Richard Wagner

Richard Wagner nacque a Lipsia nel 1813. La sua giovinezza fu influenzata dal patrigno L. Geyer, pittore, attore e poeta, che la madre, rimasta vedova, aveva sposato a Dresda nel 1814. Per lungo tempo, incerto fra letteratura, pittura e musica, Wagner decise la propria strada profondamente suggestionato da L. van Beethoven (Fidelio e Nona Sinfonia) e da C.M. von Weber. Autodidatta, perfezionò le proprie cognizioni musicali sotto la guida di T. Weinlig, Kantor della cattedrale di San Tommaso di Lipsia. Dedicatosi precocemente al teatro musicale, compose le opere Le nozze (1823) rimasta incompiuta, Le fate (1834), Il divieto d'amore (1835). Intanto aveva iniziato la carriera di direttore d'orchestra. Date alle scene con successo a Dresda, dove si era trasferito dal 1842, Rienzi (1837) e Il vascello fantasma (1841, rappresentata, però, con il titolo Olandese volante), queste opere gli valsero la nomina a maestro di cappella di corte (1843). Qui compose Tannhäuser e iniziò a elaborare Lohengrin. La partecipazione ai moti rivoluzionari del 1848 lo costrinse all'esilio in Svizzera, dove, con l'aiuto morale ed economico di F. Liszt, si dedicò alla stesura dei più importanti scritti di poetica e del libretto dell'Anello del Nibelungo. Nel 1853 ne completò il testo e iniziò la composizione della musica, che interruppe nel 1857 per riprenderla soltando dodici anni più tardi. Scriveva intanto, sotto l'influsso della filosofia di A. Schopenhauer e ispirato dall'amore per Mathilde Wesendonk, Tristano e Isotta. Nel 1861 avvenne la contrastata rappresentazione di Tannhäuser a Parigi, che, nonostante l'insuccesso, gli procurò larghe simpatie nell'ambiente culturale della città. Sostenuto dall'aiuto del re Luigi II di Baviera, si dedicò da allora alla composizione dei Maestri cantori di Norimberga e al completamento dell'Anello del Nibelungo. Cosima von Bülow, figlia di Liszt e di Marie d'Agoult, lo raggiunse nella sua nuova residenza di Tribschen, presso Lucerna, e si unì a lui in matrimonio nel 1870. Nel 1871, Wagner decise di costruire a Bayreuth un teatro dalle caratteristiche particolari, destinato a essere la sede di un festival annuale dedicato esclusivamente alle proprie composizioni; la prima pietra venne posata nel maggio del 1872 e l'inaugurazione del teatro avvenne nel 1876, con la prima rappresentazione dell'Anello del Nibelungo. Si dedicò poi alla composizione del Parsifal, rappresentato a Bayreuth nel 1882. Nello stesso anno si trasferì con la moglie a Venezia, dove morì nel 1833 nel pieno delle forze creative.

Il percorso artistico

L'opera di Wagner costituisce una delle massime espressioni del romanticismo tedesco e rappresenta nello stesso tempo la sintesi di un'epoca. Le sue opere giovanili, sino a Rienzi compreso, indicano chiaramente modelli tedeschi (C.M. von Weber e H.A. Marschner), italiani (G. Spontini e V. Bellini) e francesi (G. Meyerbeer).

Il vascello fantasma, primo capolavoro wagneriano, prefigura un metodo compositivo basato sullo sviluppo sistematico dei motivi (il nucleo dell'opera si trova, infatti, nella ballata di Senta), mentre in Tannhäuser la divisione in numeri chiusi (arie, duetti ecc.) lascia il posto ad articolazioni sceniche di ampio respiro.

A sua volta, Lohengrin è caratterizzato da quel flusso continuo della corrente melodica che diverrà una nota distintiva dei capolavori della maturità.

Nell'Oro del Reno, nella Walkiria, nei primi due atti del Sigfrido (composti fra il 1852 e il 1857), Wagner elaborò i fondamenti della sua nuova concezione operistica: la cosiddetta "melodia infinita", che infrangeva i tradizionali schemi costruttivi del melodramma italiano e francese (pur non rinunciando a più sottili partizioni formali abilmente sottese a un tipo di sviluppo sinfonico ininterrotto); il rilievo conferito all'orchestra, elevata da "accompagnamento delle voci" a fondamentale tessuto connettivo del dramma; l'uso dei cosiddetti "motivi conduttori" (leitmotiv), legati a figure, momenti, aspetti dell'azione drammatica; l'identificazione di temi mitici di ascendenza germanica come soggetti privilegiati del dramma musicale.

Con Tristano e Isotta, Wagner introdusse attraverso un cromatismo esasperato il germe della dissoluzione tonale nella tradizione musicale europea, ponendosi come precursore del processo che sarebbe culminato nella scuola di Vienna.

Il compimento del ciclo dell'Anello del Nibelungo ­ immerso in un pessimismo panteistico di ascendenza schopenhaueriana ­ mentre costituisce un culmine delle premesse stilistiche precedenti, esalta il principio della profonda unità di parola, musica e gesto nella concezione della Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale).

Parsifal, infine, costituisce una sorta di distaccata declinazione dei fondamentali aspetti di stile e di gusto di Wagner: non certo, come si disse per tanto tempo, una sorta di superamento o addirittura di parziale smentita dei loro presupposti.

La posizione storica

L'influenza di Wagner fu enorme su tutta la cultura dell'Ottocento e del primo Novecento. Se egli non ebbe seguaci, ma semplici epigoni, aspetti della sua esperienza estetica ebbero un forte peso su personalità musicali quali A. Bruckner, G. Mahler, H. Wolf, R. Strauss e sullo stesso A. Schönberg. Filosofi e scrittori come F. Nietzsche (che fu tra i più ferventi sostenitori del suo genio, prima di divenirne uno dei più violenti detrattori), C. Baudelaire, P. Verlaine, S. Mallarmé, M. Proust, P. Claudel, T. Mann e tanti altri svilupparono in maniera estremamente feconda aspetti del pensiero wagneriano, depositato non solo nella gigantesca opera musicale, ma anche in un'imponente produzione letteraria. Oltre ai libretti delle opere, essa comprende sintesi delle visioni teoriche di Wagner: Arte e rivoluzione (1849); L'opera d'arte dell'avvenire (1850); Il giudaismo nella musica (1850), i cui spunti antiebraici furono isolati e sfruttati arbitrariamente dalla propaganda nazista; Opera e dramma (1851); e, inoltre, l'ampia rievocazione autobiografica La mia vita (postuma, 1911).