La pianta del loto

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La pianta di loto era per gli antichi Egizi simbolo di speranza, salvezza e rinascita. L'offerta del fiore di loto era considerata un atto sacro, per cui essa compare spesso nell'arte.

Il loto (seshen, in egizio) nasce nelle zone paludose dell'Egitto, soprattutto nelle aree di el-Faiyum e del Delta. La sua radice attecchisce nei fondi limosi del fiume e la pianta estende le proprie foglie sulla superficie, aprendole al mattino e chiudendole la sera. In Egitto esistevano essenzialmente due tipi di loto: il loto bianco (Nymphaea lotus), con foglie dal bordo dentato, boccioli arrotondati e petali estesi; e quello blu (Nymphaea coerulea), che presenta foglie dal bordo lineare, boccioli a punta e petali stretti e aguzzi. In epoca tarda comparve un terzo tipo, la Nymphaea nelumbo. Questa specie, descritta dallo storico Erodoto, è spesso rappresentata sui monumenti di stile ellenistico. Il loto blu fu l'emblema primitivo del dio Nefertem, "signore dei profumi", e simbolo di rinascita: i miti della creazione raccontano che il sole nascente sorse da un loto galleggiando sulle acque primordiali del Nun. Nell'architettura fu utilizzato il capitello di ordine lotiforme, che imitava un fascio di boccioli di questa pianta. Il loto simboleggiò la pianta araldica dell'Alto Egitto. Il cosiddetto iris dell'Alto Egitto era in realtà la Nymphaea coerulea. Nell'arte viene rappresentato mezzo aperto, con i sepali esageratamente a corna e i petali chiusi. Questa qualità di loto simboleggiò la pianta araldica dell'Alto Egitto.

Per gli antichi Egizi il loto simboleggiava la rinascita e la resurrezione. Per tale motivo, esso appare in molte scene di cerimonie.
Nel gesto di aspirare il profumo del fiore di loto si mescolano il diletto e la magia della rinascita. Spesso nelle scene di dipinti e rilievi si pone il loto in mano a una donna e lo si offre poi sugli altari. Sulla tavola delle offerte vi sono tutti gli oggetti e gli alimenti indispensabili per l'aldilà, anche i fiori di loto. Nella teologia ermopolitana viene descritta la nascita del sole a partire da otto divinità che fecondarono il fiore primordiale da cui esso doveva sorgere. Gli egizi credevano che il loto uscito dalle acque primordiali fosse la culla in cui il sole nasceva ogni mattina. A ispirare questo mito fu forse la caratteristica di questi fiori a crescere fuori dell'acqua, aprendo i petali al mattino e chiudendoli la sera. Il fiore fu consacrato al dio Nefertem, facendo parte del culto a Ra, che veniva chiamato "grande loto".