Descrizione generale

sf. [sec. XVI; da malo+aria]. Malattia infettiva causata da protozoi del genere Plasmodium trasmessi all'uomo per inoculazione da zanzare del genere Anopheles. I parassiti plasmodi della malaria hanno due cicli di sviluppo, uno asessuale (schizogonico) nell'uomo e uno sessuale (sporogonico) nella femmina della zanzara. Il primo inizia nel sangue umano con l'inoculazione del parassita, allo stato di sporozoite. Questo si annida nelle cellule del fegato o della milza o del midollo (ciclo esoeritrocitico) dove si moltiplica per suddivisione (schizogonia) invadendo nuove cellule sotto forma di merozoiti. Quindi una parte aggredisce i globuli rossi (ciclo eritrocitico) nell'interno dei quali si moltiplica sino a farli scoppiare; in tal modo possono essere invasi altri globuli rossi ove si ripetono i cicli riproduttivi schizogonici. Un'altra parte di merozoiti, invece di suddividersi, si trasforma in gametociti (elementi sessuali maschili e femminili) che possono rimanere a lungo nel sangue dell'uomo. Inizia così il ciclo sessuale che continua nella zanzara la quale introduce i parassiti nel suo stomaco succhiando il sangue di un malarico. I gametociti fecondandosi originano lo zigote, il quale si incista generando numerosi sporozoiti. Giunti a maturità gli sporozoiti migrano nelle ghiandole salivari e, quando la zanzara con la sua puntura inietta il parassita, nell'uomo incomincia un nuovo ciclo.

Patologia: tipi di malaria

La malaria ha decorso più o meno acuto, spesso cronico, e se ne distinguono forme diverse. La malaria terzana maligna (da Plasmodium falciparum) inizia con brivido intenso, dopo un'incubazione di 7-20 giorni; la febbre si eleva rapidamente e si mantiene a 40-41 ºC per 7-10 ore, dopo di che scende con profonda sudorazione e ritorna a valori naturali. Dopo un giorno di benessere si ha un nuovo accesso febbrile (la durata del secondo accesso e dei successivi tende ad aumentare) con un diagramma termico meno regolare, spesso atipico e talora anche con febbre subcontinua. Già dopo i primi accessi si riscontra splenomegalia, che aumenta nel tempo e diviene irriducibile nelle forme croniche. Anche se curata, la malattia tende a recidivare per parecchio tempo dopo l'infezione primitiva fino a quando si esaurisce, ciò che di solito avviene entro due anni. La malaria terzana benigna o primaverile (da Plasmodium vivax o Plasmodium ovale) si manifesta, dopo un'incubazione di 10-21 giorni, con gli stessi sintomi della terzana maligna, a eccezione di una maggiore regolarità della durata degli accessi febbrili e del loro diagramma termico; sono possibili recidive per tre anni. La malaria quartana (da Plasmodium malariae) si differenzia dalle precedenti per un inizio con brivido molto più intenso e dopo un'incubazione di 21-40 giorni; l'intervallo di apiressia fra un accesso febbrile e il successivo è di due giorni; tende a recidivare, più tenacemente della terzana, per 5-10 anni. Nella malaria perniciosa (da Plasmodium falciparum in quantità elevatissima) le emazie infestate dai parassiti si addensano nei capillari di vari organi interni, dando luogo a forme cerebrali, cardiache, surrenali, ecc.; gli accessi febbrili assumono un aspetto assai grave con stato setticemico, torpore, coma, paresi e spesso morte in poche ore. La malaria cronica rappresenta l'esito di ripetute infezioni e reinfezioni in zone malariche. Il diagramma della temperatura corporea ha quasi sempre un andamento irregolare; si riscontra inoltre aumento di volume della milza e del fegato, spiccata anemia, astenia, frequenti nevralgie e nevriti; nei casi più gravi la malattia esita in cachessia malarica con edemi, ascite, colorito terreo della cute, spiccata astenia, ittero, diatesi emorragica.

Patologia: diagnosi e profilassi

La diagnosi viene formulata sulla base dell'indagine clinica (accessi tipici, splenomegalia, reperto di parassiti nel sangue, ecc.). La profilassi antimalarica si avvale oggi di nuovi farmaci in aggiunta alla clorochina, come le 4-amminochinoline (primachina, meflochina) e alcune nuove associazioni tra sulfamidici e pirimetamina, attivi sulle varie forme biologiche del plasmodio. Nelle forme perniciose è ancora indicato il chinino somministrato per via endovenosa. La malaria è, in Africa, la principale causa di mortalità infantile. Da alcuni anni sono inoltre allo studio vaccini antimalarici in grado di stimolare l'immunità dell'individuo contro il parassita e una terapia combinata a base di derivati dell'artemisinina o ATC (artemisinin combination therapy). La profilassi antianofelica si attua con la difesa meccanica mediante l'applicazione di reti alle finestre e alle porte e con l'uso di zanzariere e soprattutto con la distruzione delle larve mediante la bonifica, lo spargimento di oli minerali o antiparassitari sulla superficie delle acque, l'introduzione di pesci larvifagi nelle stesse, soprattutto grazie alla lotta contro gli insetti adulti con insetticidi per contatto (esaclorocicloesano, ecc.). Fanno parte del quadro epidemiologico della malaria non solo la sorgente d'infezione rappresentata dall'uomo infetto con un sufficiente numero di gametociti nel sangue (il vettore dell'infezione e la vittima, cioè l'uomo che viene punto dall'anofele infetto), ma anche il clima, le condizioni del suolo (risaie, canali, paludi, per cui è detta anche febbre palustre), le specie parassitarie, l'immunità, la profilassi e la terapia. Mentre i primi tre fattori sono costanti, gli altri variano da una località all'altra, per cui si può dire che ogni zona malarica presenta un quadro epidemiologico particolare dovuto alla variabilità dei fattori accessori. Sul sito Internet del Ministero della salute e presso gli uffici di Igiene delle ASL si trovano informazioni riguardo la chemioprofilassi raccomandata per ogni Paese in base alla zona di endemicità. Epidemie possono sempre verificarsi se in una zona a endemia grave si ha immigrazione di persone (per esempio soldati) non immunizzate verso i ceppi locali. La situazione epidemiologica della malaria è caratterizzata dalla possibile diffusione di ceppi di Plasmodium falciparum clorochino-resistenti e, in generale, dal rischio che nuovi casi possano verificarsi in seguito ai sempre più facili e frequenti spostamenti di persone da un continente all'altro. Numerosi sono inoltre i casi di malaria insorti tra i tossicodipendenti per il passaggio dei parassiti attraverso siringhe contaminate.

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