Sofocle

Le tragedie e le opere minori

Delle 130 opere (105 tragedie e 25 drammi satireschi) composte da Sofocle e conosciute nell'antichità sono arrivate a noi integre sette tragedie e, parzialmente, un dramma satiresco. Le tragedie sono: Aiace (prima del 445 a.C.), Antigone (442 a.C.), Trachinie, Edipo re (430 ca a.C.), Elettra, Filottete (409 a.C), Edipo a Colono (401 a.C). La cronologia è sicura solo per queste ultime due opere: delle restanti si ha solo una datazione probabile. Il dramma satiresco I segugi (ne rimane circa la metà) è ispirato al mito giocoso dell'infanzia di Ermes (già presente negli Inni omerici) che ruba i buoi di Apollo e inventa la lira.

Sofocle fu molto amato dal pubblico e ottenne, secondo il lessico Suda, 24 vittorie nei concorsi tragici; quando non fu vincitore, risultò secondo, mai terzo. Tra le opere perdute, gli sono attribuiti alcuni peani, uno dei quali in onore di Asclepio, elegie, un'Ode a Erodoto, che Sofocle conobbe e ammirò, e un trattato in prosa, Sul coro.

Aspetti tecnici e strutturali del teatro sofocleo

Gli antichi attribuivano a Sofocle alcune importanti innovazioni: l'invenzione della scenografia, l'aumento del numero dei coreuti da 12 a 15, modifiche nel costume teatrale, l'introduzione del terzo attore (che fu poi adottata anche da Eschilo). Particolarmente significativa appare quest'ultima innovazione, che consentiva un ritmo drammatico più articolato e ricco. Ma la riforma più sostanziale del teatro sofocleo consiste nell'abolizione della trilogia “legata”, in cui cioè i tre drammi sviluppano tre diversi momenti di un'unica saga: in Sofocle le tre tragedie, anche se presentate entro la struttura canonica della trilogia, svolgono ciascuna un soggetto mitico autonomo e pertanto fanno convergere l'interesse sulla personalità di un singolo individuo-protagonista, sul cui eroico agire e patire si focalizza l'intero dilemma tragico.