Jean-Jacques Rousseau

Rousseau e il romanticismo

La critica della società, la religione naturale, la convinzione che l'uomo possa essere migliorato dall'educazione e che la società stessa possa essere riformata sono temi del pensiero di Rousseau tipicamente illuministi. Tuttavia, la diffidenza nei confronti della ragione e della scienza e l'esaltazione del sentimento come unico strumento in grado di garantire un fondamento stabile e duraturo all'elaborazione della verità aprono la strada a una nuova considerazione dell'emotività e della soggettività. Il sentimento della natura, l'amore per la solitudine, l'evasione nelle chimere, una certa predilezione per gli abbandoni lirici e patetici fanno sì che il romanticismo consideri Rousseau come un precursore e un maestro. Egli tuttavia appartiene pienamente al Settecento, sebbene ne sia un interprete originale. La contrapposizione fra illuministi e romantici non risiede infatti nel conflitto ragione-sentimento, ma, determinata dalla cesura storica della Rivoluzione francese, deve piuttosto essere individuata da una parte come l'affermazione del diritto alla felicità e fiducia nel progresso, dall'altra come male di vivere profondo e fuga da una realtà detestata e percepita come non migliorabile.