Antoine de Saint-Exupéry: biografia di un poeta con le ali
Saint-Exupéry è stato molto più di uno scrittore o un pilota: è stato un umanista con le ali, capace di guardare il mondo dall’alto senza perdere il contatto con l’anima degli uomini. Le sue opere continuano a ispirare generazioni di lettori, piloti, filosofi, educatori. I suoi messaggi, pur scritti in tempi di guerra e crisi, parlano di pace, responsabilità, rispetto e bellezza.
Scrittore, aviatore, umanista e sognatore: Antoine de Saint-Exupéry è una delle figure più affascinanti del Novecento. Autore del celeberrimo Il piccolo principe – che nel 2024 ha raggiunto il numero di 600 traduzioni in lingue e dialetti diversi - è riuscito a fondere l’amore per il volo con una profonda riflessione sull’uomo, il senso della vita e i legami invisibili che ci uniscono. La sua esistenza avventurosa e la sua penna poetica hanno tracciato un solco unico nella storia della letteratura e del pensiero. Ecco di seguito una breve biografia, per scoprire insieme chi era Antoine de Saint-Exupéry.
Antoine de Saint-Exupéry: le origini di un’anima inquieta
Antoine Marie Jean-Baptiste Roger de Saint-Exupéry nasce il 29 giugno 1900 a Lione, in una famiglia aristocratica di antica nobiltà francese, ma segnata da difficoltà economiche. È il terzo di cinque figli e, nonostante la prematura morte del padre (venuto a mancare quando lui aveva appena 4 anni), vive comunque un’infanzia felice grazie alla madre – pittrice, donna colta e sensibile – che cresce i bambini a Le Mans, nel Castello di Saint-Maurice-de-Rémens (oggi conosciuto come “la maison du Pétit Prince”).
Antoine sviluppa presto un animo riflessivo, una profonda immaginazione e una certa inclinazione alla malinconia, che gli rimarrà tutta la vita.
Fin da piccolo sogna il volo: quando a dodici anni riesce a salire per la prima volta su un Berthaud-Wroblewski e l’emozione è così intensa da segnarlo per sempre. Quel sogno infantile diventerà presto una vocazione totalizzante, intrecciata indissolubilmente con la sua scrittura.
Sono anni difficili: scoppia la Prima Guerra Mondiale, la madre parte per il fronte, come infermiera volontaria, il fratello François muore prematuramente, ed Antoine è costretto suo malgrado a crescere: “C'è una cosa che mi rattristerà sempre – affermerà - ed è di essere diventato grande”.
Gli inizi nell’aviazione e la scoperta del deserto
Spinto dalla passione per il cielo, nel 1921, dopo uno sfortunato tentativo con la Marina, si arruola volontario nel II Reggimento di Aviazione a Strasburgo, dove consegue il brevetto di pilota civile e militare, e nel 1926 viene assunto come pilota per la compagnia Aéropostale, pioniera del trasporto postale aereo. È anche l’anno dell’uscita del suo primo racconto L’aviatore, pubblicato sulla rivista Le Navire d’Argent.
Antoine si specializza nelle consegne postali di lunga tratta cominciando con il collegamento Tolosa-Dakar dove impara a conoscere il deserto, luogo fisicamente mistico e di grande ispirazione letteraria.
È un’epoca eroica: gli aerei sono fragili, le rotte sono poco tracciate, le condizioni climatiche estreme. Saint-Exupéry vola spesso da solo, affrontando burrasche, guasti, deserti e montagne. Nel 1930, dall’Africa passa all’America Latina con il collegamento Francia-Argentina e il trasferimento nella capitale Buenos Aires.
I libri di Antoine de Saint-Exupéry: dalla realtà al mito
In queste rotte impossibili, spesso al limite della sopravvivenza, scopre il valore del coraggio, della solidarietà tra piloti, della fede in una missione che va oltre il proprio interesse. Scrivere, per lui, è un’estensione del volo: un modo per cercare un senso tra le nuvole, per guardare il mondo da un’altra prospettiva.
A Buenos Aires conosce Consuelo Suncín-Sandoval Zeceña de Gómez, scrittrice, pittrice e artista originaria di El Salvador, che diventa il grande amore della sua vita, nonchè sua musa ispiratrice.
Non è un caso se i libri di Antoine de Saint-Exupéry sembrano sempre sospesi tra cielo e terra: nascono proprio così, tra rotte aeree impossibili, deserti infuocati e notti stellate vissute da una cabina di pilotaggio.
La sua esperienza diventa materia letteraria sin dal primo romanzo, Corriere del Sud (1929), seguito da Volo di notte (1931), che gli vale il Premio Femina, uno dei più prestigiosi riconoscimenti letterari francesi. In questi racconti, l’aereo non è solo un mezzo, ma un simbolo esistenziale: rappresenta la sfida contro l’ignoto, la lotta contro il tempo e la morte, il bisogno di comunicare con gli altri anche quando si è sospesi nel vuoto.
Il suo stile, limpido ma poetico, non indulge mai nell’autocompiacimento: Saint-Exupéry cerca l’essenziale – come scriverà anche ne Il Piccolo Principe - la verità nascosta dietro le apparenze, la voce dell’uomo nella vastità del mondo.
Un raid verso l’ignoto
Negli anni Trenta, deluso dalla fusione tra Aéropostale e Air France, e sempre inquieto per natura, Antoine de Saint-Exupéry lascia il suo impiego stabile e decide di seguire nuove rotte, sia in cielo che sulla pagina. Progetta strumenti per l’aviazione, ma soprattutto insegue il sogno del grande raid Parigi-Saigon.
È un’impresa rischiosa che finisce male: un guasto lo costringe a un atterraggio di fortuna nel deserto libico: disperso tra le dune, senza acqua e senza orientamento, sfiora la morte.
Il deserto, immenso e silenzioso, diventerà uno dei luoghi simbolici della sua narrativa, e lo ispirerà nella stesura di Terra degli uomini (1939), un’opera che è al tempo stesso diario di viaggio, meditazione filosofica e manifesto umanista.
Quel deserto, dove tutto sembra perduto, dove “ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio”, sarà lo stesso scenario che anni dopo farà da sfondo a Il piccolo principe. La sete, la solitudine, la fragile speranza: sono esperienze vissute sulla propria pelle, prima che sulla carta.
Saint-Exupéry giornalista: parole tra le bombe
Tornato a casa, Antoine si butta nel giornalismo con la stessa passione con cui volava. Viene mandato in Spagna durante la guerra civile, e lì, tra bombe e poeti, matura nuove riflessioni sull’uomo, sul senso della vita, sull’assurdità della guerra. I suoi scritti diventano più densi, più umani, più profondi.
Poi scoppia la Seconda guerra mondiale: Antoine si arruola subito, vuole servire la Francia, ma non gli assegnano una squadriglia da combattimento, in quanto è troppo avanti con gli anni. Lo mettono alla ricognizione aerea, e lui vola comunque, con ostinazione e precisione. Dopo un incidente vicino a Calais, sopravvive ancora una volta – e, con qualche cicatrice in più, si rifugia negli Stati Uniti.
Saint-Exupéry e Il Piccolo Principe: la verità attraverso la poesia
È in America che la sua penna riprende il volo: nel 1942 pubblica Pilota di guerra, un libro forte e lucido, scritto mentre il mondo brucia. Ma la vera magia arriva poco dopo: nel 1943, infatti, Saint-Exupéry dà vita al suo capolavoro, Il Piccolo Principe.
Lo scrive e lo illustra da solo, in un esilio carico di malinconia. È una fiaba, ma anche un manuale di vita, travestito da racconto per bambini. Dentro c’è tutto: la rosa che profuma d’amore, la volpe che insegna l’amicizia, il deserto che nasconde pozzi invisibili e il pilota che ha bisogno di tornare bambino per capire. Attraverso i racconti del piccolo principe, Saint-Exupéry affronta temi profondi con la leggerezza della poesia: l’amore, la solitudine, il senso della vita, l’infanzia come forma di verità.
Pubblicato per la prima volta in inglese dagli americani, Il Piccolo Principe diventa un successo mondiale, il libro più tradotto della storia, secondo solo alla Bibbia.
Un’ultima rotta nel mistero: la morte di Antoine de Saint-Exupéry
Nel 1944, nonostante i problemi fisici e l’età non più giovanissima, Saint-Exupéry chiede di tornare in volo come pilota ricognitore per le Forze Francesi Libere. Il 31 luglio, decolla da una base in Corsica per una missione sulla regione del Rodano. Il suo aereo non tornerà mai a terra. Ne viene dichiarata la morte.
Per decenni la sua scomparsa rimane un mistero, alimentando leggende e ipotesi: c’è chi dice che è stato abbattuto dai tedeschi, chi parla di in guasto, chi addirittura di suicidio. Solo nel 1998, al largo di Marsiglia, un pescatore ritrova casualmente un braccialetto d’argento con il suo nome. E nel 2004 vengono confermati i resti del suo Lockheed P-38 sul fondale marino.
La fine di Saint-Exupéry assomiglia a una dissolvenza poetica: scomparso nel cielo che aveva sempre amato, come un personaggio del suo libro, è morto come ha sempre vissuto, prendendo il volo verso l’ignoto, con una penna nel taschino.
Paola Greco
Foto di apertura: Bibliothèque et Archives nationales du Québec, Fonds Bernard Valiquette, Public domain, via Wikimedia Commons