Dracula, dal romanzo di Stoker alla cultura pop

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Il vampiro per definizione, Vlad, l'Impalatore o Nosferatu che dir si voglia è una fonte continua d'ispirazione per cinema, serie tv, musica e intrattenimento. Cosa Sapere su Dracula, protagonista del romanzo di Bram Stoker uscito nel 1897.

Il 26 maggio 1897 Bram Stoker pubblica il romanzo Dracula, intreccio che ha esercitato una fascinazione sul mondo delle arti contemporanee quasi eterno. Una fortuna attribuibile al suo protagonista celeberrimo, di cui vale la pena anticipare subito che - come tutti i grandi cattivi della buona letteratura "I personaggi cattivi, quando ci affascinano, è perché vengono descritti come più profondi e complessi rispetto agli altri personaggi che popolano quel mondo narrativo. Questo li rende a noi più vicini, sono più umani e più realistici. Il cattivo al quale ci affezioniamo è un personaggio profondo, non piatto e banale. Conosciamo spesso il suo passato e ci affezioniamo alle sue debolezze, ai suoi difetti, compreso il fatto di essere 'cattivo'" (Bernardelli su Eticamente.net). 

Subito dopo la pubblicazione del romanzo, il neonato cinema mette gli occhi addosso al soggetto in svariate occasioni, mantenendo sempre uguale il contenuto di Stoker e variandone la forma, a seconda di quella predominante nella storia dell'arte del momento. Oggi che di Dracula sono arrivate a noi innumerevoli versioni cinematografiche, televisive e pop distorte dall'originale, inflazionate e adolescenzializzate, è bene leggere il il testo che ne trasse Bram Stoker perché non sempre le pellicole riproducono fedelmente le pagine di grande letteratura: del resto Dracula è considerato uno dei classici più belli.

CHI ERA VLAD III, IL “VERO” DRACULA

Le origini della storia di Dracula sono state ricostruite e rinvenute da Stoker in Dracul – che significa 'diavolo', italianizzato in Dracula –, patronimico di Vlad III di Valacchia Hagyak, nato in Romania nel 1431 (anno in cui Giovanna D'Arco fu condannata al rogo a Rouen in Francia come strega: la figura di Vlad non può prescindere dall'analisi dell'Europa del XV secolo, in cui l'oscurantismo incalza) e deceduto in circostanze avvolte nel mistero. Secondo alcuni studiosi, infatti, venne ucciso per sbaglio perché scambiato per un turco, mentre, secondo altri, fu ucciso e decapitato dagli ottomani durante una battaglia e la sua testa fu inviata, insieme alla sua spada, a Costantinopoli.

Il Figlio del diavolo è stato un nobile, militare e politico rumeno, noto in tutta Europa e, principalmente, nel Sacro Romano Impero, per la sua reputazione di uomo crudele e sanguinario, che gli valse il soprannome postumo di Țepeș, ossia Impalatore. I cronisti rumeni che scrissero di lui più di un secolo dopo la sua morte, preferirono descriverlo facendo riferimento al suo sistema preferito di tortura, ossia l'impalamento, che consiste nel far morire una persona infilzandola con un palo aguzzo introdotto nell’ano. Questo soprannome era già stato utilizzato da alcuni autori bizantini e, soprattutto, ottomani, i quali furono attaccati con la tecnica della terra bruciata.

Vlad e Maometto II

Il racconto numero 15 del manoscritto di San Gallo narra che una volta escogitate torture terrificanti sadiche Vlad fece impalare madri spesso con bambini, poi fece tagliare i seni delle madri e ordinò di infettare le ferite con le teste dei bambini messe all'interno dei tagli inferti. C'erano poi le problematiche di carattere militare internamente poiché il principe poteva contare solo su un piccolissimo contingente di forze armate per tenere sotto controllo tutte queste pressioni e mancava una stabilità al potere.

Nel 1436, Vlad II Dracul salì sul trono della Valacchia. Ma a causa di questa instabilità al potere, decise di renderlo più saldo concordando una pace con il sultano, ai tempi il sovrano più potente dello scacchiere balcanico. Essendo obbligato a recarsi ogni anno alla corte di Edirne per versare il tributo e quello per guidare e scortare le truppe turche dirette contro l'Ungheria, durante la permanenza alla corte ottomana, il giovane Vlad conobbe colui che sarebbe divenuto il più acerrimo nemico, il futuro sultano Maometto II. I due ragazzi, pressoché coetanei, ebbero occasione di vivere insieme molte esperienze, dalle lezioni impartite dai precettori e dai pedagoghi, fino agli amplessi con le avvenenti cortigiane che abbondavano a palazzo. Molto intenso, fu anche il rapporto fra l'erede del sultano e il fratello minore di Vlad, l'avvenente Radu. Il cronista bizantino Calcondila, narra che quest'ultimo fu insidiato con insistenza da Maometto, tanto che, per difendersi, arrivò a ferirlo su una coscia con un coltello. L'iniziale ritrosia sarebbe stata sostituita da una forte accondiscendenza, che avrebbe reso Radu il favorito del futuro sultano. Il principe valacco infatti, avrebbe lasciato il sultano solo nel 1462, per soffiare il trono al suo fratellastro Dracula.

Di Vlad l'Impalatore esiste un ritratto che faceva parte della "galleria degli orrori" del Castello di Ambras, nel Tirolo austriaco, così descritto da Matei Cazacu in Dracula. La vera storia di Vlad III l'Impalatore:

Il principe è raffigurato di tre quarti, con in testa, sopra i lunghi capelli ricci, un copricapo di velluto rosso adorno di otto fila di perle. Sulla fronte, una stella d'oro a otto punte con incastonato un enorme rubino rettangolare, sostiene un pennacchio nella cui parte inferiore risaltano cinque grosse perle. Le sopracciglia sono arcuate e sovrastano due grandi occhi grigio-verdi. Un naso lungo e leggermente aquilino, con le narici preminenti, sconfina sui lunghi baffi castani, dritti che prendono quasi tutta la larghezza del volto. Il labbro inferiore, rosso e sporgente, delimita il mento affetto da un leggero prognatismo. Questa combinazione di naso aquilino e labbra rosse un tempo veniva chiamata «un becco da pappagallo su due ciliegie». Vlad indossa una camicia rosso arancione, una tunica color porpora, con dei grossi bottoni rotondi, ornati di pietre preziose. Un manto di zibellino con alamari anch'essi purpurei completa la tenuta”.

DRACULA DI BRAM STOKER

La figura misteriosa e sadica di Vlad III ispirò lo scrittore irlandese Abraham Stoker, detto Bram Stoker, che pubblica per la prima volta a Londra il 26 maggio 1897 uno degli ultimi romanzi gotici dal titolo Dracula. Stoker concepì il romanzo Dracula come una raccolta di pagine di diario e di lettere scritte dai protagonisti della vicenda: dal giovane avvocato inglese Jonathan Harker che si reca in Transilvania il 3 maggio 1890 per definire l’acquisto di una casa londinese da parte del Conte Dracula, aristocratico in decadenza che terrorizza il vicinato; dalla sua fidanzata Nina Murray, oggetto del desiderio del conte, che in lei rivede la moglie morta e, infine, dal professore olandese Abraham Van Helsing, scienziato e filosofo che crede nell’esistenza del sovrannaturale.

Le fonti storiche e folkloristiche fanno riferimento alla mitologia nordica e alle leggende popolari balcaniche del XVIII secolo sui non-morti assetati di sangue, ma anche su due principali personaggi storici realmente esistiti:

  • il quattrocentesco principe Vlad III di Valacchia, appartenente alla dinastia Dracul, difensore del cristianesimo nell’Europa Orientale contro l’avanzata dei turchi che passò alla storia per le sadiche crudeltà che riservava ai suoi nemici talmente cruente da essere associato ad atti di vampirismo
  • e una giovane diciannovenne dell’Exter che credevano si aggirasse bianca e inappetente per la città anche dopo il suo decesso.

 

La trama si fonda sull'eterna lotta tra Male e Bene, luce e tenebre, e sui misteri primordiali: la morte, il sangue, l’amore e le loro relazioni; e su un personaggio in grado di convogliare su di sé tutti gli stereotipi negativi dello straniero, il suo infiltrarsi nella società europea da immigrato, con riferimento ai popoli dell'est di culture gitane.

Stoker, cristiano, dipinge Dracula, il non-morto, come il rappresentante del Male, sempre in lotta con il Bene, rappresentato dal dottor Van Helsing. Non c'è empatia con lui, non c'è giustificazione, non c'è ragione che sopravviva, non c'è tristezza alla sua morte. Lo vediamo solamente attraverso i racconti degli altri personaggi, quindi non conosciamo il suo pensiero o una sua opinione, ma lo vediamo soltanto riflesso in chi lo sta fronteggiando.

DRACULA SUL GRANDE SCHERMO

Il cinema si rese presto conto delle potenzialità della trama del romanzo di Stoker. Il titolo “Dracula” non poteva essere dato perché i diritti appartenevano prima agli eredi di Bram, poi alla Universal, quindi Coppola scelse “Bram Stoker’s Dracula” per dargli un’identità ben precisa, anche se il film aveva molte differenze con il libro di Stoker.

Nosferatu il Vampiro

Per la prima volta fu Friedrich Wilhelm Murnau a dirigere un film sul protagonista “assente” del romanzo di Stoker. Il film uscì il 4 marzo 1922 a Berlino, con il titolo Nosferatueine Symphonie des Grauens (Nosferatu, una sinfonía dell'horror – in Italia uscito come Nosferatu il vampiro), liberamente adattato da Henrik Galeen. Fu tanto rapido l'interesse per il romanzo che Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck; Jonathan Harker diventa Thomas Hutter e Mina cambia nome in Ellen) e i luoghi (da Londra a Wisborg) per problemi legati ai diritti legali dell'opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker; perse la causa per violazione del diritto d'autore e venne condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, tuttavia una copia clandestina fu salvata dallo stesso Murnau e il film è potuto sopravvivere e arrivare ai giorni nostri. La Prana-Film G.m.b.H., casa di produzione del film, fu costretta a dichiarare bancarotta in seguito alla causa con gli eredi di Stoker, in quanto fu obbligata a pagare il contenzioso sui diritti d'autore.

Murnau sceglie il romanticismo quando inquadra la natura selvaggia dei Carpazi, così come gli animali: un polpo al telescopio, una pianta che mangia una mosca, una iena, cavalli e tantissimi ratti forieri e presaghi della peste. Pure Nosferatu è animalesco. Ma con questo film Murnau si prende un posto d'onore nel cinema espressionista, dettandone alcune delle principali caratteristiche: scenografie distorte attraversate da persone con movimenti nervosi e con mani ossute schieliane, riso isterico. L'uso dell'espressionismo è tale che, pur essendo il film muto, ci sembra quasi di sentire le voci fuoriuscire da occhi, bocche e arti per urlare emozioni. È soprattutto quando Nosferatu compare che il romanticismo cede all'espressionismo.

Nel castello sui Carpazi, uno scheletro batte l'ora ed è premonitore della figura di Nosferatu. il Conte Orlok ha naso, orecchie e unghie appuntite, occhi pesti e sbarrati e i movimenti sono a scatti. Chiunque lo veda è condannato all'alienazione e alla morte a movimenti meccanici e irregolari, testimoni della natura non umana del conte e di chi ha posseduto. Hellen, nei suoi incontri nel sonno, ha i movimenti talmente spezzati da sprofondare nel sonnambulismo veggente della sua morte.

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DRACULA DI TOD BROWNING

Il film si apre con l'overture di Romeo e Giulietta di Sergei Prokofiev che già dall'incipit agita l'animo in sintonia con una tonalità in mi minore scura, l'andamento chiamato in partitura Allegro pesante e il maestro dell'horror Tod Browning usa per primo nel 1931 il titolo originario del romanzo di Stoker per il suo film Dracula. La trama mostra spiccatamente un gusto per i dettagli orrorifici: la cripta, il tifone, che pare trascritto dall'omonimo romanzo di Joseph Conrad, subito nelle scene iniziali della morte di Lucy, gli occhi rossi iniettati di sangue, la pazzia che pervade il senno di tutti, alienazione messa in scena con svenimenti e tentativi di ipnosi, la resurrezione di Lucy, amica di Mina, nella dama bianca che squarcia la notte buia per succhiare il sangue dei bambini.

Rispetto al precedente di Murnau ampia le parti di Renfield, affatto privato del senno e schiavo di Dracula, e del suo oppositore Van Helsing, i paletti conficcati nel cuore, pipistrelli, lupi, ratti a non finire, la morte dichiarata dello specchio che non può riflettere chi non esiste più.

Il film è interpretato da Bela Lugosi nel ruolo del Conte Dracula, un vampiro che si sposta in Inghilterra dalla Transilvania e si nutre del sangue dei vivi, inclusa la fidanzata di un giovane avvocato, Dracula è un bell'uomo distinto e aristocratico, incarnazione perfetta di quello che i greci definivano kalos kai agathos (bello e buono) sebbene noi ben sappiamo che buono non lo è affatto. È anzi perfido. Il male è tratteggiato come fascino banale, che trascina ai piedi di Dracula tutti: da Renfield, che è addirittura ridotto in schiavitù, ai marinai del veliero che porta il principe a Londra, fino alla quasi santa Mina, che pure cede. L'unico vero oppositore è Van Helsing, che rappresenta il Bene e la Scienza.

NOSFERATU: PHANTOM DER NACHT (NOSFERATU, IL PRINCIPE DELLA NOTTE) DI WERNER HERZOG

Remake del film diretto da Murnau. Herzog aderisce a Murnau in tutti i contenuti e anche nella forma, pur aggiungendo il suo tocco identificante. Per esempio, il romanticismo delle scene naturali è sempre caratterizzato dalle sue inquadrature calate a volo d'uccello su paesaggi desolati e immensi. Allo stesso modo l'espressionismo è più marcatamente nordico. Il corteo funebre dei monatti con in spalla gli appestati allude evidentemente al corteo funebre della Sera sul viale Karl Johan di Edvard Munch, nel quale gli zombie in processione sembrano senza vita come coloro che portano quasi telecomandati.

Quando Nosferatu si aggira nel cimitero con la bara sotto l'ascella, pare aggirarsi nel Funerale di Oscar Panizza, dipinto dal tedesco George Grosz. Da Tod Browning, invece, accoglie la mostra di particolari macabri, come nell'incipit del film quando la telecamera insiste su una lunga ripresa del Museo delle Mummie di Guanajuato, in Messico, che svela anche la carriera documentaristica di Herzog. Le mummie messicane sono vittime di un’epidemia di colera: sfilano davanti all’obiettivo della cinepresa, con i loro volti deformati dal dolore e dalla sofferenza, anticipando l'’epidemia di peste che dilaga a Wismar, in Germania, dopo la venuta di Dracula.

Il vampiro porta con sé la disperazione che alberga nel suo animo. Allo stesso modo, la telecamera insiste nella ripresa da vicino del vampirismo di Lucy, eterea, diafana ma determinata a morire per salvare Jonathan e tutta la popolazione di Wismar che, ormai appestata, esce di casa e si aggira incautamente per la piazza principale in festa, ballando, cantando e organizzando banchetti in mezzo a topi famelici e onnipresenti. L’istinto spinge tutti ad azioni senza criterio, incuranti della propria sicurezza, arrivando a mangiare seduti in lunghe tavolate, mentre tra i piatti e le vivande i topi banchettano sotto il tavolo insieme a loro.

 CRISTOPHER LEE e DRACULA

Christopher Lee è il vampiro per eccellenza, ha, infatti, girato 14 film sui vampiri, interpretando nella maggior parte il ruolo del conte Dracula. Il primo lo recita nel 1958, mentre nel 1959 gira un film sul principe Vlad anche in Italia, diretto da Steno.

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Public domain, via Wikimedia Commons

DRACULA DI BRAM STOKER (BRAM STOKER'S DRACULA)

Ancora nel 20mo secolo (nel 1992) il romanzo dello scrittore irlandese ispira Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker's Dracula), diretto e prodotto da Francis Ford Coppola. La regia di Coppola è affatto hollywodiana, compreso il cast stellare: la parte di Dracula va a Gary Oldman, immaginato conte vampiro-dandy londinese, con accento straniero. I costumi e la scenografia sono valsi il premio Oscar. Ha il merito di tradire sin dall'inizio anche la vera storia di Vlad Tepes: in flashback virati in rosso, malgrado la storia d'amore con Elisabetta-Mina su cui Coppola focalizza la sua versione cinematografica, sia un falso storico pure presente nel romanzo di Stoker, dal momento che il principe di Valacchia si legò a diverse mogli soltanto per siglare e consolidare alleanze politiche. Si narra che l'attore britannico accettò di interpretare Dracula nel film omonimo del 1992, dopo varie insistenze del regista, solo per pronunciare la frase: “Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti”.

Dracula, altre pellicole

Anche in Italia, nel 2012 Dario Argento dirige Thomas Kretschmann nel ruolo di Dracula, ma il film è stato accolto molto negativamente dalla critica.

E ancora oggi escono film ispirati al romanzo di Stoker: Renfield è il titolo del film in uscita nel 2023, nel quale il conte Dracula è interpretato da Nicolas Cage. Il conte di Valdacchia si presenta così: “Alcuni mi chiamano l'Oscuro, altri il signore della notte, per i più io sono Dracula”.

I DRACULA DEL PICCOLO SCHERMO

Non soltanto film che hanno scritto la storia del cinema, il romanzo di Bram Stoker ha ispirato anche la cultura più main stream, come le serie tv e i fumetti. In particolare, le prime hanno messo sul piatto il vampirismo in termini spesso adolescenziali e banalizzanti la figura del sadico Principe di Valacchia.

BUFFY L'AMMAZZAVAMPIRI

Buffy l'ammazzavampiri: 7 stagioni (1997 - 2003) l'hanno consacrata come la «serie più memorabile» trasmessa dall'emittente TV News, nonché terza assoluta in tale classifica dopo Star Trek e X-Files.

Nella V stagione il primo episodio narra dell'incontro della cacciatrice proprio con Dracula, riproponendo gran parte dei temi del romanzo originario: durante una delle sue uscite la Cacciatrice incontra il Signore delle tenebre giunto a Sunnydale per conoscere colei che ha così tanto in comune con lui per sottometterla. Dracula non è come tutti i vampiri, può infatti trasformarsi in pipistrello, lupo e nebbia. Con il suo sguardo riesce ad ammaliare Buffy che si lascia mordere da lui. Anche l'amico Xander viene stregato e finisce per diventare il servo mangia insetti di Dracula. Tuttavia, dopo aver bevuto il sangue di Dracula, Buffy si risveglia e lotta contro il vampiro, mettendolo in fuga. Dietro a un pallore mortale incorniciato da lunghi capelli nero corvino si cela Rudolf Martin. Invece, i vampiri primordiali, impersonificazioni del Male supremo, sono truccati come gli avi cinematografici: i Nosferatu di Murnau ed Herzog.

WHAT WE DO IN THE SHADOWS

What we do in shadows nasce come film commedia nel 2014, dal quale 5 anni dopo è tratta la serie tv omonima, strutturata come falso documentario sulla vita di quattro vampiri che convivono a Staten Island, insieme con il famiglio Guillermo, che brama di diventare a sua volta una creatura delle tenebre. Una troupe televisiva segue la loro vita quotidiana e li intervista per realizzare un documentario.

Nella serie, Kayvan Novak interpreta Nandor l'Implacabile, che nonostante nome, soprannome, provenienza ed l'età (è un vampiro ottomano di oltre 700 anni), la sua immagine sbarbata è la più somigliante a quell'unico ritratto di Vlad III conservato nel Castello di Ambras. Indossa pure la camicia rosso-sangue, la tunica scura e il collo di zibellino che si vedono nel quadro.

Dracula nella cultura pop

Fumetti

L'intenzione di aderire quanto più possibile all’origine del personaggio indagato dal romanzo di Bram Stoker, è ancora più riuscita nel fumetto per I maestri dell'orrore 'Il conte Vlad Dracula di Michele Monteleone e Fabrizio Dea Dorides' che ben restituisce l’inquietudine del romanzo, per esempio, nascondendo alla vista del lettore evanescenze che si percepiscono dietro alla nebbia e alle ombre. C'è, inoltre, un'assoluta corrispondenza alle descrizioni fisiche dei personaggi principali. Il Conte Dracula riacquista i tratti somatici pensati da Bram Stoker: si riappropria dei “lunghi baffi bianchi” ed è “vestito di nero dalla testa ai piedi”, con “neppure una nota di colore in tutta la sua persona”.

Bram Stoker Dracula di Georges Bess è ancora più fedele al l'originale. È un fumetto formato da un solo ed unico volume autoconclusivo scritto e disegnato dall’artista francese Georges Bess ed edito in Italia dalla casa editrice Magic Press. Il suo stile, che richiama fortemente le serigrafie storiche, vuole letteralmente trascinare il lettore nelle ambientazioni orrorifiche, caratterizzate dalla costante del buio. L'inquietudine trasmessa nel libro e in tutte le sue trasposizioni cinematografiche deve la sua riuscita al costante dubbio dei personaggi riguardo a cosa abbiano effettivamente visto nell’ombra, senza l’aiuto di una buona illuminazione.

VIDEOGAME

La fedeltà quasi maniacale al romanzo manca affatto nei videogame che pure sono usciti copiosi, ispirandosi a fatti e personaggi del romanzo dello scrittore irlandese, la cui trama è per la maggior parte incentrata sulla caccia al Vampiro. I primi escono nel 1986. Sono Nosferatu the Vampyre e Castlevania.

Il primo è uscito per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum dalla Piranha, un'etichetta del gruppo editoriale Macmillan Publishers ed è tratto con licenza ufficiale dal film tedesco di Werner Herzog. Il gioco si svolge in un labirinto di stanze e altri ambienti, ciascuno una diversa schermata con visuale tridimensionale isometrica obliqua. Le stanze sono graficamente dettagliate, ma monocromatiche su Commodore e Spectrum (il colore cambia a seconda della stanza e dell'orario), e con colori molto limitati anche su Amstrad.

Castlevania è un videogioco a piattaforme del 1986, sviluppato e pubblicato da Konami per Famicom Disk System. È stato convertito su cartuccia per la distribuzione in Occidente su Nintendo Entertainment System e rieditato più volte fino al 2013 da Nintendo 3DS.

MUSICA

Anche la musica metterà su spartito Dracula. In Italia il testo più famoso è Dracula cha cha cha scritto da Bruno Martino e Bruno Brighetti per Renato Rascel. È in tour Vlad Dracula, un musical ispirato al romanzo di Bram Stoker con testo originale scritto da Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara, messo in scena da Ario Avecone, accompagnato dalle musiche e canzoni inedite scritte da Simone Martino, Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara.

Sulla scena internazionale, I Gogol Bordello, invece, in Pala tute cantano di Vladislav, che afferma di essere stato trasformato in vampiro all'età di sedici anni. Era un guerriero potente e ha guadagnato il titolo di “Vladislav la mazza” per i supplizi che affliggeva ai suoi nemici. Vladislav era uno dei vampiri più temuti e più potenti nel mondo, che si è concluso tuttavia dopo che iniziasse un rapporto con il vampiro Pauline, che lui chiama "La Bestia". Durante una battaglia con lei, lo impalò su un lampione e lui divenne un guscio del suo sé precedente, incapace di trasformarsi completamente in forme animali in quanto non poteva più cambiare il suo volto.

Laura Cusmà Piccione