videocàmera

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Lessico

sf. [da video+camera]. Apparecchiatura, generalmente digitale, in grado di eseguire riprese video e audio registrandole su supporto magnetico, ottico o su memoria digitale. È composta da una telecamera, da un videoregistratore portatile, e da un piccolo monitor per rivedere le immagini filmate.

Cenni storici

La videocamera è l'evoluzione della prima telecamera (realizzata nel 1939 dalla RCA), abbinata a un sistema di registrazione su nastro magnetico. Le prime videocamere non possedevano la sezione di registrazione integrata, infatti, l'unità di registrazione era un vero e proprio registratore VHS, alimentato a batterie e portato a tracolla. Questo la rendevano poco maneggevole sia per l'uso sia per il trasporto in quanto legate alla dimensione della cassetta. La videocamera, piccola e leggera, conteneva solo le ottiche e il tubo di ripresa con i relativi comandi e regolazioni, e un grosso cavo collegato al videoregistratore per prelevare l'alimentazione; con l'aumento dell'integrazione e l'avvento della miniaturizzazione dell'elettronica, si è potuto inserire nel corpo della videocamera anche la sezione di registrazione su nastro. Nel 1984 la Kodak ne produsse una con registratore integrato (camcorder), mentre la Sony, un anno dopo, lanciava il primo modello della sua HandyCam Video8 (in seguito il nome HandyCam fu utilizzato anche da altri produttori per indicare una videocamera che sta nel palmo di una mano). Il Betamax, introdotto nel 1982 dalla Sony, è riuscito a sopravvivere sul mercato professionale grazie alla sua alta definizione, anche se la cassetta, di grandi dimensioni (il nastro era da 1/2 pollice), costringeva a usare videocamere ingombranti o un registratore esterno. Il Video 2000 della Philips, superiore come qualità al VHS, invece, non riuscì a produrre una cassetta sufficientemente piccola. Solo nel 1985 nacque il nuovo sistema Video8 della Sony che utilizzava una cassetta con nastro a 8mm di dimensioni ridottissime, inferiori persino a quelle di una comune audiocassetta. L'avvento della cassetta Video8 diede il via alla fase di miniaturizzazione delle videocamere grazie anche al passaggio dal tubo di ripresa vidicon (un cilindro del diametro di 2 cm e lungo circa 10) al sensore CCD (Charge-Coupled Device), che occupava poco spazio e consumava meno energia riducendo anche la dimensione delle batterie. L'uso di un unico chip CCD dotato di filtro a matrice nei colori primari RGB (rosso, verde e blu), permise la realizzazione di videocamere compatte a colori. Successivamente si sviluppò un formato digitale con la registrazione su cassetta dell'immagine digitale proveniente dal CCD in formato compresso. Nel 1993 è stato creato il primo standard Digital Betacam mentre nel 1995 si è affermata la Digital HandyCam con il formato Digital8 con cassette Hi8. Dopo pochi anni il Digital8 è stato soppiantato dal DV (Digital Video), che riduce ulteriormente la dimensione della cassetta consentendo la nascita di una categoria di videocamere denominata microcamere. Quest'ultime utilizzano un nastro Mini-DV che, con una piccola perdita di definizione ma con una qualità superiore, consente di racchiudere in poco spazio una videocamera completa di mirino e un registratore DV a cassetta. Ancora più piccola della cassetta Mini-DV la Micro-MV consente 60 minuti di registrazione in alta qualità e contiene all'interno un microchip su cui sono registrate le informazioni legate alla registrazione, come titoli, brani, tempi e formati di registrazione. I vantaggi della cassetta digitale sono molteplici perché contiene più dati rispetto a una videocamera analogica, consentendo così una migliore resa dei colori e dell'audio; è esente da problemi relativi al segnale, come gli errori di interfaccia e di velocità, che influenzano la qualità delle immagini e del suono registrati; non subisce alterazioni della qualità delle immagini quando si effettua il trasferimento da un supporto all'altro (per esempio, da nastro a nastro oppure da nastro a computer). Ma la vera rivoluzione è stata la sostituzione dei nastri magnetici con supporti digitali come dischi ottici, memorie e hard disk. Il mercato offre ampie innovazioni, come i nuovi formati DVD-CAM (che consentono la videoregistrazione in formato DVD-RAM e DVD-R direttamente su supporto DVD) e il Micro-MV che, sfruttando un nuovo sistema di registrazione e l'algoritmo MPEG2, permette una grande qualità e l'utilizzo di dispositivi miniaturizzati che consentono l'integrazione con il settore informatico. Tuttavia la maneggevolezza e la durata di registrazione di un nastro DV sono ancora insuperate, mentre i supporti informatici consentono il passaggio immediato delle immagini ai sistemi di montaggio digitale utilizzabili grazie ai computer.

Tecnica

Una videocamera trasforma, attraverso un tubo di ripresa vidicon o un sensore CCD o CMOS (Complementary Metal Oxyde Semiconductor), le immagini riprese da un obiettivo fotografico in segnali elettrici da registrare su un supporto magnetico o ottico. Nelle moderne videocamere l'immagine ripresa dalle lenti è inviata a un sensore CCD quindi processata, compressa e finalmente registrata. Le videocamere si distinguono in analogiche e digitali a seconda del sistema di registrazione utilizzato: nelle prime si registra il segnale video che raggiunge il televisore, nelle seconde si registra invece la successione dei singoli fotogrammi, come nelle vecchie cineprese dotate di pellicola cinematografica. Le parti comuni di una videocamera, sia digitale sia analogica, sono l'ottica di ripresa, i comandi di gestione della ripresa, il microfono audio, il mirino e l'unità di registrazione. Generalmente sono presenti anche una luce per le riprese in scarse condizioni di illuminazione e uno stabilizzatore di immagine. L'ottica è sempre uno zoom con comandi motorizzati che, nelle videocamere digitali, può essere ulteriormente esteso tramite uno che utilizza un algoritmo informatico per simulare l'ingrandimento dell'immagine ottenuta grazie a un fattore di zoom che può arrivare fino a 1000. Tra l'ottica e il sensore di ripresa si trova, se presente, lo stabilizzatore ottico, composto da un prisma montato su un sistema di sospensioni mobili. L'inerzia dovuta alla massa del prisma compensa le vibrazioni del corpo macchina mantenendo stabile, entro certi limiti, l'immagine che raggiunge il sensore di ripresa. Le videocamere meno evolute utilizzano uno stabilizzatore digitale che ritaglia, dall'immagine ripresa dal sensore, un'area minore, spostando la finestra in modo da compensare i piccoli movimenti del corpo della videocamera. I sistemi di stabilizzazione dell'immagine sono utili soprattutto per la piccola dimensione delle nuove videocamere e per la grande potenza dei sistemi di zoom. L'immagine ripresa dal sensore viene proiettata nel mirino elettronico, formato da un piccolo tubo catodico monocromatico per le videocamere analogiche e da un display LCD a colori per quelle digitali. I mirini possono essere spostati rispetto all'asse dell'ottica di ripresa e non obbligano l'operatore alla posizione fissa dietro alla macchina da presa. L'immagine ottenuta è influenzata dal tipo di sorgente luminosa utilizzata per la scena. Su un lato della telecamera è collocato il selettore del bianco, che solitamente ha tre posizioni: Auto, Indoor, Outdoor. Nella modalità Auto si effettua automaticamente e continuamente la selezione del tipo di luce, facendo attenzione all'uso con sorgenti di luce miste o cangianti, che fanno perdere le dominanti di colore. In presenza di luce costante si può impostare manualmente la temperatura di colore in base al tipo di lampade. L'Indoor si adatta alla luce calda emessa dalle lampade al tungsteno e generalmente a qualunque luce artificiale che non sia al neon. L'Outdoor si adatta alla luce naturale del giorno e alle lampade alogene. È possibile effettuare manualmente il bilanciamento del bianco, riprendendo per pochi secondi un foglio bianco mentre si tiene premuto l'apposito pulsante di taratura. La regolazione del diaframma (Irirs) modifica la quantità di luce che affluisce nella videocamera attraverso l'obiettivo. Esso può essere manuale agendo sul potenziometro apposito, oppure automatica spostando il comando nella posizione Auto. La scelta del diaframma incide, oltre che sulla quantità di luce, anche sulla profondità di campo, cioè la porzione di spazio davanti e dietro il soggetto principale che risulta nitida. Essa è tanto più ampia, quanto minore è l'apertura del diaframma. In alcuni casi anche l'uso del diaframma aperto al massimo non permette di effettuare le riprese cosicché molte videocamere sono dotate di un tasto che agisce sul guadagno (Gain) del CCD. Quando la luce è molto scarsa, al di sotto di 1 lumen, il tasto Gain consente ugualmente di effettuare riprese anche se la scena appare come disturbata da un “effetto neve”. La videocamera è dotata anche di un circuito elettronico che funge da otturatore (Shutter) e regola la durata dell'esposizione del CCD alla luce. La possibilità di intervenire manualmente sulla regolazione dell'otturatore non è prerogativa di tutte le fotocamere. Nel caso in cui non esistano i comandi di regolazione manuale di diaframma e otturatore, è generalmente presente un selettore che sceglie tra alcune combinazioni diaframma/tempo già predefinite. Nelle videocamere analogiche il segnale video, proveniente dal tubo vidicon già modulato in sistema PAL, NTSC o SECAM, viene registrato su un nastro in formato VHS o Video8 che potrà essere visionato solo attraverso un identico sistema di videoregistrazione. Nel caso della registrazione digitale, il sensore invia una immagine binaria del soggetto ripreso; la sequenza di immagini viene compressa con l'algoritmo MPEG (versione 1, 2 o 4) e quindi registrata come un flusso (stream) di dati sul supporto finale. Tutte le videocamere possiedono un'uscita video collegabile direttamente a un televisore ma solo quelle digitali sono fornite di un'uscita per computer di tipo IEEE 1394 (firewire). La qualità delle videocamere digitali è legata principalmente al numero di pixel del sensore di ripresa. I CCD utilizzati sulle videocamere vanno da 360.000 a oltre un milione di pixel. La risoluzione orizzontale si misura in linee per pollice ed è generalmente superiore a 500 linee per le videocamere digitali mentre le analogiche si fermano a 260 linee per il formato VHS e a 320 linee per l'Hi8. Una videocamera registra anche una traccia audio stereofonica, sia utilizzando il microfono incorporato sia collegandoci un microfono esterno. Il microfono è solitamente montato sul frontale della videocamera nelle immediate vicinanze dell'ottica di ripresa. A volte è possibile selezionare il suo raggio d'azione e la sua portata: ciò significa che si può aumentare o diminuire la sua sensibilità e l'angolo di ricezione, agendo su un potenziometro o su un selettore a ghiera. Nel formato analogico la traccia audio viene incisa al bordo del nastro mentre nel formato digitale il segnale viene prima campionato a 12 bit e quindi registrato come file compresso in Mp3. La sezione di controllo video di una videocamera permette di controllare lo zoom, la messa a fuoco manuale, il livello del bianco, la sovra e sottoesposizione e l'inserimento degli effetti speciali. Il tasto che avvia la registrazione (di colore rosso), è separato dagli altri comandi di avanzamento del nastro e posizionato in modo che sia attivabile con la semplice pressione di un dito (protetto da attivazioni accidentali tramite un grilletto di blocco). La sezione di registrazione della videocamera dispone di comandi identici a quelli di un qualunque altro registratore video o audio, per l'espletamento delle funzioni di: riproduzione (Play), arresto (Stop), avanzamento e riavvolgimento veloci (Ffw e Rew) e per l'apertura e la chiusura del vano cassetta (Eject). Le operazioni della sezione di registrazione, insieme alle impostazioni della videocamera, allo stato della batteria, al contanastro e all'indicazione di data e ora si possono leggere nel mirino LCD tramite scritte e simboli sovrimpressi all'immagine ripresa dall'obiettivo. Il mirino permette anche di rivedere le immagini già girate o presenti sulla cassetta. In molti modelli esiste anche una sezione di montaggio (editing) che permette di stabilire la sequenza dei brani, eliminare scene sbagliate e aggiungere titoli e sottotitoli.

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