Sorrentino: Conte (Paolo), gli Oscar 2022 e Maradona

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Opere d'arte in movimento, una filosofia dai confini netti, uno dei nomi più conosciuti anche oltre i confini nazionali: Paolo Sorrentino, il grande regista italiano dallo stile inconfondibile.

Dalla sua infanzia, Paolo Sorrentino ha traghettato sino alla sua maturità alcuni punti fermi: l'amore per i genitori, morti per un incidente domestico quando aveva 16 anni, una smodata passione per Paolo Conte e una grande fede calcistica, quella per il Napoli e per Maradona. Dice che el Pibe de Oro gli ha salvato la vita e a questa fortunata coincidenza ha dedicato un film, È stata la mano di Dio, scelto come candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero. Ma per arrivare qui, il cammino è stato lungo e importante, fatto di tante pietre miliari – un film da Oscar, serie tv internazionali, tra le altre. Ecco chi è Paolo Sorrentino.

L’infanzia a Napoli

Paolo Sorrentino nasce a Napoli il 31 maggio 1970. Trascorre la sua infanzia nel quartiere Vomero. Dopo aver studiato per alcuni anni alla facoltà di Economia e Commercio, a 25 anni decide di lavorare nel mondo del cinema

Dopo esser stato assistente alla regia del film I ladri di futuro di Enzo Decaro nel 1991, esordisce come regista con il cortometraggio Un paradiso, co-diretto con Stafano Russo. Ma il successo stenta ad arrivare. Dopo alcune esperienze alla produzione, alla sceneggiatura e altre collaborazioni alla regia, inizia a scrivere per la tv, firmando alcuni episodi de La Squadra.

La prima opera firmata da Paolo Sorrentino è L'amore non ha confini. La surreale storia d'amore ricca di citazioni cinematografiche vede la luce nel 1998 e segna l'inizio di una proficua collaborazione con la Indigo Film, che produrrà poi tutti i film del regista. Il suo primo lungometraggio risale al 2001: si chiama L'Uomo in più. Viene presentato al Festival di Venezia e si guadagna diversi premi, tra cui il Nastro d'argento per il miglior regista esordiente, il Ciak d'oro per la miglior sceneggiatura e la Grolla d'oro al protagonista Toni Servillo, oltre a tre candidature al David di Donatello 2002.

Maradona che gli salva la vita

«A me Maradona ha salvato la vita». Così, in un'intervista Sorrentino spiega la straordinaria coincidenza che lo ha risparmiato dalla morte orrenda che invece gli ha portato via entrambi i genitori quando aveva 16 anni. «Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso. Ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli». 

Quando il citofono suonò, dall'altra parte del cicalino il portiere del palazzo gli annunciava un terribile incidente, in cui sia il padre sia la madre erano morti nel sonno per colpa di una stufa difettosa, avvelenati dal monossido di carbonio. Da questa coincidenza, la vita di Paolo Sorrentino ha preso tutta un'altra traiettoria, fino al suo ultimo film in corsa per il Leone d'Oro a Venezia.

A Maradona lo lega una devozione tale che, durante il discorso di ringraziamento per l'Oscar al miglior film straniero, vinto con La Grande Bellezza il 2 marzo 2014, cita gli attori, lo staff e il team di produzione del film, la sua famiglia, le città di Roma e Napoli e le sue fonti di ispirazione, rappresentate da Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads e Diego Armando Maradona. Solo dopo il nome del calciatore aggiunge quello dei suoi genitori.

La passione per Paolo Conte

Tra le passioni di Paolo Sorrentino c'è quella per un suo omonimo, il cantautore Paolo Conte. Pur di intervistarlo, ha accettato persino di dirigere un numero di Vanity Fair. Questa passione per Conte è un altro legame con i suoi genitori. Il padre di Sorrentino lavorava in banca e, nel suo tempo libero, amava sedersi al piano e suonare a orecchio. Comprava prevalentemente dischi di Gershwin, Sinatra, Paolo Conte e Fausto Papetti (forse per le donne nude sulle copertine, racconta nell'intervista pubblicata sul settimanale).

Quindi in casa Sorrentino la musica c'è sempre stata, soprattutto quella di Conte che, come ha spiegato Sorrentino, ha alimentato la sua immaginazione, confluendo in alcuni film. Aguaplano, Diavolo rosso, Max: tra tutti, questi tre brani hanno influenzato la produzione cinematografica del regista di origini napoletane.

Sorrentino in 5 film

Sono passati vent'anni dal primo lungometraggio di Paolo Sorrentino. Ad oggi, il regista ormai romano d'adozione ha firmato nove lungometraggi, ha recitato in tre film (tra cui Il Caimano di Nanni Moretti), ha scritto e diretto quattro serie tv e recitato in una, (Boris, episodio 3x12). Ecco i sei film da cui iniziare per conoscere l'opera di Paolo Sorrentino.

L'uomo in più

Il primo lungometraggio di Sorrentino ruota attorno a due uomini: Tony Pisapia, un cantante di musica leggera, e Antonio Pisapia, un calciatore all'apice della propria carriera. Le due parabole discendenti dei due protagonisti si intrecceranno fino a un epilogo legato a disperazione e atti sconsiderati. Questo è il film che segna l'inizio del proficuo sodalizio artistico con l'attore feticcio di Paolo Sorrentino, Tony Servillo.

Le conseguenze dell'amore

Le Conseguenze dell'amore esce nel 2004, riscuotendo un successo ancora maggiore rispetto a L'Uomo in più. È la storia di Titta Di Girolamo, un uomo salernitano di mezz'età, che da otto anni vive in un lussuoso albergo di Lugano, in Svizzera. Soffre d'insonnia, è separato da ormai dieci anni ed ha tre figli, a cui spesso telefona ma che non gli vogliono parlare. Vive un esilio forzato, lavorando per la mafia e seguendo uno schema di azioni preordinate. Le sue resistenze sembrano cedere quando entra in contatto con la giovane barista dell'albergo in cui vive, Sofia. 

Il divo

A maggio 2008 partecipa al Festival di Cannes 2008 con Il divo, film ispirato alla figura di Giulio Andreotti, interpretato da Toni Servillo. Vince il Premio della Giuria, raccogliendo recensioni molto positive, e riceve una candidatura ai premi Oscar 2010 nella categoria miglior trucco.

Il film viene mostrato in anteprima, in una proiezione privata al suo protagonista, Giulio Andreotti, che lo definisce «molto cattivo» e «una mascalzonata». La reazione è probabilmente motivata dalla scena in cui Sorrentino mette nella stessa stanza Riina con Andreotti, a cui il senatore a vita ha dedicato il commento «cerca di rivoltare la realtà facendomi parlare con persone che non ho mai conosciuto».

Youth - La giovinezza

Dopo This Must Be the Place, Youth - La giovinezza è il secondo film in lingua inglese girato da Sorrentino. È la storia di Fred e Mick, due amici di lunga data, che decidono di trascorrere una vacanza in un hotel delle Alpi Svizzere. Nel cast del film compaiono Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda. Il film ha avuto reazioni più tiepide rispetto al precedente, guadagnando a Sorrentino "l'accusa" di essere diventato «manierista di sé stesso».

È stata la mano di Dio, il film nominato agli Oscar

Tra i film più attesi dell'autunno c'è È stata la mano di Dio, nono lungometraggio di Sorrentino. Dopo aver vinto il Gran premio della giuria a Venezia78, il film, stato scelto per rappresentare l'Italia nella corsa agli Oscar 2022, è entrato nella cinquina per il miglior film internazionale, ottenendo la nomination. Il protagonista è Fabietto Schisa, un ragazzo nato e cresciuto a Napoli, nella metà degli anni Ottanta. Ha una famiglia allargata, il suo nucleo originario e quello allargato, tenuto insieme dalla fede calcistica nel Napoli.

Quando la produzione annunciò che avrebbe girato È stata la mano di Dio, disse: «Sono emozionato all’idea di tornare a girare a Napoli, 20 anni esatti dopo il mio primo film. È stata la mano di Dio è, per la prima volta nella mia carriera, un film intimo e personale. Un romanzo di formazione allegro e doloroso. Sono felice di condividere questa avventura col produttore Lorenzo Mieli, la sua The Apartment e Netflix. La sintonia con Teresa Moneo, David Kosse e Scott Stuber di Netflix, sul significato di questo film, è stata immediata e folgorante. Mi hanno fatto sentire a casa, una condizione ideale, perché questo film, per me, significa esattamente questo: tornare a casa».

Le serie tv

Agli inizi della sua carriera Sorrentino aveva preso contatti con il mondo delle serie televisive, scrivendo alcuni episodi de La Squadra. Da quel tirocinio, a cui si è aggiunta l'esperienza artistica dei successivi anni, nasce The Young Pope.

Di fatto è la sua prima serie tv, prodotta da Sky, Canal+ e HBO. Il protagonista è Jude Law nei panni di un Papa sui generis, vezzoso, altezzoso e superbo, che svela le insidie e i vizi che animano le stanze del potere del Vaticano. Il successo della serie spinge Sorrentino a lavorare a una seconda stagione, intitolata The New Pope.

 

Stefania Leo