Il Congresso di Vienna e la Restaurazione

La sistemazione dell'Europa

Prima di tutto il Congresso ratificò la restaurazione dei Borboni in Francia, avvenuta sulla base del principio legittimista, che aveva determinato l'ascesa al trono di Luigi XVIII (1814-1824). La Francia fu condannata a pagare una pesante indennità di guerra (700 milioni di franchi). Essa, tuttavia, rimase nel giro delle grandi potenze grazie all'opera del ministro Charles-Maurice Talleyrand-Périgord (1754-1838). Questi fece in modo che al paese fosse restituito il rango internazionale che aveva prima della Rivoluzione. Inoltre, si batté per impedire la spartizione dei territori francesi ambiti dalle altre potenze, sostenendo che l'equilibrio in Europa potesse essere mantenuto solo garantendo alla Francia l'integrità territoriale. Così, rispetto al 1791, la nazione perse solo la Savoia e la Sarre. Per impedire nuove spinte espansionistiche, essa fu circondata a oriente da una serie di Stati-cuscinetto: un cordone che partiva dal Piemonte e arrivava ai Paesi Bassi. Tra le colonie perse Haiti, possedimento francese nell'isola di Santo Domingo (Caraibi). In Austria, Francesco I d'Asburgo (1806-1835), pur rinunciando ai Paesi Bassi austriaci (Belgio e Lussemburgo) e ad alcuni territori di secondaria importanza in ambito tedesco, ottenne i possedimenti che erano stati dominio della Repubblica di Venezia (isole Ionie escluse). La Prussia di Federico Guglielmo III di Hohenzollern (1797-1840) acquistò parte della Sassonia e della Pomerania Svedese, alcuni territori intorno al Reno, Treviri, Colonia e la Ruhr. La Confederazione Germanica, ridotta ad appena 39 territori (Prussia e Austria comprese) ebbe nella Dieta di Francoforte, presieduta da Francesco I d'Asburgo, il proprio “cuore” amministrativo. In Russia, lo zar Alessandro I Romanov (1801-1825) ottenne la corona della Polonia, che venne ricostituita in Regno, conservò il Granducato di Finlandia (tolta alla Svezia), mantenne infine la sovranità sulla Bessarabia. Il Regno Unito di Giorgio III (1760-1820) si rafforzò sui mari ottenendo Malta e il protettorato sulle isole Ionie nel Mediterraneo; l'isola di Helgoland nel Mare del Nord; Trinidad, Tobago e Santa Lucia nelle Piccole Antille; Mauritius e Ceylon nell'Oceano Indiano; il Capo di Buona Speranza, in Africa. In Europa, Giorgio III manteneva la sovranità sul Regno di Hannover. Il Regno di Spagna tornò sotto Ferdinando VII di Borbone (1814-1833). Il Portogallo, formalmente restituito ai Braganza (in Brasile dal 1807), fu governato, di fatto, da un protettorato inglese. Dall'unione di Belgio (tolto all'Austria), Olanda e Lussemburgo fu creato il Regno dei Paesi Bassi assegnato a Guglielmo I d'Orange (1815-1840). La Danimarca venne compensata della perdita della Norvegia, assegnata alla Svezia di re Carlo XIII di Holstein (1809-1818), con i ducati di Holstein e Lauenburg. La Confederazione Svizzera, governata da una Dieta, fu dichiarata per sempre neutrale.