defecazióne

sf. [sec. XIX; da defecare]. Atto ed effetto del defecare. In particolare: A) procedimento di depurazione di soluzioni di tipo colloidale consistente nella precipitazione delle particelle in sospensione provocata da apposite sostanze (acetato di piombo, calce, tannino, ecc.). La defecazione è molto usata nell'industria dello zucchero per depurare i liquidi zuccherini sia durante la lavorazione sia nella preparazione del liquido per l'analisi polarimetrica. Nell'industria enologica la defecazione consente l'eliminazione delle fecce che si depositano e del materiale più leggero che risale in superficie. Questa pratica, che conferisce al vino ottenuto una maggiore resistenza all'ossidazione e migliori caratteristiche organolettiche finali, prevede l'utilizzazione dell'anidride solforosa (fino a 20 gr/hl) che ritarda l'avvio della fermentazione e facilita la precipitazione dei colloidi. Il trattamento defecante può anche essere realizzato facendo decantare il mosto in presenza di basse temperature o ricorrendo alla centrifugazione. B) Emissione di residui alimentari non utilizzabili (feci) dall'organismo. La defecazione avviene periodicamente, in media una volta ogni 24 ore, determinata dai movimenti combinati di peristalsi dell'ultimo tratto dell'intestino e di rilasciamento dei due muscoli sfinterici anali. L'atto della defecazione è in parte volontario e in parte involontario. Lo stimolo alla defecazione è determinato dalla distensione dell'ampolla rettale dove si accumula materiale fecale. L'aumento della pressione endorettale che si viene a determinare è responsabile, mediante riflessi nervosi, della contrazione muscolare e dell'espulsione delle feci. Il ritmo della defecazione è personale e tende a standardizzarsi nei singoli individui; nelle donne la defecazione è in genere meno frequente senza che questo abbia significato patologico. Dopo il pasto si ha un'intensa, breve peristalsi che può determinare un rapido riempimento del retto e quindi lo stimolo alla defecazione. Defecazione post-prandiale, dovuta a volte a uno spiccato riflesso gastrocolico. Defecazione dolorosa, dovuta ad affezioni organiche dell'ano o dell'ultima porzione del retto (ragadi, proctiti, cancro, emorroidi).

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