Il teatro elisabettiano

L'evoluzione del genere teatrale: classico e popolare

Fino alla diffusione degli studi umanistici in Inghilterra, quindi fino al Cinquecento, i termini "tragedia" e "commedia" erano usati nella loro accezione medievale. Chaucer aveva definito "tragedia" la caduta inaspettata di un grande, dalla quale è possibile ricavare un insegnamento morale, e "commedia" una storia a lieto fine il cui protagonista va in Paradiso grazie all'aiuto divino. Ma i due termini non erano stati riferiti al teatro; quando i nuovi classicisti li impiegarono nel loro significato originale, applicandoli ai testi drammatici, si creò una certa indecisione. I classicisti insistevano per mantenere la distinzione fra comico e tragico, mentre gli uomini di teatro li affiancavano senza alcun problema, come già si era fatto nei miracles medievali, partendo dal presupposto che tale mescolanza rifletteva la varietà della vita reale.

Le prime commedie ­ Ralph Roister Doister di Nicholas Udall (1505-1556) e Gammer Gurton's needle (L'ago della comare Gurton), attribuita da alcuni a un William Stevenson ­ vennero scritte verso il 1553.

La prima tragedia, Gorboduc di Thomas Norton e Thomas Sackville (1536-1608), fu composta nel 1562 in blank verse, il decasillabo non rimato utilizzato precedentemente da Surrey per la sua traduzione dell'Eneide e destinata a diventare con Marlowe e Shakespeare il verso drammatico inglese per eccellenza. Il modello era Seneca, l'autore classico che esercitò l'influenza maggiore sul teatro elisabettiano e con il quale i commediografi e il pubblico dell'epoca condividevano un certo gusto per i crimini e le atrocità. Rappresentativa di un gruppo di testi fra l'imitazione del teatro classico e la continuazione della tradizione popolare (testi che circolavano nelle università ma anche in ambienti popolari e nei quali maggiore era l'attenzione alle esigenze dello spettacolo, tanto che contenevano anche molte didascalie con le istruzioni per gli attori e la scenografia) fu la tragedia Cambyses (Cambise, circa 1570) di Thomas Preston, una truce vicenda di assassini e vendette, la cui fonte era Erodoto e che presentava sia i tratti del teatro popolare, sia elementi legati alla tradizione degli interludi. Ma fu verso il 1580, con un gruppo di giovani intellettuali e scrittori laureati a Oxford e a Cambridge, gli "University wits" (talenti universitari), che lo sviluppo del dramma ebbe un impulso decisivo, fondendo felicemente testi latini e drammi popolari carichi di tensione e azione realistica. Vanno segnalati fra questi il fondatore dell'"eufuismo" John Lyly, autore di raffinate commedie spesso con elementi mitologici e pastorali, Robert Greene, considerato l'iniziatore della "romantic comedy" (commedia romanzesca) e George Peele (circa 1556-1596), autore di commedie che mescolano fantasia e gusto parodistico.

Risultati più interessanti ottennero però gli autori di tragedie; fra questi il più dotato fu senza dubbio Christopher Marlowe e si distinse anche Thomas Kyd, benché non appartenesse all'ambito universitario.

Thomas Kyd

Thomas Kyd (1558-1594), londinese, non frequentò né Oxford né Cambridge e per questo motivo gli "University wits" non gli mostrarono solidarietà; anzi, egli divenne l'obiettivo degli attacchi di Nashe contro "quegli scrivani che abbandonano il loro mestiere per avventurarsi nella letteratura". Nel 1585-86 pubblicò The spanish tragedy (La tragedia spagnola), opera che ottenne subito un tale successo da avere undici ristampe nell'arco di quarant'anni. Considerato l'iniziatore della "romantic tragedy" (tragedia romanzesca), nella sua opera, scritta in blank verse, Kyd inserì elementi tipici della tragedia senechiana, combinando temi quali amore, assassinio, vendetta, pazzia reale e simulata, intrighi e complotti, che costituirono una fonte per molti autori elisabettiani.