Scrittori durante la Repubblica di Weimar

Due volti del teatro popolare

Carl Zuckmayer (Nackenheim, Magonza, 1896 - Visp, Svizzera, 1977) esordì come poeta e drammaturgo nei ranghi dell'espressionismo, collaborando con Brecht e M. Reinhardt a Berlino. Dopo l'insuccesso del primo dramma, Crocicchio (Kreuzweg, 1920), riuscì a combinare efficacemente le istanze espressionistiche con una rappresentazione calda e viva nella commedia La vigna allegra (Der fröhliche Weinberg, 1925). Diede una delle sue opere migliori per il teatro con Il capitano Köpenick (Der Hauptmann von K., 1931), grottesca vicenda di un calzolaio che riesce a ottenere il proprio passaporto solo indossando un'uniforme di capitano: il sottotitolo “favola tedesca” rende più pungente la critica del militarismo prussiano contenuta nell'opera. Nel 1933 lasciò la Germania per l'Austria e nel 1938 raggiunse gli Stati Uniti, dove scrisse il dramma che lo rese famoso in tutto il mondo, Il generale del diavolo (Des Teufels General, 1946), incentrato sul personaggio di un generale nazista. Seguirono quindi La luce fredda (Das kalte Licht, 1955), Il canto nella fornace (Der Gesang im Feuerofen, 1949) e Il pifferaio magico (Der Rattenfänger, 1975). Fu anche autore di numerose novelle e di romanzi, nonché di una fortunata autobiografia (Come se fosse una parte di me, Als wär's ein Stück von mir, 1966).

Il drammaturgo austriaco Odön von Horváth (Fiume 1901 - Parigi 1938) fu, con le sue opere teatrali, il geniale demistificatore della commedia popolare e dell'operetta austriaca, di cui riprodusse temi e personaggi con lo scopo di mettere in luce le debolezze e i vizi della classe borghese: Storie del bosco viennese (Geschichten aus dem Wiener Wald, 1929); Notte italiana (Italienische Nacht, 1931); Pompeji (1936); Figaro divorzia (Figaro lässt sich scheiden, 1937). Scrisse anche romanzi (Gioventù senza Dio, Jugend ohne Gott, 1938).