La delinquenza giovanile

La situazione italiana

Dalle statistiche ufficiali si può osservare che in Italia, nel decennio tra il 1974 e il 1983, il numero dei minori denunciati per delitti rispetto ai quali l'autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale ha subìto una diminuzione. Si è infatti passati dai 24.687 minori denunciati nel 1974 ai 21.182 del 1983, con una punta massima di 25.570 nel 1978. Ora, sulla base del confronto di questi dati con quelli dei decenni precedenti, emerge che, mentre fino al 1961 si è avuto un costante aumento dei minori denunciati, nei decenni successivi il fenomeno ha mantenuto una relativa stabilità, con una leggera tendenza alla diminuzione. Relativamente alla tipologia dei reati commessi, si può inoltre rilevare che dal 1974 al 1983 è stata rilevata una progressiva diminuzione dei reati contro la persona e dei reati sessuali, mentre risulta incrementato il numero delle rapine. La relativa costanza del fenomeno non è tuttavia osservabile se si considerano separatamente le varie regioni italiane; in linea di massima si può dire che i reati contro la persona sono relativamente più frequenti nelle regioni meridionali, mentre i reati contro il patrimonio, e in particolare il furto, sono più frequenti nelle regioni settentrionali.

Inoltre va osservato che i minori condannati rappresentano circa il 20% dei giudicati nel periodo 1977-1981 e che, nonostante negli ultimi anni sia diminuito il numero di denunce nei confronti di minori, sono tuttavia, sia pure relativamente, aumentate le condanne (si è passati dalle 3167 del 1977 alle 4068 del 1981).

Analogamente a quanto accade per i crimini commessi dagli adulti, anche nel caso di quelli giovanili la percentuale femminile (5%) rimane assai più modesta di quella maschile; mentre per quanto riguarda il titolo di studio solo un'esigua minoranza ha conseguito un diploma di scuola media superiore: la maggior parte degli individui ha il diploma elementare e di media inferiore, o anche, per una percentuale considerevole, nessun titolo. Da una ricerca condotta da Fornari nel 1976 a Torino, emergeva che dei 125 minori detenuti nella Sezione di Custodia "Ferrante Aporti" buona parte apparteneva al proletariato e al sottoproletariato e, in un'alta percentuale di casi, proveniva da famiglie numerose. Molti inoltre erano nati nel Sud e nelle isole (56%), oppure nati nel Nord ma figli di immigrati meridionali. Infine, quasi la metà dei casi (40%) aveva subìto prima del provvedimento carcerario almeno un ricovero in un istituto assistenziale e quasi tutti avevano avuto esperienze lavorative precoci.

Risultati assai vicini a quelli di Fornari risultano dalla ricerca di Carrer e Pallanca su 1032 minori sottoposti a procedimenti penali dal Tribunale per i Minori di Genova. Le ricerche risultano concordi nel rilevare che i ragazzi sottoposti a misure rieducative o penali sono caratterizzati da una deprivazione economica e culturale e appartengono ai gruppi sociali più sfavoriti.