Lessico

sf. [sec. XIII; da malato].

1) Alterata condizione organica e/o funzionale di un organismo o di una sua parte, che si configura come un processo evolutivo che può giungere alla guarigione oppure alla morte (per le malattie delle piante, vedi patologia vegetale); la condizione patologica che ne deriva: soffre molto per la malattia; malattia del cuore, del fegato; dissimulare una malattia, tenerla celata al medico, ai parenti; malattia diplomatica, finta indisposizione dietro cui statisti e diplomatici nascondono i veri motivi della loro mancata presenza.

2) Fig., vizio, malessere spirituale o morale: l'avarizia è una brutta malattia; la malattia del secolo, la condizione di smarrimento ideologico o etico che caratterizza un'epoca storica.

Medicina

Le malattie che possono colpire l'uomo sono numerosissime e classificabili con vari criteri. Una prima distinzione viene fatta fra malattie congenite e acquisite, indicando con il primo termine quelle che sono già in atto al momento della nascita e con il secondo le malattie che vengono contratte dopo la nascita. Alcune malattie congenite sono in realtà acquisite durante la vita fetale, come per esempio alcune malformazioni indotte nel feto da malattie infettive contratte dalla madre durante la gravidanza. Congenite nel senso stretto della parola, o meglio ereditarie, sono invece quelle malattie che sono già presenti allo stato potenziale al momento della formazione del nuovo individuo, cioè sono incluse nel suo patrimonio genetico. I limiti fra malattie congenite e acquisite sono estremamente imprecisi; molti agenti di malattie acquisite riescono infatti a provocare una malattia soltanto se l'individuo è predisposto, se possiede, cioè, già la tendenza ad accogliere l'agente patogeno o a reagire a esso in maniera esagerata rispetto alla media della popolazione. Le malattie acquisite possono essere classificate anche in base alla loro eziologia: si parlerà così di malattie da agenti fisici (ustioni, lesioni traumatiche, malattie da radiazioni, da elettricità ecc.) o chimici (avvelenamenti da sostanze organiche o inorganiche), da schizomiceti patogeni che sostengono molte malattie infettive (tifo, sifilide, tubercolosi, ecc.) e da parassiti animali (responsabili della malaria, della tripanosomiasi, ecc.) o vegetali (responsabili delle micosi), da virus filtrabili. Un altro criterio di classificazione delle malattie è quello basato sul processo patologico elementare che caratterizza la condizione morbosa: si definiscono così malattie infiammatorie (indicate con il suffisso -ite) quelle sostenute da processi flogistici (polmonite, appendicite, ecc.); malattie degenerative o regressive (indicate con il suffisso -osi) quelle dominate da fatti degenerativi di uno o più organi o tessuti (steatosi del fegato, arteriosclerosi); malattie febbrili quelle che hanno come sintomo peculiare un forte rialzo termico. Un importante gruppo di malattie è costituito dalle neoplasie caratterizzate dalla proliferazione autonoma indifferenziata di cellule. Un'ulteriore classificazione è possibile in base al sistema o all'organo che appare particolarmente colpito: si avranno così malattie dell'apparato respiratorio, cardiovascolare, digerente, ecc.; malattie del ricambio, sostenute da un deficit del metabolismo intermedio; malattie endocrine, interessanti le ghiandole a secrezione interna; malattie di origine alimentare, provocate da un'alimentazione insufficiente o carente di vitamine. Una distinzione molto comune, infine, è quella fra malattie organiche e malattie funzionali: le prime presentano evidenti alterazioni morfologiche di organi, le altre soltanto funzioni più o meno perturbate. Un gruppo particolare formano le malattie contagiose, cioè quelle trasmissibili per contatto con individui affetti o loro prodotti di secrezione o di escrezione. Un altro gruppo importante è costituito dalle malattie professionali, cioè quelle contratte a causa dell'azione nociva, lenta e protratta nel tempo di sostanze o materiali manipolati e strumenti utilizzati in occasione di lavoro (inalazione di polveri, vapori o fumi, contatto cutaneo con materiali irritanti, ingestione occasionale di sostanze tossiche; da abnorme rumore o eccessive vibrazioni d'impianti, ecc.). Secondo i casi sono caratterizzate da intossicazioni, fenomeni irritativi, lesioni a organi o apparati. Per le malattie professionali vedi le voci specifiche: idrargirismo, silicosi, ecc., come anche arsenico, mercurio, ecc. Varie malattie vengono contrassegnate dal nome degli autori che per primi le hanno descritte, dal segno clinico più appariscente, dalla località in cui sono state riscontrate la prima volta o risultano essere molto diffuse, dalla categoria professionale che vi è particolarmente esposta, ecc. Per tutte queste malattie vedi sotto il nome del loro autore o sotto il termine qualificante: malattia di Addison, vedi Thomas Addison; malattia dei cassoni, vedi cassone, ecc.

Diritto: generalità

Lo stato d'infermità di un soggetto assume rilevanza giuridica, sia civile sia penale, in numerose circostanze. La malattia di mente è motivo d'inabilitazione o di interdizione di un soggetto secondo la sua gravità, con conseguente diminuzione o perdita della capacità di agire. In campo penale la malattia mentale che rende un soggetto incapace delle proprie azioni esclude la sua punibilità.

Diritto: diritto del lavoro

Nel diritto del lavoro la malattia del lavoratore non incide nel rapporto con l'imprenditore, il quale è obbligato, in conformità ai vari contratti collettivi e con l'intervento degli istituti previdenziali, a garantire al lavoratore stesso la corresponsione della retribuzione. Sia questa, sia la conservazione del posto di lavoro variano come entità economica e temporale secondo la categoria cui il lavoratore appartiene. § Per le malattie professionali la legislazione italiana prevede l'assicurazione soltanto per un certo numero di esse; tra le escluse la medicina ha da tempo accertato che alcune sono provocate da un lavoro male organizzato o mal protetto; altre sono invece difficilmente distinguibili da un punto di vista patologico e altre ancora sono considerate “comuni” (bronchiti da polveri industriali, forme artritiche di lavoratori costretti a lunghe permanenze in ambienti molto umidi, ecc.). Per una parte delle escluse la causa è da addebitarsi a una carenza legislativa. Su queste i medici consigliano di affidare a loro stessi la valutazione o meno della professionalità della malattia. L'assicurazione non copre tutti i casi, ma solo quelli in cui i lavoratori sono direttamente esposti al rischio o all'azione delle previste sostanze nocive e prevede il suo intervento solo per le malattie insorte, secondo modalità esplicitamente previste, entro un certo tempo (variabile secondo le diverse sostanze) dalla cessazione della lavorazione nociva. Poiché le conseguenze di una malattia professionale non si possono cancellare, importante è la loro prevenzione, realizzata più che sull'uomo (protezioni individuali) sull'ambiente di lavoro, attraverso l'eliminazione delle sostanze tossiche dall'uso industriale e la realizzazione di locali di lavoro e di una tecnologia compatibili con l'anatomia, la fisiologia e la psicologia umane.

Diritto: reato di lesione personale dolosa

Il reato di lesione personale dolosa (Codice Penale art. 582) è procedibile d'ufficio o a querela di parte in relazione alla durata della malattia provocata dalle lesioni stesse. Si procede d'ufficio se la malattia ha una durata superiore ai dieci giorni. Il reato è aggravato se la malattia è insanabile e comporta pericolo di morte, indebolimento di un organo, perdita di un senso, di un arto, della capacità di procreare, la deformazione o lo sfregio del viso, l'aborto della persona offesa.

Diritto: legislazione preventiva

Precise norme di legge prescrivono misure profilattiche per evitare che certe malattie possano diffondersi. Tra le disposizioni preventive per impedire il contagio sono l'isolamento delle persone infette, la disinfezione dei locali e dei materiali, la visita medica preventiva e periodica obbligatoria per i lavoratori addetti alla preparazione, manipolazione e vendita di alimenti e bevande, le vaccinazioni. È prevista la denuncia obbligatoria da parte del medico all'autorità sanitaria delle malattie infettive e contagiose (per esempio tifo, brucellosi, difterite, meningite, poliomielite, epatite virale, morbillo, pertosse, malattie veneree, ecc.). Altre leggi prevedono specifici interventi dello Stato e dell'Ente Regione a tutela della popolazione contro le eventuali malattie diffusive provenienti da Paesi stranieri.

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