Lessico

(lett. vòto), agg. e sm. [sec. XIV; latino volg. vocítus, variante di vacítus, pp. di vacēre, essere vuoto, corradicale di vacŭus, vacuo, vuoto]. 1) Agg., che non contiene nulla: un baule . Per estensione, che non contiene ciò che dovrebbe o potrebbe contenere: il serbatoio è ; di casa, edificio, non abitato, privo di mobili: la villa è da parecchio tempo; ci sono due stanze ancora ; teatro mezzo , con pochissimi spettatori; a stomaco , vedi stomaco; a mani , vedi mano; sentirsi la testa , essere privo di idee o essere incapace di concentrarsi per stanchezza o altro; è una testa , una persona leggera, priva di idee, incapace di pensare. Fig., privo di qualche cosa: parole , che non dicono niente, prive di un contenuto logico o sentimentale. Di un periodo di tempo, privo di occupazioni interessanti: ieri è stata per me una giornata . 2) Sm., spazio completamente privo di materia; nel linguaggio comune, spazio ben delimitato occupato da aeriformi la cui pressione totale è alquanto inferiore a quella atmosferica: il suono nel non si propaga; sotto (anche sotto spinto), vedi sottovuoto. 3) Più comune, spazio non occupato da corpi solidi o liquidi: stare con gli occhi fissi nel , senza guardare nulla. In particolare, strapiombo, abisso: cadere nel , anche fig., di discorsi, proposte e sim., restare del tutto inascoltati; fare il intorno a sé, rimanere solo per aver allontanato o eliminato tutti gli altri o anche, fig., per avere largamente superato gli avversari. Per estensione, cavità, apertura: le bolle d'aria hanno creato dei nel vetro; posto libero, non occupato: nelle file ci sono molti . Fig., carenza, mancanza di qualche cosa: sentire come un dentro il cuore; di potere, mancanza di direzione politica in uno Stato; a , invano, inutilmente: parlare a ; girare a , di ruote e meccanismi, girare liberamente senza essere collegati ad altri organi meccanici; fig., agire senza concludere nulla; assegno a , emesso da chi non ha in banca la necessaria copertura. 4) Recipiente vuoto: i devono essere restituiti. 5) In matematica, insieme, insieme privo di elementi (simbolo ∅). Deve essere considerato come sottoinsieme (parte) di ogni insieme I, in quanto esiste sempre qualche proprietà non soddisfatta da alcun elemento di I; allora gli elementi di I che verificano quella proprietà costituiscono l'insieme vuoto, ∅.

Filosofia

Si prospetta un problema della realtà del vuoto, tendendo a dimostrare la sua relatività di ente di ragione in sé non sussistente, nonché la sua relazione con l'idea dello spazio, giungendo alle conclusioni più diverse: dalla negazione eleatica del vuoto alla sua affermazione negli atomisti, sino alla disputa rinascimentale tra Cartesio e Gassendi, e a Kant che dichiara contraddittorio il problema metafisico del vuoto.

Tecnologia

La tecnologia del vuoto studia i metodi e i mezzi sperimentali per raggiungere pressioni molto basse in recipienti di dimensioni più o meno grandi mediante pompe a vuoto; essa ha importanza determinante in molti settori tecnico-scientifici (spettrografia di massa, ottica elettronica, preparazione di lampade, di tubi elettronici, manipolazioni chimiche ecc.). Il grado di vuoto di un ambiente misura la rarefazione dell'aeriforme che si è ottenuta nell'ambiente stesso ed è dato dal valore della pressione nell'ambiente; si ha basso e medio vuoto fino a pressioni di 10-3 torr, alto vuoto per pressioni comprese tra 10-3 e 10-7 torr, ultravuoto per pressioni inferiori a 10-7 torr. Per misurare il grado di vuoto vengono usati strumenti detti vacuometri. Il vuoto barometrico o torricelliano è lo spazio vuoto all'estremità superiore della camera del barometro a mercurio; esso è notevolmente spinto ed è occupato dai vapori che si sprigionano dal mercurio. Il vuoto ottico è lo stato di una massa solida, liquida o gassosa in cui non è possibile rivelare con mezzi ottici alcuna disomogeneità; un mezzo otticamente vuoto ha indice di rifrazione 1,000.000.

Fisica

Nelle teorie quantistiche dei campi che descrivono la fisica delle particelle elementari, il vuoto diviene un concetto più complesso di quello classico, limitato alla pura assenza di materia. In realtà, l'esame su scala microscopica del vuoto in presenza di un campo quantizzato (elettromagnetico, nucleare, gravitazionale) rivela lo stabilirsi di fluttuazioni di entità imprevedibile a carico della locale curvatura del cronotopo. Il concetto di curvatura – nell'interpretazione relativistica – va costantemente connesso alla presenza di massa, o di energia ed è perciò da considerarsi proprietà intrinseca dello spazio, quando questo è permeato da un campo. Le microfluttuazioni divengono complete – invadono in modo caotico tutto il dominio sotto esame – allorché il campo spaziale si riduce alla lunghezza di Planck (10-33 cm). In un dominio siffatto, la continuità relativistica fra spazio e tempo appare rotta; le relazioni spazio-temporali non sono più rigorosamente definite (presentano anche inversioni), e dalle disomogeneità della metrica spazio-temporale – equivalenti, dal punto di vista fisico, a microcondensazioni di energia e/o di massa – vengono a materializzarsi coppie di elettroni-positoni, tutte le volte che le suddette concentrazioni superano i livelli di 1,02 MeV. La sopravvivenza delle coppie elettroniche si conclude nell'intervallo di 10-43 secondi (tempo di Planck) in un processo di reciproca annichilazione dal quale scaturisce un fotone gamma che va a ripristinare la locale concentrazione energetica. Le particelle presenti in queste coppie sono definite virtuali. Ciò, per esempio, ci si attende che debba verificarsi nello spazio circostante un ipotetico nucleo atomico avente numero Z>173; effetti analoghi sono previsti nelle teorie di S. Hawking sulle proprietà dei buchi neri rotanti e/o elettricamente carichi. In tal caso, tuttavia, è possibile che uno dei due elettroni (quello negativo, nel primo esempio) venga assorbito dal campo e venga di conseguenza impedita la smaterializzazione dell'altro, il quale si trasforma in una particella reale. Processi analoghi di materializzazione spontanea, per effetto delle instabilità quantistiche del vuoto, sono da attendersi anche nei confronti dei protoni. Il vuoto quantistico può rivelarsi dunque sorgente effettiva di materia, e andare quindi soggetto a progressivo spontaneo decadimento.

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