La Russia da Krušcëv alla perestroijka

Introduzione

Illusione e disillusione dominarono il mondo comunista nel dopoguerra. Illusione perché la politica dei piani quinquennali, attuata dai paesi della sfera sovietica, all'inizio diede risultati incoraggianti; disillusione perché la linea comunista, in breve, si dimostrò fallimentare: da un lato, le gestione centralizzata dello sviluppo economico-sociale causò una crescita incontrollata degli apparati statali; dall'altro la volontà dirigenziale di difendere il sistema dalle opposizioni interne e da eventuali attacchi esterni (periodo della “guerra fredda”) generò un potenziamento delle polizie e delle forze armate. Economie inerti non poterono sostenere il peso di tali spese. Da Stalin a Brežnev, passando per Krušcëv, la storia dell'URSS (e dei suoi alleati) è cronaca di illusione e disillusione: ma solo con Gorbacëv il regime ha riconosciuto i propri limiti. In Cina, Mao improntò il regime alla propria personalità: alla sua morte il potere passò nelle mani dei conservatori che soffocarono ogni corrente di rinnovamento.