Lessico

sm. [sec. XIV; dal latino miracŭlum, cosa mirabile, da mirāri, meravigliarsi].

1) Evento prodigioso che manifesta la presenza e l'azione di Dio: fare, operare un miracolo; i miracoli di Gesù; gridare al miracolo, annunciarlo pubblicamente con clamore (estensivamente, manifestare vistosamente la propria meraviglia per un avvenimento eccezionale); corte dei miracoli, rifugio, accolta di accattoni, briganti e simili (propr. il quartiere medievale parigino in cui la sera riparavano furfanti e mendicanti guarendo “quasi per miracolo” dai finti mali accusati per praticare l'accattonaggio). Fig.: sapere vita, morte e miracoli di qualcuno, conoscere per filo e per segno le vicende e i particolari della sua vita (propr. riferito ai santi).

2) Iperb., caso eccezionale, impensabile e insperato, che pare dovuto a un intervento soprannaturale: è un miracolo che non sia morto nell'incidente; spesso ironicamente, anche in espressioni ellittiche: è un miracolo che tu sia in orario; miracolo che abbia studiato!; ha ammesso il suo torto, miracolo! Frequente la loc. per miracolo, per un caso fortuito e quasi incredibile e quindi a stento, con estrema difficoltà: l'hanno salvato per miracolo; ce l'ha fatta per miracolo. Per estensione, azione, impresa straordinaria, fuori delle possibilità comuni, di effetto risolutivo: da te non mi aspetto miracoli; fare miracoli, ottenere risultati sensazionali, insperati, detto sia di persone sia di cose: il chirurgo, il farmaco ha fatto miracoli.

3) Cosa mirabile; opera o conquista meravigliosa, eccezionale; prodigio: i miracoli della scienza, della tecnica; i miracoli dell'arte, i capolavori; miracolo economico, periodo di eccezionale e accelerata espansione di un sistema economico. Verificatosi in Italia negli anni fra il 1950 e il 1960, ne sono stati considerati fattori essenziali l'abbondanza di manodopera, accompagnata da livelli salariali relativamente bassi, l'espansione della domanda sia per consumi sia per investimenti, l'introduzione di tecnologie nuove per l'Italia, l'espansione del commercio con l'estero e la progressiva integrazione del Paese nell'economia mondiale.

4) Riferito a persone: quel ragazzo è un miracolo di memoria, ha una memoria prodigiosa.

5) Per estensione, al pl., cose meravigliose, mirabilie: dire miracoli di qualcuno o di qualche cosa; popolare, esagerate manifestazioni esteriori di sentimenti vari (meraviglia, scandalo, dolore, protesta, rabbia, ecc.) per cause di poco conto: quanti miracoli per una spina nel piede!

6) Nel Medioevo, dramma sacro avente per argomento un miracolo divino, ottenuto per intercessione della Vergine o di un santo. Nel genere rientrano anche composizioni intitolate diversamente, come il francese Jeu de Saint Nicolas di J. Bodel (fine sec. XII), accanto a cui vanno ricordati Le miracle de Théophile di Rutebeuf, dal tema “faustiano” (ca. 1261), nonché i 40 Miracles de Notre-Dame (sec. XIII). In Italia il genere viene in buona misura a identificarsi con la sacra rappresentazione (vedi sacro (religione, teatro e altro)). Miracoli sono in sostanza le rappresentazioni o feste dedicate a un miracolo della Vergine o di un santo o all'Eucarestia. In Inghilterra il miracolo, o miracle play, denominato anche mystery play, era derivato dalla liturgia: si ricorda, per esempio, il Descensus Christi ad Inferos (La discesa di Cristo agli Inferi) che conteneva anche scene profane e persino oscene.

Religioni rivelate

Nell'Antico Testamento, i miracoli consistono in potenti interventi di Dio a favore del suo popolo (come la liberazione dalla schiavitù in Egitto) e in attestazioni dell'esclusiva sovranità di Dio sulla storia e sulla natura. Nel Nuovo Testamento il miracolo è essenzialmente un segno della presenza del regno di Dio, quindi un'anticipazione della nuova creazione, tanto che venga riferito all'opera di Gesù Cristo (entro la quale esso rappresenta altresì il compimento delle profezie messianiche dell'Antico Testamento), quanto che costituisca un elemento di testimonianza e di attività missionaria della comunità cristiana (entro la quale la possibilità di operare miracoli è un dono ricevuto da Dio per mezzo dello Spirito Santo). In ogni caso, nel Nuovo Testamento il miracolo ha senso, in quanto tale, soltanto nel quadro di un rigoroso riferimento cristologico, il che implica la sua riconoscibilità unicamente nell'ambito della fede. Secondo la teologia cattolica, il miracolo consiste essenzialmente in un fatto sensibile che avviene al di fuori delle leggi della natura e la cui causa immediata è Dio, padrone della natura e quindi capace di trascendere le sue leggi. In Gesù Cristo il miracolo è l'espressione della potenza emanante dalla sua natura divina, senza bisogno d'intermediari: nel Vangelo numerosi sono i miracoli da lui operati a sollievo di gravi infermità o a dimostrare la sua potenza anche sulla morte: per esempio la resurrezione dell'amico Lazzaro. Ma il miracolo per eccellenza è quello della sua resurrezione, espressione massima della sua potenza, compimento della sua vita terrena e premessa all'opera della redenzione. Quanto alla decisione circa l'effettiva realtà di un miracolo, essa spetta alla Chiesa, in virtù dell'infallibilità che le proviene dall'assistenza dello Spirito Santo. Nella teologia protestante si è fatta strada una concezione del miracolo per la quale non ha più rilievo il concetto di extranaturalità dell'accadimento miracoloso (legato a un'immagine del mondo superata): miracolo è l'atto di Dio, o evento escatologico, riconosciuto dalla fede oltre e nonostante l'ordine naturale, che non ne viene visibilmente interrotto.

Religione: paganesimo

Nell'antichità classica il miracolo era in realtà un prodigio e si configurava come un intervento improvviso di una forza misteriosa nel campo umano, turbandolo nel consueto svolgimento della sua vita al punto di causare stupore e terrore. Nel tentativo di interpretare il significato del “segno” (il fatto fuori dell'ordinario) spesso, per la non perfetta conoscenza del fenomeno, s'identificava la misteriosa forza con l'elemento divino. Nella Grecia antica il prodigio (téras) serviva a interpretare il futuro: prodigi erano considerati le eclissi, i tuoni, i fulmini, le comete, ecc. Il fatto veniva affidato a un sacerdote-indovino, perché si facesse mediatore tra il popolo e il dio e conoscesse la sua volontà. Espressioni di potenza taumaturgica erano considerate anche le guarigioni nelle acque sacre, il cambiamento improvviso di natura di un albero, ecc. Presso gli antichi Etruschi il miracolo era un prodigio da sottoporre all'arte divinatoria per ricavarne un responso. Nella Roma antica costituivano oggetto d'interpretazione divinatoria gli eventi eccezionali.

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