(Co-operative Republic of Guyana). Stato dell'America Meridionale (214.999 km²). Capitale: Georgetown. Divisione amministrativa: regioni (10). Popolazione: 766.000 ab. (stima 2008). Lingua: inglese (ufficiale), creolo-inglese, idiomi indiani (hindī, urdu ecc.). Religione: induisti 28,8%, protestanti 18,7%, altri cristiani 17,9%, cattolici 8,1%, musulmani 7,3%, anglicani 7%, non religiosi/atei 4,3%, altri 7,9%. Unità monetaria: dollaro della Guyana (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,725 (110° posto). Confini: Venezuela (NW), oceano Atlantico (NE), Suriname (E), Brasile (S e SW). Membro di: Commonwealth, CSM, OAS, OCI, ONU e WTO, associato UE.

Generalità

La Guyana è il più vasto dei tre territori affacciati a N sull'oceano Atlantico ed estesi verso l'interno su massicci delimitanti il bassopiano amazzonico. Oggetto di conquista coloniale da parte di altrettante potenze europee (Gran Bretagna, Paesi Bassi e Francia), queste terre videro ben presto frammentarsi quell'unità morfologica regionale, che poggia appunto sulla presenza del Massiccio della Guayana. Il territorio della Guyana è caratterizzato da una natura maestosa e lussureggiante, puntellato di cascate imponenti, estese foreste pluviali e tropicali e savane abitate da innumerevoli specie di vita animale e vegetale. Sfruttando questo patrimonio, il Paese possiede tutte le carte per diventare in futuro una delle principali mete ecoturistiche del pianeta. Nonostante il primato naturalistico, la Guyana, subisce ancora gli effetti negativi di una colonizzazione poco avveduta, operata in special modo da olandesi e britannici. Le grandi potenze europee hanno infatti lasciato dopo il loro passaggio un Paese in totale decadenza e una popolazione caratterizzata da una mescolanza di etnie in perenne mutamento.

Lo Stato

Già colonia britannica, indipendente dal 1966, in base alla Costituzione del 1970 (poi emendata nel 1980, con l'introduzione del bipartitismo) la Guyana è una Repubblica cooperativistica di tipo presidenziale nell'ambito del Commonwealth, ispirata a un modello di tipo socialista. Capo dello Stato è il presidente della Repubblica, eletto ogni 5 anni a suffragio universale. Il presidente esercita il potere esecutivo coadiuvato dal primo ministro, da lui nominato, e dal Consiglio dei ministri, che è responsabile dinanzi all'Assemblea nazionale; a questa, eletta con mandato quinquennale, è affidato il potere legislativo. Il sistema di diritto in uso è basato sulla Common Law britannica, con alcune commistioni derivanti dal diritto romano e olandese; la giurisdizione internazionale non è tuttavia accettata. La giustizia è amministrata dalla Corte Suprema, che si compone di un'Alta Corte e di tribunali di appello. Nel Paese è in vigore la pena di morte.La difesa è organizzata nelle tre forze tradizionali: esercito, marina, aviazione; il servizio militare non è obbligatorio e si effettua su base volontaria a partire dai 18 anni d'età. Per quanto riguarda l'organizzazione scolastica, dal 1976 lo Stato si è assunto la responsabilità di tutte le scuole private (comprese quelle gestite dalla Chiesa). L'istruzione è gratuita e obbligatoria fino a 14 anni d'età. L'insegnamento primario viene impartito a partire dall'età di 6 anni e dura per un periodo di 6 anni; l'insegnamento secondario ha invece durata quinquennale. L'istruzione superiore è impartita nell'Università di Guyana (1963) e in diversi istituti. Il tasso di analfabetismo nel Paese è molto basso: 1% nel 2005.

Territorio: geografia fisica

Affacciato a N per 500 km all'Oceano Atlantico con una costa bassa e spesso paludosa, il territorio della Guyana è in buona parte pianeggiante, con vaste superfici alluvionali lungo la fascia litoranea, cui succede verso l'interno un'ampia piattaforma poco elevata (meno di 200 m d'altezza), ma che è chiusa a W e a S da un orlo di alteterre, anch'esse a struttura largamente tabulare, tra cui si evidenziano la Serra Pacaraima o Pakaraima (che tocca i 2875 m con il monte Roraima, massima cima del Paese) al confine con il Venezuela e la Serra Acaraí o Acari a quello con il Brasile. Se morfologicamente il Paese ha la sua nota dominante e un po' monotona nei paesaggi aperti, orizzontali, più vario ne è il profilo geologico. I rilievi appartenenti al Massiccio della Guayana poggiano su uno zoccolo cristallino precambriano, ricoperto da strati sedimentari del Paleozoico, corrugati e poi lungamente peneplanati dall'erosione; tra le spesse stratificazioni emergono talora le rocce cristalline formanti caratteristici rilievi a “pan di zucchero”. Sedimenti arenacei del Cenozoico (era terziaria) costituiscono invece il substrato delle aree pianeggianti, su cui si sovrappongono nella cimosa costiera più recenti depositi alluvionali. Idrograficamente il Paese corrisponde in buona parte al bacino dell'Essequibo; nato dai rilievi meridionali e arricchito da numerosi affluenti (il Cuyuni, il Rupununi, ecc.), il fiume solca da S a N la Guyana, di cui è un grande asse idrografico, sfociando nell'Atlantico con un vasto estuario poco a W di Georgetown. La struttura tabulare dei rilievi, che scendono al piano con netti gradini, fa sì che il corso dei fiumi sia sovente interrotto da rapide e cascate: le più spettacolari sono quelle di Kaieteur (226 m il primo salto, 21 m il secondo) sul fiume Potaro, un affluente dell'Essequibo. Tra i minori corsi d'acqua, tutti tributari dell'Oceano Atlantico e tutti di portata considerevole, date le copiose precipitazioni, sono il Demerara, il Berbice e, al confine con il Suriname, il Courentyne. La posizione astronomica in prossimità dell'Equatore e l'influsso pressoché costante degli alisei di NE e di SE determinano un clima prevalentemente caldo e umido; in particolare debolissime sono le escursioni termiche sulla costa, dove si ha una temperatura quasi costante di 26 ºC. Copiose sono le precipitazioni (oltre 2500 mm annui a Georgetown), che cadono con particolare intensità tra aprile e agosto, mentre tra settembre e novembre si ha una breve stagione secca. I valori termici e quelli pluviometrici decrescono sui rilievi interni, dove si accentua il periodo asciutto. Date le condizioni climatiche, il Paese è ricoperto per tre quarti da una fitta foresta pluviale; solo nelle aree più interne e più elevate prevale la savana arborata, mentre le coste sono fasciate dalle mangrovie.

Territorio: geografia umana

Sono ormai ridotti a poco più di 30.000 gli abitanti originari del Paese, gli amerindi Arawak, che vivono nelle aree rifugiali più interne, dove furono sospinti dai colonizzatori europei; questi, giunti nella Guyana già all'epoca delle prime grandi navigazioni, solo a partire dal XVIII sec. fondarono dei centri stabili e iniziarono una duratura organizzazione territoriale della regione. Essi introdussero inoltre le colture di piantagione, dapprima quella del caffè, quindi, rivelatasi più redditizia, quella della canna da zucchero; furono fatti affluire forti contingenti di africani (si calcola che nel 1834, su una popolazione totale di 100.000 ab., ca. 80.000 fossero appunto ex africani), che i colonizzatori non ritennero però sufficientemente produttivi e che, dopo l'abolizione della schiavitù, furono in larga misura sostituiti da manodopera asiatica a basso costo, in specie da immigrati dall'impero britannico dell'India e cinesi. Per l'altissima mortalità dovuta alla malaria e ad altre malattie tropicali l'accrescimento della popolazione fu assai lento; ancora nel 1931 la Guyana contava poco più di 310.000 ab., già raddoppiati però nel 1965 per le migliorate condizioni di vita. Alla fine del XX sec. il tasso d'incremento annuo è però diminuito e la crescita annua si è assestata intorno allo 0,2% (2000-2005), il dato più basso dell'America Meridionale. L'indice si spiega tenendo conto di due elementi: il saldo migratorio e l'indice di mortalità, specie quello relativo alla mortalità infantile. Nei primi anni Novanta il tasso di emigrazione era superiore a quello delle nascite; a lasciare il Paese sono stati soprattutto i guyanesi appartenenti ai ceti più elevati, spinti dall'incertezza politica ed economica, che hanno raggiunto Canada e Stati Uniti. La Guyana presenta inoltre tassi di mortalità infantile piuttosto alti (63‰ nei bambini al di sotto dei 5 anni), doppia rispetto alla media regionale, a causa delle precarie condizioni di vita, specie tra gli indigeni. Dai primi anni del XXI sec. la diffusione del virus dell'HIV ha subito un drastico aumento (è il dato più alto dell'America latina dopo quello di Haiti) e costituisce una delle principali cause di morte entro l'intera popolazione. La composizione etnica è naturalmente assai composita; il 43,5% della popolazione è costituita da Indiani (il forte indice di natalità ne ha fatto il gruppo numericamente prevalente, ma anche quello rimasto, in genere, economicamente e socialmente più emarginato), il 30,2% sono afroamericani, il 16,7% meticci, il 9,2% amerindi, con esigue minoranze di europei (specie portoghesi) e cinesi. La scarsa integrazione tra le diverse comunità, ciascuna delle quali ha rappresentanti politici propri, ha causato in passato tensioni e scontri. La Guyana è assai scarsamente popolata (4 ab./km²); vastissime aree dell'interno sono totalmente prive d'insediamenti, mentre una certa concentrazione si ha sulla fascia costiera orientale, dove si raggiunge una densità di 139 ab./km², nella regione di Demerara-Mahaica, e dove è l'unica vera città del Paese, Georgetown (34.179 ab. nel 2002 ma che supera i 137.000 ab. nell'agglomerato urbano): situata alla foce del Demerara, la capitale è il principale porto guyanense, nonché centro politico, amministrativo, economico e culturale, dalla struttura urbana propria delle città coloniali d'origine inglese. Sul fiume Demerara è anche Linden (ex Mackenzie), il maggior centro dell'interno, situato in prossimità di un giacimento di bauxite; un attivo traffico portuale svolge invece New Amsterdam, posta allo sbocco del Berbice. Per il resto quasi il 62% della popolazione è ancora classificato come rurale.

Territorio: ambiente

Date le condizioni climatiche, il Paese è ricoperto per tre quarti da una fitta foresta pluviale oggetto di interesse da parte di agenzie straniere interessate allo sfruttamento del legname; solo nelle aree più interne e più elevate prevale la savana arborata, mentre le coste sono fasciate dalle mangrovie. La fauna del Paese comprende varie specie: uccelli, come il potoo dalle ali bianche (Nyctibius leucopterus), diversi pappagalli, are; mammiferi, quali giaguari, ocelot, bradipi, pecari, capibari, aluatte; pesci, come l'Arapaima; infine caimani, serpenti e rane. Un'altra importante questione ambientale è quella relativa all'inquinamento delle acque interne, causato dall'agricoltura e dall'industria mineraria. Tra le aree protette del Paese, riconosciute dall'agenzia nazionale per la protezione ambientale della Guyana (EPA) e riguardanti il 2,2% del territorio, si trovano il Kaieteur National Park, istituito nel 1929 intorno alle spettacolari cascate, e la Riserva Forestale di Iwokrama, per la cui protezione è stato creato un apposito protocollo nel 1997. Tra le altre aree naturalistiche del Paese destinate probabilmente a diventare zone protette di interesse nazionale si contano quella del monte Roraima e quella delle cascate Orinduik.

Economa: generalità

L'economia della Guyana risente ancora di un'intrinseca debolezza strutturale, Essa resta incentrata sulla monocoltura della canna da zucchero e sull'estrazione di bauxite (esportata grezza), principali oggetti di lavorazione delle industrie locali; il Paese è povero di infrastrutture in genere e dipende dall'estero per la maggior parte dei prodotti industriali. Negli ultimi decenni del XX sec., tuttavia, il governo ha avviato una decisa politica di riappropriazione delle risorse nazionali nei settori industriali e commerciali, statalizzando le principali compagnie straniere come la Demerara Sugar Company, britannica, mentre l'intero settore della bauxite nel 1977 è passato sotto il controllo dell'ente di Stato Guyamine. Ciò ha tra l'altro consentito di impostare un processo di diversificazione dei globali programmi produttivi alla luce delle reali necessità del Paese, in prima istanza volti al conseguimento dell'autonomia almeno nell'ambito alimentare e dell'abbigliamento; grandi aspettative sono anche state poste nei risultati da conseguirsi insieme ad altri Paesi vicini, di recente indipendenza – come Trinidad e Tobago e la Giamaica –, nell'ambito delle possibilità operative offerte dal CARICOM, di cui la Guyana è uno dei principali membri (come l'iniziativa per l'abolizione delle tariffe doganali, cui la Guyana partecipa dal 1989 insieme a USA, Regno Unito e altri Paesi aderenti al CARICOM). Negli anni Ottanta, il crollo dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali ha causato un declino dell'economia del Paese; questo ha portato anche allo svilupparsi di un'economia parallela e informale, che ha aggravato la situazione finanziaria dello Stato. All'inizio degli anni Novanta sono state avviate riforme strutturali i cui risultati, tuttavia, sono stati vanificati nel 1998 da una nuova crisi causata da un lungo periodo di siccità, provocata dal passaggio di El Niño nell'oceano Pacifico che ha prodotto una forte carenza alimentare, incendi forestali e moria di bestiame. La crisi è stata acuita dal ribasso del prezzo internazionale dell'oro. A seguito di tali eventi, il tasso medio di inflazione è aumentato negli anni 1998-99, mentre il PIL è sceso. Dopo una fase di recessione il tasso di crescita è tornato positivo (nel 2008 il PIL era di 1.130 ml $ USA, mentre il PIL pro capite di 1.480 $ USA), tuttavia il tasso di inflazione e quello di disoccupazione continuano a destare preoccupazione. Nel 2005 il FMI ha cancellato il debito estero della Guyana.

Economia: agricoltura, foreste e pesca

L'agricoltura, cui si dedica il 15,8% della popolazione attiva e che copre il 31,1% del PIL (2007), può contare su una superficie assai esigua (solo il 2,5% del territorio, in parte ancora inesplorato), limitata quasi esclusivamente alla fascia costiera, specie a E del fiume Essequibo. Ai fini commerciali, la coltura principale è quella della canna da zucchero, praticata sia in vaste e ben organizzate piantagioni, sia in piccoli appezzamenti a gestione familiare. Grazie ai cospicui investimenti effettuati nell'ambito del potenziamento agricolo (creazione di infrastrutture irrigue, sperimentazione di nuove colture ecc.), la Guyana ha in pratica conseguito l'autosufficienza per quasi tutti i prodotti alimentari; primeggia nettamente il riso, favorito dall'abbondanza di acque e dal clima adatto e unica coltura, insieme alla canna da zucchero, a essere meccanizzata in modo adeguato; la sua produzione avviene in aziende private e lo Stato interviene poi nel procedimento di irrigazione e di lavorazione industriale. Seguono per importanza le colture della palma da cocco, gli agrumi (tra cui il lime o limetta), la manioca, il caffè, le banane ecc. Ricchissime sono le risorse forestali, che per la mancanza delle vie di comunicazione e di una rete di trasporto adeguata, non sono ancora sufficientemente sfruttate; nel 1986, la creazione di un Ministero delle Foreste ha comunque preluso a una migliore valorizzazione del settore, attuata anche tramite l'accordo con società private. Oltre al legname, trasportato per fluitazione e comprendente essenze assai pregiate (Mora excelsa, Carapa guianensis, Eperua falcata e Ocotea rodiaei), si ricava la balata, una sostanza gommosa simile al caucciù. Scarsamente sviluppato e destinato al consumo locale è l'allevamento, che, se si escludono i numerosi volatili da cortile, non ha spazi adatti (le aree savaniche sono ridotte) né un clima favorevole; la pesca, praticata sui bassi fondali della costa, consente invece una certa esportazione, principalmente di crostacei (soprattutto verso gli USA).

Economia: risorse minerarie e industria

La seconda principale ricchezza del Paese è quella mineraria, dato che la Guyana è uno dei massimi produttori mondiali di bauxite, estratta a Ituni, Demba e Kwakwani; altri prodotti minerari di rilievo sono l'oro (setacciato presso i depositi alluvionali del Potaro, Mazaruni, Cuyuni e Rapununi), i diamanti (nella valle di Mazaruni), il manganese e l'amianto. L'economia illegale incide fortemente su questo settore. Molto carente è la produzione energetica, la cui arretratezza costituisce un ostacolo all'industrializzazione; l'energia elettrica è per lo più d'origine termica, prodotta con combustibili d'importazione, benché esistano ottime prospettive in campo idroelettrico, dati i frequenti e copiosi salti d'acqua del Paese. Lo sviluppo dell'industria è legato quasi esclusivamente alla prima lavorazione dei prodotti minerari, specie della bauxite (con principali impianti a Linden, a Everton e a Kwakwani, per quanto la maggior parte del minerale continui a essere esportata grezza) e alla trasformazione di quelli agricoli: si hanno perciò zuccherifici, distillerie di rhum e di alcol, birrifici, oleifici, manifatture di tabacco. Il settore secondario incide per circa un quinto alla formazione del PIL, mentre il terziario contribuisce quasi per la metà; complessivamente, i due settori occupano l'84,2% della forza lavoro.

Economia: comunicazioni e commercio

Estremamente scarse sono le vie di comunicazione; il Paese dispone di 7970 km di strade (di cui solo 590 km sono asfaltati), in pratica limitate alla fascia costiera e impiegate quasi esclusivamente al servizio dell'attività estrattiva, in quanto unico collegamento tra i giacimenti e i porti d'imbarco dei minerali; del pari, esclusivamente utilizzati per il trasporto dei minerali sono i brevi tronchi ferroviari (quello che resta dell'antica ferrovia, la prima del Sud America ad essere costruita nel 1848 e che dal 1970 non effettua più trasporto passeggeri). Nell'interno del Paese, fondamentale è il ricorso alle vie d'acqua e ai servizi aerei; a Timehri, presso Georgetown, funziona un aeroporto internazionale. La capitale è anche il massimo scalo marittimo della Guyana; altro porto importante è quello di New Amsterdam. La Guyana importa essenzialmente manufatti, petrolio, macchinari, mezzi di trasporto e prodotti alimentari, mentre i tre quarti dell'esportazione sono costituiti da zucchero e bauxite, cui seguono oro, allumina, melassa, riso, legname, rhum, prodotti ittici (soprattutto gamberetti); la bilancia commerciale è passiva. Il commercio estero si svolge in particolar modo con Canada, USA, Regno Unito, Portogallo, Trinidad e Tobago, Francia, Paesi Bassi e Giamaica per le esportazioni e con Trinidad e Tobago, USA, Cina, Cuba e Regno Unito per le importazioni. Il settore finanziario è poco sviluppato.

Storia

Dopo la definitiva assegnazione del territorio alla Gran Bretagna nel 1815, questo venne organizzato come colonia nel 1832, con capitale Georgetown. Numerosi immigrati asiatici, specialmente Indiani, si dedicarono all'agricoltura, senza però fondersi con i precedenti coloni (ex schiavi) africani, e la popolazione si sviluppò in compartimenti stagni. Nel 1953 fu concesso l'autogoverno interno e nelle elezioni tenute lo stesso anno trionfò il People's Progressive Party (PPP), guidato da Cheddi Jagan, di fede marxista, ma inviso alla comunità afro. Scoppiati tumulti, il governatore britannico annullò i risultati elettorali e per un certo periodo amministrò il territorio con norme provvisorie. Jagan ascese comunque al governo, dopo i successi elettorali colti nel 1957 e nel 1961. Nel 1964 il governatore britannico introdusse il sistema elettorale proporzionale: come conseguenza di questo mutamento le elezioni dello stesso anno portarono al potere i due partiti d'opposizione coalizzati: il People's National Congress (PNC), espressione della comunità afro, e la United Force (UF), partito degli europei. Primo ministro divenne L. F. S. Burnham (PNC) che, concluse le trattative con Londra, nel maggio 1966 poté proclamare l'indipendenza. La Costituzione del 1970 istituì la Repubblica, di cui A. Chung fu nominato presidente. Nonostante la salda maggioranza parlamentare, le difficoltà socio-economiche indussero Burnham (sempre riconfermato capo del governo) a introdurre nel 1977 lo stato d'emergenza. Con la modifica costituzionale del luglio 1978 il premier assunse poi di fatto i pieni poteri, inclusa (dall'ottobre 1980) la presidenza della Repubblica. Nelle elezioni generali del dicembre 1985 il PNC risultava ancora vincitore e venivano nominati Hugh Desmond Hoyte presidente della Repubblica, in luogo del predecessore morto in agosto, e Hamilton Green primo ministro. Come obiettivi prioritari di governo venivano posti la liberalizzazione dell'economia e il miglioramento dei rapporti con il Venezuela, turbati dalla disputa territoriale sulla regione di Essequibo. Si ottenevano comunque progressi solo nel campo delle relazioni internazionali, sia per la normalizzazione dei rapporti con il Venezuela e il Brasile, sia per l'entrata della Guyana nell'OAS (Organizzazione degli Stati Americani) nel 1991, mentre non si facevano passi avanti sul fronte economico. Nel 1992 le elezioni presidenziali e legislative registravano la vittoria del PPP, che vedeva assegnare la carica di presidente della Repubblica a Cheddi Jagan e quella di primo ministro a Samuel Hinds. Alla morte di Cheddi Jagan (marzo 1997), gli succedeva ad interim il premier Samuel Hinds, che cedeva la guida del governo a Janet Jagan, la vedova del defunto presidente. In seguito alle elezioni presidenziali e legislative della fine del 1997, Samuel Hinds comunque ritornava a ricoprire la carica di primo ministro, mentre Janet Jagan veniva eletta presidente della Repubblica. Dopo aver avviato con il leaderdell'opposizione un programma di riforme costituzionali, nell'agosto 1999 la Jagan si dimetteva, incaricando Bharat Jagdeo, ministro delle Finanze, di sostituirla fino alla scadenza del mandato presidenziale. Le elezioni presidenziali del marzo 2001 riconfermavano a capo dello Stato Bharat Jagdeo e il PPP, appoggiato dalla componente indiana e asiatica, riusciva per la terza volta a sconfiggere il suo rivale storico, il PNC. Nell'agosto del 2006 si svolgevano le elezioni presidenziali vinte da Jagdeo con il 54,6% dei voti, mentre quelle del dicembre del 2011 erano vinte dal candidato del PPP, Donald Ramotar.

Cultura: generalità

Ampie testimonianze delle vicende storiche della Guyana sono oggi rintracciabili nei caratteri culturali del Paese. Il mosaico etnico, eredità della colonizzazione, si riflette nella difficile convivenza sociale, pur se, nel contempo, a questa stessa miscellanea si deve l'estrema varietà di tradizioni riscontrabili nel Paese, a cominciare dal sincretismo religioso che annovera la presenza di cristiani, musulmani, induisti, oltre a una spiritualità propria delle popolazioni amerindie. Nelle arti e nell'artigianato la Guyana spicca fra i Paesi dell'area caribica. Le opere dei maggiori artisti nazionali (Ronald Savory, Aubrey Williams, Stanley Greaves) sono conservate nella National Art Collection, mentre i manufatti tipici (ceramiche, sculture in legno, gioielli e monili) si trovano nei numerosi mercati delle città e dei villaggi. A Georgetown hanno sede anche il Guyana National Museum, dedicato principalmente al patrimonio archeologico e culturale indigeno, e il Museum of African Heritage. Il panorama architettonico è altrettanto vario: si va dall'Umana Yana, enorme capanna sede di spettacoli e mostre, alla City Hall di Georgetown in stile gotico-coloniale, ai forti militari eretti dagli olandesi. Nel quadro letterario del XX secolo la Guyana ha espresso autori di livello internazionale, tra cui Martin Carter, Edward R. Braithwaite, Wilson Harris, Walter Rodney, anche se molti degli scrittori hanno dovuto lasciare il Paese per lungo tempo a causa della situazione politica. Tra le attività sportive più diffuse si contano il calcio e il cricket, mentre gran parte della popolazione ama giocare a domino. Il carattere multietnico si riflette, infine, anche nelle numerose celebrazioni e nei festival (solitamente di carattere religioso, ma dedicati anche alla conservazione della natura) che si svolgono durante l'arco dell'anno, e nell'ambito culinario, che conta piatti della tradizione indiana (a base di curry), africana, orientale. “Bevanda” prediletta è il rhum.

Bibliografia

Per la geografia

D. B. Fanshaw, The Vegetation of British Guiana, Londra, 1952; M. Swan, British Guiana, Londra, 1957; P. Newman, British Guiana, Londra, 1964; K. R. Hope, Development Policy in Guyana: Planning, Finance and Administration, Londra, 1979; P. Mouren-Lascaux, La Guyane, Parigi, 1990.

Per la storia

British Guiana Conference, Londra, 1953; P. H. Daly, From Revolution to Republic, Georgetown, 1970; R. H. Manley, Guyana Emergent: the Post-Independence Struggle for Non Dependant Development, Boston, 1979; C. Baber, H. B. Jeffrey, Guyana: Politics, Economics and Society, Londra, 1986.

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora