L'Oriente bizantino

Dalla dinastia dei Comneni al crollo dell'Impero

Dal 1057 al 1185 regnarono i Comneni. Lotte interne tra generali e nobiltà di corte, permisero ai Turchi di conquistare l'Asia Minore che venne ripresa sotto Alessio I (1081) e poi persa definitivamente con la sconfitta di Myriocefale nel 1176 sotto Manuele I (1143-1180). Nel 1095, proprio per difendersi dall'avanzata turca, Alessio chiese aiuto ai principi dell'Occidente; i Bizantini, uniti ai crociati, nel 1097 conquistarono Nicea. La dinastia dei Comneni fu abbattuta da una rivolta di nobili. Le succedette la dinastia degli Angeli (1185-1204) che regnò su un paese spezzettato in una miriade di potentati locali, uno stato di anarchia che favorì le rivolte dei Serbi e la ricostituzione di uno stato bulgaro. Durante la IV crociata Bisanzio fu conquistata dai Latini (1203-1204); l'imperatore Isacco II fu deposto e sostituito da Baldovino di Fiandra: ebbe inizio l'Impero Latino d'Oriente (1204-1261). Le spoglie dell'Impero Bizantino furono divise tra Venezia (Bisanzio, Tracia e isole egee), crociati (Regno di Tessalonica, Ducato di Atene, Principato di Acaia) e gli stati greci indipendenti d'Epiro, di Trebisonda e di Nicea. I regnanti di quest'ultimo, a partire dal 1222, ottennero progressivamente il controllo di buona parte della Grecia continentale e, con Michele Paleologo, quello di Bisanzio, ristabilendo nominalmente l'Impero Bizantino. L'Impero, sotto la dinastia dei Paleologhi, sopravvisse ancora due secoli, subendo la minaccia serba a occidente, quindi quella ottomana a oriente (presa di Nicea, 1330; passaggio in Europa, 1357). Si ridusse quindi alla sola regione della capitale che, posta sotto assedio, fu conquistata dal sultano Maometto II nel 1453.