Stati con armi nucleari: ecco chi le ha

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Chi possiede armi nucleari oggi? Quante ce ne sono, dove si trovano e perché continuano a esistere nonostante i trattati sul disarmo. Un viaggio nei numeri, nelle strategie e nelle zone d’ombra della deterrenza atomica.

Le armi nucleari rappresentano ancora oggi uno degli strumenti militari più potenti e temuti al mondo. Nonostante gli accordi internazionali per la non proliferazione, diversi Stati continuano a detenere, sviluppare o ospitare testate nucleari. Ma quante bombe atomiche ci sono nel mondo? Chi ne ha di più? Cerchiamo di fare chiarezza, ma prima facciamo un passo indietro per capire perché esistono così tante armi nucleari nel mondo, nonostante siano universalmente riconosciute come strumenti di distruzione di massa.

Armi nucleari: la logica della deterrenza e il fallimento della non proliferazione

Viviamo in un mondo in cui esistono oltre 12.000 testate atomiche: eppure ne basterebbe solo una decina per provocare una catastrofe globale. Nonostante il rischio immane a livello mondiale che il loro impiego comporterebbe, queste armi nucleari non sono mai state dismesse completamente, ma al contrario, alcuni Stati continuano a modernizzarle.

Ma perché? Perché gli Stati continuano ad avere bombe atomiche se sono consapevoli che usarle porterebbe alla distruzione reciproca? La risposta sta nella cosiddetta deterrenza nucleare: la convinzione che il semplice possesso di armi nucleari serva a impedire che qualcun altro le usi.

Dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi, la logica è rimasta immutata: chi possiede l'arma definitiva dissuade gli altri dall'attaccarlo. Ma il risultato è un equilibrio instabile, in cui ogni potenza nucleare mantiene o addirittura aumenta il proprio arsenale, nel timore che un'altra possa prendere il sopravvento. Insomma, nessuno può usare le bombe, ma nessuno vuole restarne privo

Il TNP: un trattato tradito nei fatti

Per frenare questa spirale, nel 1968 è stato firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), il principale accordo multilaterale volto a impedire che nuovi Paesi si dotino di testate.

Il trattato riconosce come “nucleari” solo cinque Paesi - Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito – ovvero quelli che avevano sviluppato armi nucleari prima del 1° gennaio 1967. Questi Stati si sono impegnati a non diffondere la tecnologia nucleare ad altri e a lavorare verso il disarmo.

Ma questo equilibrio giuridico è oggi ampiamente compromesso: India, Pakistan e Israele non hanno mai aderito al trattato, mentre la Corea del Nord, che lo sottoscrisse nel 1985, lo ha abbandonato nel 2003: tutti e quattro questi Paesi hanno sviluppato armi nucleari.

Il risultato è una realtà in cui le regole formali sono sempre più ignorate, mentre la corsa agli armamenti si riaccende in un contesto di crescente instabilità geopolitica.

Armi nucleari: chi le ha? Gli arsenali sono in crescita

Secondo l'ultimo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), a gennaio 2025 si contano circa 12.241 testate nucleari nel mondo. Di queste, 9.614 sono parte delle scorte militari e dunque pronte per un possibile utilizzo. Circa 3.912 testate sono già operative su missili o aerei, e 2.100 sono mantenute in stato di massima allerta, pronte a essere lanciate in pochi minuti. 

Tutti i nove Stati dotati di armi nucleari stanno portando avanti programmi di modernizzazione: gli USA e la Russia detengono insieme circa il 90% degli arsenali mondiali, ma anche la Cina sta rafforzando le sue capacità con testate potenzialmente operative anche in tempo di pace. Il trend globale è chiaro: dopo decenni di lento smantellamento, gli arsenali stanno ricominciando a crescere.

Vediamo allora nel dettaglio la classifica dei Paesi con più armi nucleari nel mondo, aggiornata a gennaio 2025:

  • Russia: circa 5.580 testate (di cui oltre 1.700 operative)
  • Stati Uniti: circa 5.044 testate (di cui oltre 1.700 operative)
  • Cina: circa 500 (in rapido aumento)
  • Francia: 290
  • Regno Unito: 225
  • Pakistan: 170
  • India: 172
  • Israele: 90 (non dichiarate ufficialmente)
  • Corea del Nord: circa 50 testate stimate

La NATO e la presenza nucleare in Europa: il ruolo dell’Italia

Pur non possedendo direttamente un proprio arsenale, la NATO si fonda sul principio della deterrenza nucleare condivisa. Oltre alle armi atomiche detenute da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, alcune testate statunitensi sono dislocate in basi militari di Paesi alleati in Europa.

L’Alleanza non rende pubblici i numeri ufficiali, ma secondo stime attendibili circa 4.000 testate nucleari sono sotto controllo NATO, di cui un centinaio stoccate in Europa, distribuite in sei basi situate in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia.

Tra questi, l’Italia ricopre un ruolo chiave: è infatti l’unico Paese europeo con due basi nucleari attive, ad Aviano (Friuli-Venezia Giulia) e Ghedi (Lombardia). Si stima che siano presenti tra le 20 e le 30 bombe a Aviano, e tra le 10 e le 15 a Ghedi. Queste testate, parte del programma di condivisione nucleare della NATO, restano sotto il controllo degli Stati Uniti, ma in caso di conflitto potrebbero essere sganciate da aerei italiani, previo via libera americano.

Per stimare la presenza complessiva di armi nucleari in Europa, è necessario sommare le testate statunitensi collocate nelle basi NATO con gli arsenali nazionali di Francia e Regno Unito. Escludendo la Russia, il totale si aggira intorno alle 600 testate presenti sul continente.

In definitiva, contare le bombe atomiche nel mondo non è solo un esercizio numerico: è un promemoria del fatto che il rischio non è scomparso — è solo diventato più silenzioso.

Paola Greco

Foto di apertura: Freepik