fu dal 1667 colonia olandese di interesse marginale per la madrepatria, che con assoluta disinvoltura fece affluire nel Paese neri dell'Africa, indiani, indonesiani, cinesi, emarginando gli amerindi autoctoni, e utilizzando le risorse economiche del Paese senza apportarvi sensibili benefici. L'economia, però, continua anche in questi primi anni del Duemila a essere strutturalmente fragile e si basa sugli aiuti esterni per sopravvivere, nonostante si sia registrata una certa ripresa economica.

Lo Stato

Nota come Guayana Olandese, il Suriname è divenuto indipendente nel 1975 e, in base alla Costituzione del 31 marzo 1987, è una Repubblica unitaria. Il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica, eletto con mandato quinquennale dal Parlamento, cui spetta invece il potere legislativo e i cui membri sono eletti per 5 anni. L'ordinamento giudiziario in uso si basa sul codice olandese, con elementi del diritto penale francese. La giustizia viene amministrata da una Corte di Giustizia e da tribunali cantonali. Nel Paese è in vigore la pena di morte. La difesa del Paese è affidata alle tre armi tradizionali: esercito, marina e aviazione; il servizio di leva non è obbligatorio, e si effettua a partire dai 18 anni d'età. Per quanto riguarda il sistema educativo, in Suriname l'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 12 anni; entrambi i cicli di istruzione, primaria e secondaria, durano 6 anni. l'insegnamento superiore è impartito nell'Università di Suriname (Paramaribo, 1968). Il tasso di analfabetismo presente nel Paese è mediamente contenuto, e nel 2015 si attestava al intorno al 4,5%.

Territorio: geografia fisica

Il territorio del Suriname è geologicamente costituito da un basamento di rocce molto antiche, risalenti all'era Archeozoica, piegate e metamorfosate e successivamente interessate da intrusioni granitiche, che danno origine alle forme eminenti dei rilievi; verso la costa vi si sostituiscono terreni sedimentari dell'era Cenozoica e depositi più recenti. Morfologicamente il territorio si presenta in prevalenza montuoso nella parte meridionale con rilievi che si distendono con lunghe dorsali culminando a 1230 m nel Juliana Top (Wilhelmina Gebergte); all'estremo S, al confine con il Brasile, corre la Serra Tumucumaque, che forma la linea spartiacque fra l'oceano Atlantico e il bacino amazzonico. Per il resto si hanno ampie zone pianeggianti di origine alluvionale, che in prossimità della costa si deprimono in aree paludose. § Numerosi fiumi, ricchi d'acqua per le abbondanti precipitazioni, quindi in genere navigabili, data anche la modesta variazione di portata nel corso dell'anno, scendono dai rilievi meridionali per gettarsi nell'Atlantico, con andamento per lo più parallelo tra loro: i principali sono il Coppename, il Suriname, il Corantijn e il Marowijne, i quali ultimi segnano rispettivamente la frontiera occidentale e quella orientale. Il fiume Suriname alimenta il grande bacino artificiale Brokopondo Stuwmeer (conosciuto anche con il nome di W.J. van Blommestein, l'ingegnere che lo progettò) creato negli anni Sessanta del XX secolo per la produzione di energia idroelettrica destinata alle industrie minerarie. § Situato poco a N dell'equatore, tra latitudine 6º - 2º N, il Paese ha un clima di tipo equatoriale con temperature medie annue sempre superiori ai 20 ºC e debolissime escursioni termiche annue. Le piogge sono generalmente superiori ai 2000-2500 mm annui; il regime delle precipitazioni presenta due stagioni di piogge assai ravvicinate fra loro, in occasione del duplice passaggio del Sole allo zenit (piogge zenitali) inframmezzate da due brevi stagioni secche.

Territorio: geografia umana

I primi rilevanti insediamenti olandesi furono fondati verso la fine del sec. XVII presso la foce del fiume Suriname; ben presto massiccia fu l'immissione di schiavi africani, destinati ai lavori nelle piantagioni di canna da zucchero e di caffè, tanto che nel 1775 si contavano ca. 5000 europei contro ben 75.000 neri. Paramaribo divenne il centro della colonia e da sola ospitava ca. la metà dei bianchi, dediti ad attività commerciali e portuali. Le aree di colonizzazione si estesero progressivamente lungo le valli dei fiumi Suriname, Cottica e Commewijne; alla fine del sec. XVIII si contavano già 750 piantagioni che alimentavano vivaci scambi con l'Europa. L'apporto di popolazioni di origine africana continuò a essere cospicuo, ma quando nel 1863 fu abolita la schiavitù molti di essi fuggirono dalle piantagioni e si rifugiarono nelle foreste, riprendendo a vivere come i loro progenitori d'Africa e dando origine a quelli che ancor oggi formano un gruppo etnicamente distinto, i bush negroes. Con l'abolizione della schiavitù gli olandesi presero a far immigrare asiatici, soprattutto dell'India e della loro colonia delle Indie Olandesi, oggi Indonesia; sempre più emarginati rimanevano gli originari abitatori del Paese, gli amerindi, per lo più cacciatori e pescatori della foresta. Attualmente gli indo-pakistani costituiscono ca. il 27%% della popolazione, i creoli, discendenti dei coloni olandesi e dei primi schiavi neri, il 15,7%, gli indonesiani il 13,7%, i neri il 21,7%, mentre cinesi, europei, amerindi e altri rappresentano, complessivamente, l’8,1% (dati 2012). Tra le varie etnie regna una notevole tensione sociale. Il gruppo che ha maggior importanza nella vita politica dello Stato è tuttavia quello, numericamente inferiore, dei creoli da sempre in conflitto con l'altra grande comunità, quella degli indiani. La crescita annua nel periodo 2015-2020 è stata dello 0,9% con un andamento contenuto anche a causa dei flussi migratori che già in passato hanno portato al di fuori dei confini migliaia di surinamesi: nel decennio successivo alla conquista dell'indipendenza, circa un terzo degli abitanti ha lasciato il Paese, dirigendosi in particolare verso l'Olanda. La densità è di 3,44 ab./km² ed è la più bassa di tutta l'America Meridionale; in effetti, se si eccettuano i pochi insediamenti dislocati lungo le sponde dei fiumi navigabili, la popolazione vive quasi esclusivamente nella fascia costiera, dove sono possibili le coltivazioni, e nei centri minerari, e le zone interne sono praticamente disabitate. Unica città vera e propria è la capitale Paramaribo, situata sulla sponda sinistra del fiume Suriname a ca. 30 km dalla foce, importante centro portuale e commerciale, che ospita oltre la metà della popolazione totale del Paese, con una densità abitativa di 1339 ab./km². Fra gli altri centri Nieuw Nickerie e Lelydorp sono gli unici a superare i 10.000 abitanti.

Territorio: ambiente

La vegetazione è caratterizzata dalla foresta equatoriale, ricca di essenze pregiate (Lucuma mammosa, Lecythis ollaria, Copaifera bracteata, Bombax ceiba o Kapok ecc.) e che ammanta pressoché l'intero territorio; una fascia di mangrovie orla la costa e, nelle zone meno umide, si hanno aree a savana. Oltre il 90% della superficie del Paese è ancora occupato dalla foresta, abitata da grandi mammiferi come il tapiro, il giaguaro, scimmie, l'armadillo gigante e suini selvatici; tra i rettili sono presenti l'iguana, il caimano e tra gli anfibi una specie endemica di dendrobate, il Dendrobates azureus, mentre molto variegata è l'avifauna con aquile, galli delle rocce, pappagalli, colibrì, ibis e aironi. I maggiori problemi ambientali del Paese sono legati all'inquinamento dei fiumi dovuto agli scarichi tossici delle industrie minerarie e alla deforestazione causata dallo sfruttamento del legname per l'esportazione. Il 13,2% del territorio è oggetto di tutela da parte delle autorità; le aree protette comprendono la Riserva naturale del Suriname centrale, dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità nel 2000 e che racchiude un vasto ecosistema primario, il Parco naturale di Brownsberg, creato nel 1969 con finalità di protezione, ricerca ed educazione più diverse riserve naturali.

Economia: generalità

L'acquisizione dell'indipendenza non ha sostanzialmente mutato gli orientamenti di politica economica del Suriname, basati sin dall'epoca coloniale sullo sfruttamento dei ricchissimi giacimenti di bauxite e sull'agricoltura di piantagione; gli sforzi dei governi sono eminentemente volti all'effettiva riappropriazione del patrimonio nazionale. Le possibilità offerte dal Suriname sono senza dubbio molteplici: oltre ai giacimenti minerari il Paese ha terreni fertili, vastissime distese forestali con essenze di gran pregio, mari pescosi; non solo le attività primarie potrebbero essere notevolmente potenziate, ma ancor più quelle industriali, molto modeste sia per la scarsità di manodopera specializzata sia per la mancanza di adeguati investimenti stranieri, indispensabili in un Paese che è ben lungi dall'aver realizzato un sufficiente accumulo di capitali. Tra l'altro è proprio dagli sviluppi dell'industria che maggiormente dipende la creazione di nuovi posti di lavoro; l'industrializzazione del Paese sarebbe inoltre l'unico strumento in grado di attenuare le forti importazioni di manufatti. Le condizioni economiche sono poi ulteriormente peggiorate negli anni Ottanta, a causa dei turbamenti politici che hanno interessato il Paese e del calo dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali. Nel decennio successivo il Paese ha dovuto ricorrere agli aiuti internazionali, elargiti alla condizione che venisse attuato un piano di sviluppo, che le autorità hanno stentato ad avviare. Il programma di riforme strutturali e di austerità, tuttavia, promosso dal governo nel gennaio 1993, pur non modificando sostanzialmente lo stato di povertà in cui versa la maggioranza della popolazione, ha cominciato a dare i primi risultati positivi nel miglioramento di alcuni indicatori economici: nel 1997, infatti, il tasso di inflazione è sceso dal 357% del 1994 al 7,1%. Nel 2007-2008 la crescita del PIL si è mantenuta elevata (nel 2008 il PIL era stimato in 2.984 ml $ USA e il PIL pro capite in 5.599 $ USA), nonostante l'inflazione sia rimasta elevata (14,6% nel 2008). Nel 2018 il PIL ha raggiunto 3427 ml $ USA e il PIL pro capite 5.799 $ USA.

Economia: agricoltura, foreste, allevamento e pesca

L'agricoltura viene praticata in modo intensivo sull'esigua porzione di superficie coltivata (meno dell'1% del territorio nazionale). In generale, il settore primario concorre alla formazione del PIL per il 9,9% e occupa il 7% della popolazione attiva. A prevalere nettamente è la risicoltura, che copre le necessità interne e consente una certa esportazione. Segue per importanza la coltivazione della palma da olio; il Paese è altresì autosufficiente per vari altri generi alimentari, come lo zucchero (dai sottoprodotti dello zucchero si ottengono notevoli quantità di rhum), gli agrumi (soprattutto arance, pompelmi), le banane e il caffè; un ruolo minore hanno il cacao, la palma da cocco e le arachidi. § Come si è detto, il Suriname è in pratica un'immensa foresta, ricchissima di essenze pregiate che non viene adeguatamente sfruttata a fini commerciali a causa soprattutto della mancanza di vie di comunicazione e di investimenti mirati. § Scarso rilievo ha l'allevamento, che manca di adatte condizioni climatiche e ambientali; discretamente numerosi sono solo i volatili da cortile. § Maggior importanza riveste la pesca, che contribuisce a integrare le risorse alimentari della popolazione e ad accrescere le esportazioni (in particolare verso gli USA); il pescato annuo è in preponderante misura rappresentato da crostacei.

Economia: industria e risorse minerarie

Le attività industriali, limitate anche per l'insufficiente produzione di energia elettrica (si producono annualmente quasi 2000 milioni di kWh (dato 2016), per la maggior parte forniti dalla centrale idrica di Brokopondo), sono soprattutto rivolte alla lavorazione dei prodotti agricoli e forestali; si annoverano perciò zuccherifici, riserie, oleifici, aziende di lavorazione del pesce, manifatture di tabacchi, birrifici, distillerie di alcol (principalmente rhum), aziende di lavorazione del legname (a Bruynzeel); a questi si aggiungono alcuni cementifici, gli impianti per la riduzione della bauxite di Moengo, Onverwacht, Bruynzeel e Paranam, infine il complesso per la produzione dell'alluminio, esso pure ubicato a Paranam (uno dei più importanti del Sudamerica, principale polo industriale del Paese, che ha contribuito alla costruzione della diga di Brokopondo). § L'economia del Paese si basa però sulla bauxite, di cui è uno dei maggior produttori mondiali, che con i suoi derivati (allumina e alluminio) forma il 70% del valore complessivo delle esportazioni; annualmente si estraggono quasi 5 milioni di t di minerale; tuttavia, le compagnie presenti ritengono che prima del 2015 i giacimenti possano esaurirsi. Le risorse minerarie includono manganese, rame, nichel, platino, oro (nei depositi alluvionali di Saramacca e Lawa); nel 1981 la Gulf Oil Corporation ha scoperto sabbie petrolifere nel distretto di Saramacca e a Tambaredjo e l'anno successivo sono iniziate delle prospezioni sottomarine; nel 2006 sono stati estratti più di mezzo milione di t di greggio. Complessivamente, il settore assorbe più del 22% della popolazione attiva (considerando anche il settore terziario), contribuendo per il 42,7% alla formazione della ricchezza nazionale.

Economia: commercio e comunicazioni

Il commercio interno è poco sviluppato, data la prevalenza di un'economia di sussistenza; abbastanza vivaci sono invece gli scambi con l'estero. Il Suriname esporta bauxite, allumina e alluminio, quindi oro, petrolio greggio, legname, riso, banane, crostacei e pesce, mentre le importazioni sono soprattutto rappresentate da attrezzature, petrolio, generi alimentari, animali vivi, cotone e beni di consumo; gli scambi si svolgono con Norvegia, Canada, USA, Belgio, Francia, Emirati Arabi Uniti e Islanda per le esportazioni, USA, Paesi Bassi, Trinidad e Tobago, Giappone e Cina per le importazioni. § La scarsità di vie di comunicazione ostacola non poco lo sviluppo del Paese; la rete stradale, di 4304 km (di cui 1119 asfaltati), si articola su due principali arterie, la litoranea da Albina, presso la frontiera orientale, a Nieuw Nickerie, presso quella occidentale, e la via di penetrazione da Paramaribo alla diga di Brokopondo, che grosso modo segue il tracciato del breve tronco ferroviario. Buoni sono però i collegamenti fluviali, fondamentali per il trasporto delle materie prime, e marittimi con principali porti a Paramaribo, Nieuw Nickerie e Albina; particolare sviluppo hanno registrato le comunicazioni aeree (oltre alla compagnia di bandiera, operano alcune società private), che fanno capo all'aeroporto internazionale di Zanderij, a 45 km da Paramaribo. Anche il turismo è in crescita. Il sistema finanziario è poco sviluppato e soggetto all'influenza del governo. Il Paese è membro del CARICOM dal 1996 e della CSN (Comunità Sudamericana delle Nazioni) dal 2004. Il settore rappresenta il 50,9% del PIL nazionale (2007).

Storia

Il primo popolamento europeo fu opera degli inglesi e risale al 1650. Già ceduta dalla Gran Bretagna ai Paesi Bassi con il Trattato di Breda (1667), la regione fu definitivamente acquisita da questi ultimi, dopo un altro breve periodo di occupazione inglese, nel 1815 (colonia della Guayana Olandese). Con l'abolizione della schiavitù (1863) venne dato largo spazio all'immigrazione asiatica (indiani e indonesiani), il che introdusse un costante fattore di tensione tra le diverse comunità etniche. Ottenuta un'ampia autonomia interna nel 1954, il Suriname raggiunse la piena indipendenza il 25 novembre 1975, dandosi una Costituzione repubblicana e un ordinamento parlamentare. Nel febbraio 1980, tuttavia, un colpo di stato militare rovesciò il governo di H. Arron (primo ministro dall'indipendenza), aprendo un periodo di instabilità politica che vide imporsi la figura del colonnello D. Bouterse, il quale, capo dello Stato dal febbraio 1982, dopo aver eliminato tutti gli oppositori instaurò un regime filocastrista. Paesi Bassi e Stati Uniti ruppero le relazioni diplomatiche e sospesero l'acquisto di bauxite, gettando il Suriname in una gravissima crisi economica. Il dittatore perseguì quindi un riavvicinamento al mondo occidentale che non valse però a guadagnargli la fiducia della comunità internazionale; sul piano interno, inoltre, dal 1986 iniziava a divenire attivo, nella parte occidentale del Paese, un movimento antirivoluzionario guerrigliero finanziato dai borghesi esuli nei Paesi Bassi. In conseguenza di tali sviluppi Bouterse avviava, all'inizio del 1987, un programma di democratizzazione sfociato fra settembre e novembre nella promulgazione di un nuovo documento costituzionale e nello svolgimento di libere elezioni, che assegnavano la vittoria alle forze dell'opposizione moderata coalizzata nel Fronte per la democrazia e lo sviluppo. Il nuovo legittimo governo, apprestatosi al risanamento dell'economia nazionale, nel perdurare di attività di guerriglia era comunque presto costretto a subire pesanti ingerenze dell'esercito, fino a esserne rovesciato con un ulteriore colpo di stato nel 1990. Il 24 dicembre 1990 militari fedeli all'ex dittatore rovesciavano il presidente R. Shankar sostituendolo con J. Kraag, un esponente del filomilitare Partito nazionale democratico, sconfitto nelle elezioni del 1987. Le negative reazioni internazionali, in particolare degli Stati Uniti, consigliavano i nuovi dirigenti a indire elezioni (settembre 1991) che erano vinte ancora dall'opposizione democratica. Presidente della Repubblica diveniva R. Venetiaan che poteva, in tal modo, condurre in porto il processo di pacificazione con la guerriglia (agosto 1992) e Bouterse era costretto ad abbandonare il comando dell'esercito. La situazione del Paese poteva, così, stabilizzarsi all'interno di una normale dialettica politica sino alle nuove elezioni (maggio 1996), quando il Fronte per la democrazia e lo sviluppo del presidente uscente Venetiaan usciva ancora vittorioso dal confronto con il Partito nazionale democratico di Bouterse. Essendosi verificato poco dopo uno sfaldamento del Fronte per la democrazia, col passaggio di alcune delle sue componenti alleate al partito dell'ex dittatore, e dal momento che nessun candidato aveva ottenuto il voto di 2/3 dei deputati, l'Assemblea dei popoli uniti elesse alla presidenza della repubblica J. Wijdenbosch del Partito nazionale democratico. In base agli accordi sottoscritti con gli altri partiti della coalizione, Bouterse non può più ricoprire incarichi nel nuovo governo; inoltre ha subito una condanna per traffico di droga da parte del governo olandese. Venetian è stato di nuovo eletto presidente nel 2000. Nel 2010 Désire "Désì" Bouterse diventava presidente e capo del governo. Le elezioni del 2015 vedevano Buoterse di nuovo vincitore. Nel 2019 Bouterse veniva però condannato a una pena di 20 anni di carcere per essere stato il mandante dell’uccisione di molti oppositori politici nel 1982.

Cultura: generalità

Il mosaico etnico alla base dell'odierna società surinamese costituisce, pur all'interno del variegato mondo caribico, una peculiarità, i cui tratti dominano anche il panorama culturale del Paese. Infatti, oltre alla sintesi tra elementi autoctoni (amerindi) ed europei (principalmente olandesi), considerevole è stato il contributo legato all'immigrazione di lavoratori africani e orientali. La religione, la lingua (l'olandese è affiancato da diversi dialetti creoli), la cucina, la musica (i generi tipici del caribe si mescolano al jazz e ai ritmi dell'Africa Nera) e l'architettura (sia civile sia religiosa) portano ampi esempi di tale crogiuolo di tradizioni. Uno dei momenti folcloristici più importanti è proprio la Cultural parade in cui sfilano tutti i gruppi etnici. Nella capitale si trovano moschee, sinagoghe, chiese, e la bellezza di Paramaribo è riconosciuta anche dall'UNESCO che ne ha inserito il Centro storico fra i patrimoni dell'umanità (2002). Benché molti artisti abbiano preferito l'estero, l'arte e l'artigianato locali hanno mantenuto vive le proprie radici nelle incisioni, nelle sculture e nei manufatti di uso quotidiano. La letteratura conta una gruppo di artisti locali le cui opere spaziano dalla prosa alla poesia alla letteratura per ragazzi.

Bibliografia

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